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26 dicembre 2012

Stanley Kubrick e il Dolby Stereo

La rivista Film Journal ha pubblicato in due puntate, nel numero di dicembre e in quello di gennaio, uno straordinario documento: uno scritto di Ioan Allen, tecnico del suono tra i responsabili dello sviluppo del sistema Dolby.

Nei 28 anni di collaborazione, da Arancia Meccanica ad Eyes Wide Shut, Ioan Allen ha tentato di convertire Stanley Kubrick alla stereofonia, fallendo miseramente ma collezionando una serie di bellissimi aneddoti e insegnamenti sull'arte cinematografica eseguita ai massimi livelli.

Alcuni esempi:
Stanley ha sempre creduto nei mix "stretti", con un'ampiezza dinamica limitata. Mentre Barry Lyndon attraversa i boschi verso Captain Feeny, il borseggiatore, si sente il suono di un corvo. Alza il volume del corvo. Alzalo di più. Ray Merrin, l'assistente al missaggio, è un disegnatore piuttosto bravo e tratteggia un corvo appollaiato su un albero. Il corvo è più grosso dell'albero. E' un corvo di quindici metri, è così che suona nel film.
Aveva diverse versioni della stessa scena sui banchi delle moviole. Te le mostrava una per una. Quale preferisci? Piuttosto facile, diciamo "la prima." Stanley: "Ok, ma perché?" E qui iniziava la parte difficile.
Stanley e la sua segretaria Margaret Adams avevano dei walkie-talkie così lui poteva chiamarla direttamente dal set senza andare nel suo ufficio. Dopo averle dettato una lettera perché la battesse a macchina, Stanley continua a chiamarla per apportare dei cambiamenti, e ancora per apportare altri cambiamenti. Al colmo della frustrazione, Margaret lancia il suo walkie-talkie nel cestino dei rifiuti. Per mezz'ora si ode un lamento uscire dal cestino: "Margaret? Dove sei Margaret? Margaret? Margaret? Dove sei Margaret?"
Cosa ho imparato. Chiedi il perché. Fallo bene. Come trattare gli studios. Oh, e sì, un sacco di altre cose, tipo: Quando ricevi da un laboratorio un rullo che ha un difetto di stampa (diciamo, cattiva densità), prendi un cacciavite e graffia la pellicola da cima a fondo mentre la riavvolgi. Altrimenti, quando rimandi il rullo indietro, il laboratorio lo spedirà semplicemente a qualcun altro meno rompiscatole.

A Movie Odyssey: Three decades of conversation with Stanley Kubrick, Ioan Allen, Film Journal 03.12.2012

A Movie Odyssey: Three decades of conversation with Stanley Kubrick, part 2, Ioan Allen, Film Journal 26.12.2012

23 dicembre 2012

Stanley Kubrick e Hardy Amies: quando la moda e il futuro si incontrano

Sul sito internet della casa di moda del designer inglese Hardy Amies è stato presentato qualche giorno fa in anteprima il documentario Stanley Kubrick e Hardy Amies: When Fashion and Future Collide.

Hardy Amies ha disegnato i costumi per 2001: Odissea nello Spazio, fondendo lo stile londinese degli anni '60 con una personale visione del futuro. Questo documentario di circa 15 minuti presenta interviste a Jan Harlan e a colleghi di Sir Amies per raccontare come la collaborazione col regista ebbe luogo, l'impatto dei costumi sul film e l'influenza che continuano ad avere non solo per il design cinematografico ma sulla moda contemporanea.

Il contributo più interessante non è certo quello di Harlan ma dell'attrice Heather Downham che interpreta la hostess che raccoglie la penna fluttuante: un piccolo ruolo, ma i suoi racconti dal set sono molto interessanti. Ugualmente gustosa la testimonianza del costumista Frederic Fox, responsabile del design dei cappelli a forma di uovo.

Maggiori informazioni sul sito della casa di produzione, Present Plus.






16 dicembre 2012

La Stanley Kubrick Exhibition alla Cinématèque di Parigi

Ho appena messo online il video promozionale della tappa parigina della Stanley Kubrick Exhibition che adesso è al LACMA di Los Angeles.

In questo video, girato nel marzo 2012 da Katia DeVidas, ci sono contributi di tutti i partecipanti all'inaugurazione dell'evento: membri della famiglia Kubrick come Christiane, Katharina e suo figlio Alex, Jonathan Finney e suo figlio Sam, Jan Harlan e altri collaboratori ai vari film, come Ken Adam, Milena Canonero, Marisa Berenson e Nigel Galt, nonché una serie di registi francesi e non.

Buona visione.

09 novembre 2012

Io NON sono Spartacus

Salon.com riporta un interessantissimo articolo pubblicato sul Los Angeles Reviews of Books, dal titolo "La storia revisionista di Kirk Douglas". L'articolo è una lunga, acuta e appassionata recensione del recente memoriale scritto dall'attore I Am Spartacus!: Making a Film, Breaking the Blacklist.

Il libro ripercorre la lunga lavorazione del film Spartacus con il malcelato scopo di attribuire a Douglas, che già ricopriva i ruoli di interprete principale e produttore esecutivo del film, molti più meriti di quelli che gli spetterebbero, trasformandolo da eroe della storia a eroe della Storia.

Uno sospetterebbe della poca modestia di Douglas fin dal roboante titolo che ha scelto per il suo libro, ma le rivelazioni dell'articolo hanno implicazioni molto più pesanti e ben oltre il pur gustoso gossip da showbiz.

Se infatti si concede con benevola indulgenza alle star ultranovantenni di ricordare il proprio glorioso passato abbellendolo di lustrini e magari anche di piegare giusto un pochino la realtà dei fatti per ridare luce al proprio mito ormai affievolito, quello che non è possibile accettare è un attore che, rimettendosi al centro del palcoscenico, modifica la storia macchiandosi di revisionismo.

Vi consiglio di leggere interamente l'articolo per le interessanti conseguenze politiche dei falsi ricordi di Douglas, smascherati da dichiarazioni di Edward Lewis, produttore del film, e dei familiari di Dulton Trumbo, sceneggiatore messo nella lista nera.

Qui, occupandoci di temi molto meno rilevanti, ci concentriamo sui passaggi relativi al ruolo di Stanley Kubrick, regista assunto da Douglas per dirigere Spartacus. Gli screzi tra i due sono ormai materia di leggenda e non nascondo il mio piacere nel vedere che, nuovamente e ormai non sorprendentemente, la mitologia kubrickiana crolla e dalle macerie il nostro ne esce sempre più pulito.

L'aneddoto base relativo a Spartacus è il tentativo di appropriazione indebita del credito da sceneggiatore da parte di uno spregiudicato giovane Kubrick: poiché sotto lista nera, Dalton Trumbo non poteva essere accreditato nei titoli del film; secondo Douglas, Kubrick offrì con nonchalance il proprio nome sul cartellone attribuendosi anche il merito di aver scritto la sceneggiatura; indignato da questo gesto e di fronte all'immobilismo di Lewis, Douglas avrebbe perso la pazienza e rivendicato il nome di Trumbo nel suo giusto ruolo, rompendo così la lista nera e facendo uscire Hollywood dal buio del Maccartismo. Una scenetta a cui è facile credere, se all'aura eroica di Douglas si aggiunge la canonica avarizia kubrickiana nel riconoscere i meriti altrui, peraltro alimentata dall'irruenza dei 30 anni.
Secondo Edward Lewis, l'incontro tra Douglas, Kubrick e Lewis non ha mai avuto luogo e Kubrick non ha mai suggerito di prendersi il ruolo di sceneggiatore del film. Lewis aveva inserito il proprio nome sul copione prima che la produzione iniziasse ma si era rifiutato di mantenerlo sul film distribuito. Lewis ha dichiarato che Dalton Trumbo aveva ripetutamente chiesto che il suo nome fosse chiaramente indicato nella lista dei crediti da sottoporre allo studio. Lewis acconsentì subito e alla fine anche Douglas accettò licenziando il documento con il nome di Trumbo; i due produttori lo passarono così ai capi dello studio.
Il ruolo di Douglas viene enormemente ridimensionato rispetto a quanto sostenuto nel suo memoriale (ad esempio, non fu lui a ingaggiare Trumbo o a scegliere personalmente Lawrence Olivier, Charles Laughton e Peter Ustinov, ma sempre Edward Lewis), ma il colpo di grazia agli orizzonti di gloria dell'attore viene dalla famosa e proverbiale scena "I am Spartacus!", ormai entrata nel linguaggio comune nel mondo anglosassone e oggetto di infinite parodie, nonché astutamente scelta come titolo del memoriale.

Douglas sostiene di aver inventato personalmente questa scena e di averla presentata in bozze a Stanley Kubrick, il quale si era addirittura rifiutato di girarla. Douglas racconta questa scena arricchendola di dettagli molto teatrali, come l'ormai famoso balletto a dorso di cavallo spingendo Kubrick sempre più in un angolo affinché, spaventato dal muso equino sbattutogli in faccia, capitolasse e accettasse la volontà dell'attore.
Secondo quanto dichiarano tanto la famiglia di Trumbo quanto il produttore Lewis, fu Dalton Trumbo a scrivere questa scena a seguito di una serie di suoi appunti, scritti dopo aver visto un primo montaggio del film. L'obiettivo di Trumbo era infatti sempre stato quello di sottolineare i personaggi e le relazioni conflittuali tra gli schiavi.
I Am Spartacus!: Making a Film, Breaking the Blacklist potrebbe gareggiare per il premio di titolo più falso di sempre: Douglas non ha scritto la scena eponima, non ha fatto il film (l'ha diretto Stanley Kubrick) e non ha neppure spezzato la lista nera perché a farlo erano stati anni prima la CBS e Stanley Kramer, senza contare Otto Preminger che con Exodus aveva strombazzato volutamente l'assunzione di Trumbo a tutti i media affinché si mettesse fine alla caccia alle streghe. Questi eventi precedono la lavorazione di Spartacus di due anni.

Douglas, conclude l'articolo, ha ricevuto onore e gloria nei recenti talk show a cui si è prestato, claudicante e fragilissimo, non solo per aver condotto una luminosa carriera nel mondo dei sogni hollywoodiano, incarnando splendidamente perfino il sogno americano del povero che si costruisce da solo, ma anche per aver contribuito al progresso democratico di una nazione. Il fascino nostalgico e la tenera benevolenza che si riservano alle vecchie star non dovrebbero foraggiare il revisionismo.

Ridiscendendo un gradino, aggiungiamo noi, la fama di un vecchio eroe di Hollywood non dovrebbe attribuire maggior valore di verità alle sue parole rispetto a quelle di uno sceneggiatore ormai morto, di un produttore che poco ama le luci della ribalta e di un regista che, fosse stato ancora in vita, difficilmente avrebbe reagito più che con una scrollata di spalle. Ma si sa come funzionano i media.


Kirk Douglas' revisionist history, Tom Benedek, Salon.com 09.11.2012

04 novembre 2012

Alexander Singer ricorda Day of the Fight

La rubrica di fotografia LightBox di Time Magazine presenta un bell'articolo sul passaggio dalla fotografia al cinema di Stanley Kubrick: a partire dalla serie di scatti dal titolo "Prizefighter" sul pugile professionista Walter Cartier pubblicata sulla rivista LOOK il 18 gennaio 1950, viene raccontata l'evoluzione di questo servizio fotografico nel primo cortometraggio diretto da Kubrick, Day of The Fight, anch'esso incentrato sulle gesta di Cartier.

Soprattutto, a corredo del testo c'è un notevolissimo documentarietto-intervista in cui Alexander Singer, uno degli amici più stretti di Kubrick durante l'adolescenza, ricorda le riprese di quel cortometraggio a cui partecipò come operatore e tuttofare. Davvero un ottimo contributo.

From Photography to Film: Stanley Kubrick Enters the Ring, Erica Fahr Campbell, TIME LightBox 01.11.2012

18 ottobre 2012

La foto originale del finale di Shining

Ce lo siamo sempre chiesti tutti: chi c'era dietro la sovraimposizione del volto di Jack Nicholson nella foto che chiude Shining. La foto originale non era mai stata rintracciata, né al Kubrick Archive di Londra dove sono custodite varie stampe di prova del fotoritocco, né tra i cimeli di Emilio D'Alessandro che possiede uno di questi provini.

Finalmente, un paio di giorni fa, il sito Quasi-interesting Paraphernalia Inc. ha recuperato un manuale di fotografia del 1985 che presenta questa foto come esempio di fotoritocco eseguito con l'aerografo. Gli autori del libro, Peter Owen e John Sutcliffe, sono stati i responsabili del trucco fotografico per Kubrick.

Ecco chi hanno cancellato.


Non so come la pensiate, ma io la trovo una scoperta clamorosa.

14 settembre 2012

Room 237: recensione

Ho ricevuto una copia del documentario Room 237 sulle (sovra)interpretazioni di Shining che verrà presentato in anteprima italiana al Milano Film Festival Sabato 22 Settembre, in abbinamento con un incontro con Emilio D'Alessandro per la sua biografia Stanley Kubrick e Me.

Il documentario presenta le voci di cinque individui nordamericani - il solo nome conosciuto è quel Geoffrey Cocks di The Wolf at the Door (chi segue il blog sa già dunque cosa aspettarsi) – i quali spiegano le loro teorie interpretative sul film alla ricerca ossessiva di dettagli e prove a lor dire inconfutabili mentre il film viene sezionato, zoomato, replicato, rallentato e riprodotto avanti e indietro. Sì, siamo invitati a casa di cinque teorici del complotto. Enter at your own risk.

Shining diventa così un'allegoria dell'Olocausto, un'allegoria del genocidio degli indiani d'America, un'elaborazione del senso di colpa di Kubrick per aver simulato l'allunaggio del 1969...

Diretto con brillante arguzia da Rodney Ascher, che sceglie di non mostrare mai gli intervistati né di indicarli con il loro nome se non la prima volta, il documentario risulta da subito una oppressiva e verbosissima sequela di ragionamenti (esito a dire vaneggiamenti per rispetto) che non lasciano respiro e in un paio di momenti causano le vertigini.

Ci sarebbe da inquietarsi, come nel bellissimo e di gran lunga superiore Resurrect Dead (vi scongiuro, guardatelo), ma in questo caso il grado di assurdo è così alto che la pressione psicologica delle varie interpretazioni finisce per esplodere sovente in un sorriso. Il mio momento favorito è quando, nell'interpretazione "allegoria dell'Olocausto", le dissolvenze finali in avvicinamento sulla fotografia di Jack Torrance causano il posizionamento del ciuffo di capelli della stempiatura di Nicholson sul suo labbro superiore, così che i capelli diventano i baffetti di Hitler. Sublime.

L'unico momento in cui Ascher interviene è nel finale, quando candidamente chiede al più infervorato dei vari "critici" (virgolette d'obbligo): "Perché Kubrick avrebbe dovuto inserire dei simboli così nascosti?" La risposta: "Per aprire delle porte. O anche per intrappolare persone come me. Sono incastrato dentro Shining da sempre."

"Non vediamo le cose come sono, vediamo le cose come siamo", diceva Anaïs Nin.

02 settembre 2012

Stanley Kubrick e Me: sito e recensioni

Inauguro oggi il sito internet del libro Stanley Kubrick e me che ho scritto con Emilio D'Alessandro e che potete trovare in libreria pubblicato da Il Saggiatore.

All'indirizzo emiliodalessandro.it pubblicherò fotografie dall'album dei ricordi di Emilio, estratti dal libro, aneddoti escene tagliate, lettere e biglietti autografi di Stanley Kubrick.

Al momento potete leggere una scheda di presentazione del libro, la mia post-fazione che racconta come sono finito a scrivere questa incredibile storia, e un estratto in cui Emilio racconta i suoi viaggi verso casa Kubrick accompagnando attori, musicisti e scrittori.

Il sito raccoglierà anche le recensioni al libro: ad oggi ci sono i tre lusinghieri articoli che sono usciti su Il Venerdì di Repubblica e l'inserto Tuttolibri del quotidiano La Stampa. Ho inserito le scansioni alle pagine così potete vedere alcune delle fotografie inedite incluse nel libro.

Una sezione terrà traccia anche degli appuntamenti legati alla promozione del libro: il primo è per mercoledì 5, a Mantova, nella giornata inaugurale del Festivaletteratura: alle ore 21 nell'aula magna dell'Università, l'evento "Trent'anni accanto a Kubrick" vedrà Emilio raccontare la sua storia in un incontro moderato dal giornalista Michele de Mieri, della redazione di Radio 3 Fahrenheit.

30 agosto 2012

Stanley Kubrick e Me, in tutte le librerie

Carissimi,
vi annuncio con grande piacere che da oggi potete trovare in tutte le librerie Stanley Kubrick e Me, il mio primo libro, pubblicato da Il Saggiatore.

Si tratta della biografia di Emilio D'Alessandro, assistente personale di Stanley Kubrick dal 1971 al 1999: trent'anni di aneddoti, segreti dai set, storie di famiglia, confidenze e affetti, per tracciare un ritratto del tutto inedito del regista, lontano dagli stereotipi legati alla sua immagine pubblica.

Arricchito da una prefazione collettiva scritta da Ryan O'Neal, la costumista premio Oscar Milena Canonero, Julian Senior della Warner Bros., l'assistente Andros Epaminondas, gli scrittori Ian Watson e Candia McWilliam, Stanley Kubrick e Me contiene numerose fotografie inedite in bianco e nero e a colori, e lettere scritte a mano da Kubrick a Emilio.

Ho incontrato Emilio per la prima volta nel 2005 e per due anni ho intervistato lui, sua moglie Janette e i suoi due figli Jon-Pierre e Marisa. Ho passato molto tempo a scrivere e riscrivere la sua incredibile storia, cercando di mantenere vivo tutto il fascino, la semplicità, l'integrità e il carattere fiabesco della sua vita. Da oggi potrete dirmi se secondo voi ci sono riuscito.

Grazie per avermi seguito sempre con attenzione su queste pagine, spero che vorrete fare lo stesso anche su quelle cartacee.

28 agosto 2012

Trailer per Fear and Desire in Blu-ray

A giudicare dal trailer preparato dalla Kino Lorber per promuovere l'uscita di Fear and Desire in Blu-ray il prossimo ottobre, la qualità del film restaurato è sbalorditiva, specie per chi era abituato a vederlo nelle VHS pirata di dieci anni fa.



L'edizione - lo ricordiamo - conterrà anche il mediometraggio The Seafarers ma non i due corti ad esso precedenti.

24 agosto 2012

The Seafarers in Blu-ray

La Kino Lorber ha confermato oggi con un annuncio di Facebook l'inclusione del cortometraggio The Seafarers nelBlu-ray in uscita a Ottobre.
We can finally confirm that our new DVD/Blu-ray of FEAR AND DESIRE (out 10/23) will also include Kubrick's 1953 documentary short THE SEAFARERS, newly preserved by The Museum of Modern Art, with support from The Film Foundation and The Franco-American Cultural Fund.
Contrariamente a quanto immaginato all'annuncio del Blu-ray, la copia dovrebbe quindi essere quella restaurata dal MoMA, infinitamente migliore di quella distribuita in VHS e DVD dalla Pietrzack Films.

Le belle notizie però finiscono qui, perché il disco non conterrà gli altri due cortometraggi The Day of The Fight e Flying Padre, per i quali non sono stati raggiunti accordi commerciali soddisfacenti per entrambe le parti. Sfuma così la possibilità di avere il pre-canone Kubrickiano tutto in un unico posto. Se i diritti sono detenuti dalla Warner, mi sorprende ben poco.

22 agosto 2012

Intervista a Mario Maldesi

Uno degli amici kubrickiani mi segnala una recente intervista a Mario Maldesi, realizzata da Il Mondo dei Doppiatori, archivio online che raccoglie schede di tutti i direttori di doppiaggio e doppiatori italiani.

I film stranieri curati da Maldesi sono impressi chiaramente nella mia memoria: sono tra i pochi film che continuo a guardare in italiano per il piacere di ascoltare la meravigliosa recitazione ottenuta da Mario scegliendo e dirigendo i migliori attori del momento. Le Relazioni Pericolose, L'Esorcista, Aliens Scontro Finale... solo per citarne alcuni. Di ogni film toccato da Mario serbo almeno una battuta folgorante, ben più incisiva della controparte originale in inglese. "Trascende ogni mio controllo..." "Lo sai cosa ha fatto, quella stracciacazzi di tua figlia?" Provate a scorrere l'elenco di film diretti da Maldesi e vedete se non è vero: sono battute entrate nell'immaginario collettivo e dubito l'avrebbero fatto se recitate diversamente. Non è solo una questione di traduzione, per la quale Mario si faceva affiancare da vari esperti, né di scelta della voce giusta: si tratta di far sì che l'attore reciti i pensieri del personaggio – la prima massima Maldesiana – e per riuscire a farlo occorrono una grandissima intelligenza e sensibilità.

E anche una precisione assoluta: come gli scrisse Kubrick in una lettera, Maldesi ha "reso la post-sincronizzazione degli attori una forma d'arte."

In questa lunghissima intervista Mario ripercorre la sua carriera e parla ancora con entusiasmo del proprio lavoro, delle sfide superate e dell'amore per il lavoro fatto bene. Ho avuto l'onore e il piacere di intervistare Mario varie volte negli ultimi 10 anni (una chiacchierata a proposito dei DVD è nella sezione Testimonianze) e ritrovo in questo video tutta la sua passione, integrità e dedizione. Lo chiamano "maestro" nell'intervista, un epiteto che a me è sempre suonato un po' farlocco quando non è riferito agli insegnanti delle elementari o ai direttori d'orchestra; in questo caso non trovo nulla da obiettare, anche perché ciò che Mario insegna non si esaurisce nel versante tecnico-artistico.

Non vi dico il minutaggio dei pezzi in cui Maldesi parla di Kubrick e dei cinque film di cui ha curato il doppiaggio: l'intervista dura quasi due ore e merita di esser vista tutta.

08 agosto 2012

Full Metal Jacket Diary per iPad

Esce oggi sull'iTunes Store la versione digitale e multimediale del libro Full Metal Jacket Diary di Matthew Modine: pubblicato in edizione limitata nel 2005, il libro univa il diario tenuto dall'attore durante la lavorazione del film e le fotografie da lui scattate sul set.

La versione per iPad contiene lo stesso materiale più una serie di extra: Modine ha letto l'intero testo trasformandolo in audiolibro, ha aggiunto lettere scritte da Kubrick e numerose altre foto (scannerizzate dai negativi originali per sfruttare a pieno l'alta definizione dello schermo del dispositivo), e soprattutto ha intervistato varie persone che hanno lavorato al film per offrire una visione "alla Rashomon" in cui ciascuno racconta il suo punto di vista su Stanley Kubrick e sul film.

La app quindi è tutta nuova rispetto al libro.

Nel media coverage dedicato all'uscita (con il volano del Cavaliere Oscuro - Il Ritorno di Nolan), Modine racconta che, esattamente come per la versione cartacea, quello che l'ha mosso è realizzare un prodotto che lo stesso Kubrick avrebbe voluto avere e di cui sarebbe stato fiero. Sicuramente un'ottima osservazione promozionale, ma ricordando la cura messa nel libro ne vedo la sincerità.

Come sempre succede, nelle varie interviste scappano sempre nuove chicche. La prima è sapere che il nome del personaggio di Modine, mai detto nel film dove viene sempre chiamato Joker, è J.T. Davis, da James T. Davis, soldato speciale prima vittima di guerra in Vietnam.

La seconda è che Modine e Kubrick hanno continuato a sentirsi dopo la fine del film:
So esattamente quello a cui si riferisce Malcolm [McDowell], perché siamo rimasti in contatto per altri due o tre anni, prima che iniziasse la pre-produzione di Eyes Wide Shut. Poi, quando prese la decisione di fare Eyes Wide Shut lo chiamai e dissi "Ehi, Stanley, come va?" e lui "Ehi Matthew, che vuoi?" E lo so che non intendeva "Perché mi disturbi?" ma sapevo cosa le sue parole sottintendessero. Gli risposi, "Oh, non voglio niente, volevo solo dirti ciao." E questa fu l'ultima volta gli parlai. Non volevo disturbarlo ancora. Perché sapevo che una volta iniziato Eyes Wide Shut e intrapreso il viaggio con Tom Cruise e Nicole Kidman – so cosa sia lavorare con lui per due anni – non avrebbe avuto spazio per nessun altro per via di quanto fosse dedito al suo processo di lavoro. Sarebbe stato maleducato da parte mia, e l'avrei dovuto sapere fin troppo bene avendoci lavorato, chiamarlo per fare due chiacchiere.

Non ho un iPad quindi aspetto le vostre impressioni sulla app.

'Full Metal Jacket' at 25: Matthew Modine tries to answer, 'What was Stanley like?', Jeff Labrecque, Entertainment Weekly 07.08.2012
A photographic diary of 'Full Metal Jacket', CNN 07.08.2012
Exclusive Interview with Matthew Modine, Live for Films 07.08.2012

29 luglio 2012

Prequel di Shining?

La Warner Bros. sta "esplorando la possibilità" di creare un prequel di Shining: una fonte anonima vicina al progetto ha dato lo scoop al Los Angeles Times, e la Warner si è trovata costretta a confermare, specificando tuttavia che il progetto non è neppure in fase ufficiale di sviluppo.

Solo un'ipotesi dunque, però concreta: è già stato assunto la sceneggiatrice Laeta Kalogridis responsabile dello script di Shutter Island di Scorsese (e vi ricordate quante recensioni all'uscita parlavano del film come dello "Shining di Scorsese"?).

La storia dovrebbe raccontare il passato dell'Overlook Hotel prima dell'arrivo di Jack Torrance. In effetti di materiale ce n'è molto, almeno nel romanzo di Stephen King infarcito di dettagli sulle riunioni della malavita, gli omicidi, gli adulteri e i festini di morte che ebbero luogo tra le pareti dell'hotel.

Lo stesso King tre anni fa aveva annunciato Doctor Sleep, il sequel della sua storia, incentrato su Danny, figlio ormai quarantenne di Jack e Wendy, alle prese con gli spiriti in un ospizio. Annunciato nel 2009, pare che il romanzo sia sempre in fase di scrittura.

Non è dato sapere se questo sequel sarà opzionato per fornire materiale al prequel della Warner.

Dopo il sequel di 2001: Odissea nello Spazio girato da Peter Hyams (e serenamente accettato da Kubrick) e il retake su Lolita di Nabokov a opera di Adrian Lyne, assisteremo ad una nuova germinazione dal canone kubrickiano?

'Here's Johnny' (again)? WB exploring 'Shining' prequel, Steven Zeitchik, Los Angeles Times 28.07.2012

27 luglio 2012

Foto inedite dal set di 2001

Giornate ricche per i fan di 2001: Odissea nello Spazio, film che assieme a Shining contende ultimamente il primato mediatico su Kubrick.

Dopo la lettera di Kubrick a Clarke su Letters of Note, la rivista LIFE ha pubblicato sul proprio blog un'altra serie di scatti dal set del film, ad opera di Dmitri Kessel. Ce ne sono di bellissimi. Il mio preferito è questo:

1964: the year they made contact

In occasione del compleanno di Stanley Kubrick (ieri, 26 luglio), il sito Letters of Note ha pubblicato la lettera che il regista spedì allo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke per invitarlo a New York a discutere della possibilità di realizzare "il fantomatico buon film di fantascienza."

Era il 31 marzo 1964; giusto tre settimane dopo i due si incontrarono al Plaza Hotel di New York – e da lì oltre l'infinito.

SOLARIS PRODUCTIONS, INC
31 marzo 1964

Gentile Sig. Clarke:
è una coincidenza molto interessante che il nostro comune amico Caras l'abbia menzionata in una conversazione a riguardo di un telescopio Questar. Sono un ammiratore dei suoi libri da un bel po' di tempo e ho sempre voluto discutere con lei la possibilità di realizzare il fantomatico film di fantascienza "davvero valido".

I miei interessi principali risiedono in queste grandi aree, naturalmente dando per scontati un'ottima trama e personaggi:
  • le ragioni per credere all'esistenza di forme di vita intelligenti al di fuori della Terra;
  • l'impatto (e forse anche la mancanza di questo impatto in certe aree) che tale scoperta potrebbe avere sulla Terra nel prossimo futuro);
  • una navicella spaziale che atterri ed esplori la Luna e Marte.
Roger mi ha detto che lei ha in programma di venire a New York questa estate. Ha un programma non modificabile? Se non l'avesse, considererebbe di venire prima per poterci incontrare, allo scopo di determinare se esista o possa nascere un'idea che ci interessi entrambi a sufficienza per decidere di collaborare a una sceneggiatura?

Incidentalmente, "Sky & Telescope" pubblicizza un discreto numero di telescopi. Se uno avesse spazio per un telescopio di media grandezza munito di piedistallo, diciamo della grandezza di un treppiede da macchina fotografica, esiste un particolare modello migliore degli altri, come il Questar è tra quelli piccoli e portatili?

I miei migliori saluti,
Stanley Kubrick

20 giugno 2012

Stanley Kubrick Exhibition ad Amsterdam

Inizia domani la tappa olandese della Stanley Kubrick Exhibition: per tutta l'estate fino a settembre sarà possibile ammirare oggetti di scena, documenti di produzione, costumi e fotografie dai set dei film di Stanley Kubrick.

L'evento di apertura, alla presenza di Christiane Kubrick, Jan Harlan e l'archivista Richard Daniels, è stasera alle ore 21:00 all'EYE, il centro cinematografico olandese. Sarà proiettata la versione restaurata di Lolita, in occasione del cinquantesimo anniversario della pellicola.

Il ricco programma, oltre alla proiezione di tutti i film, comprende un incontro con Jan Harlan per il suo documentario A Life in Pictures (domani 21 giugno), interviste del pubblico su Eyes Wide Shut (22 giugno), un incontro con l'attrice Johanna ter Seege su Aryan Papers (29 giugno) e una serie di incontri con critici musicali e cinematografici.

Se qualcuno avesse intenzione di farci un salto, ci faccia sapere. Se qualcuno trovasse video degli incontri col pubblico, ci faccia sapere. Insomma, facciamoci sapere.

19 giugno 2012

Kubrick e Fellini: Toby Dammit

Laura Matiz, una fedelissima di ArchivioKubrick che ha contribuito con tre saggi critici nella sezione dedicata alle nostre elukubricazioni, mi ha scritto a proposito delle ben documentate relazioni telefoniche tra Kubrick e Federico Fellini.

In particolare, Laura si sofferma su alcune interessanti connessioni tra il cortometraggio Toby Dammit e Arancia Meccanica. Le lascio la parola copiaincollando dal tuo testo.
Il 12 settembre del 1968 esce in Italia Tre Passi nel Delirio. Tre cineasti di fama mondiale creano brevi racconti di assoluto fascino: Federico Fellini, Louis Malle e Roger Vadim. Il terzo episodio dal titolo Toby Dammit, è l'adattamento del racconto di Edgar A. Poe "Non scommettere la testa con il diavolo" da parte del regista italiano.

Il finale di Toby Dammit vede il protagonista in una folle corsa notturna su un'auto sportiva. La sequenza ricorda in modo preciso la scorribanda dei Drughi di Arancia meccanica prima della violenza.





Inoltre, il finale della sceneggiatura è omologo al finale di Shining. Recita la sceneggiatura del film di Fellini:

"Questo fotogramma, immobile, si trasforma lentamente in disegno: una di quelle figure popolari, a piccoli tratti di penna; è l'illustrazione di un libro, che si richiude. Sulla copertina del libro, c'è il ritratto di Edgar A. Poe."
Condivido con Laura che sia facile pensare alla foto di Jack Torrance. La presenza del film horror di Kubrick tra l'altro era suscitata anche dal personaggio della bambina che ossessiona Toby Dammit: anch'ella, come Danny, gioca con una palla che compare rimbalzando nei momenti strategici della storia.

08 giugno 2012

Video intervista a Malcolm McDowell

Lo so, lo so, l'ennesima intervista a Malcolm McDowell in cui racconta i soliti aneddoti conditi in maniera diversa. E invece no! Cioè, sì, però le racconta così bene che non posso non segnalarla.

27 aprile 2012

Una curiosa somiglianza

Mentre stavo scartabellando tra i post nel blog del Museo della Città di New York (per chi si forse perso i commenti al mio post precedente, segnalo anche qui la categoria Stanley Kubrick di quel blog), mi sono imbattuto nell'articolo "Painting for fun is catching on furiously among celebrated people" pubblicato da LOOK nell'Ottobre del 1948 (anzi, il 12 ottobre 1948: come faccio a sapere che era proprio il 12 quando nemmeno il Museo lo sa? Ma è ovvio! Grazie alla lista delle fotografie di LOOK che ho compilato con Matthew Hunt! Sciocchini. Ok, ora che ho smesso di tirarmela continuiamo pure).

In quell'articolo, una serie di allora famose celebrità del mondo dello spettacolo aveva accettato la scommessa di cimentarsi coi pennelli e produrre un'opera d'arte (quanto erano meravigliosamente innocui gli articoli dei settimanali di costume del secolo scorso). Stanley Kubrick era stato inviato a casa dei vari VIP per fotografarli e scattare una foto al dipinto una volta concluso. (Gli era capitato anche di peggio: andare a casa di un pugile e vederlo mimare le mosse del suo bebè. Non ci sorprende abbia voluto lasciare LOOK. Ma non divaghiamo.)

Il quadro dipinto da Frank Sinatra è un clown molto triste.


No, non voglio parlare delle turbe mentali di Sinatra. Dico, non vi ricorda qualcosa? Volete un aiutino? Cliccate qui.

Dire che sono identici è dire poco. Non è quantomeno curioso? E vi ricordo che il quadro è stato dipinto nell'Ottobre del 1948, otto anni prima del film diretto da Kubrick.

Complottisti? Vi ho lanciato l'osso, sbranatevi.

25 aprile 2012

Gli archivi delle foto di Look

Il Museo della Città di New York ha messo online la collezione delle fotografie scattate da Stanley Kubrick durante gli anni '40 e '50 in cui il regista ha lavorato per la rivista LOOK.

Il database online, meravigliosamente chiaro e puntigliosamente catalogato come solo gli americani sanno fare, è a disposizione per consultazioni: si possono così sfogliare le 7271 fotografie - dico, settemiladuecentosettantuno foto - ciascuna delle quali è stata scannerizzata ad altissima definizione, e ammirarne i più piccoli dettagli, i chiaroscuri del bianco e nero, e perfino la grana della pellicola.


Da passarci delle ore, o più realisticamente dei giorni.

19 aprile 2012

Intervista a Mazursky su Fear and Desire

Ho trovato una recente intervista all'attore e regista Paul Mazursky sul suo debutto sul grande schermo in Fear and Desire di Stanley Kubrick. Mazursky non dice nulla di nuovo o di particolarmente rilevante, ma essendoci poche fonti dirette sul primo lungometraggio di Kubrick, l'intervista resta una lettura interessante.

Kubrick's first feature: Paul Mazursky Q&A on Fear and Desire, Justin Stewart, The Film Society Lincoln Center 26.03.2012


14 aprile 2012

Il poster sopra la TV di Halloran

In Shining, una delle tante stranezze visive abbinate a una composizione meravigliosamente simmetrica avviene nella camera da letto di Dick Halloran, il cuoco dell'Overlook Hotel, durante le vacanze invernali.



Grazie all'incredibile blog The Overlook Hotel, gestito dal regista di Toy Story 3 Lee Unkrich, si è scoperta l'origine di queste bizzarre immagini. Si tratta di una foto scattata all'inizio degli anni '70 e venduta come poster; la modella è Azizi Johari che, sulla sua pagina Facebook, scrive:
Il poster si chiama 'Supernatural Dream'. Mi è preso un colpo quando l'ho visto nel film! Quello sopra la TV è senza dubbio il mio poster. L'altro [quello sopra la testata del letto]... ho pensato "Quand'è che ho fatto quest'altra?!?" C'è sicuramente una grande somiglianza con le mie foto, ma non ho mai posato per quella. Gli artisti a volte si prendono delle licenze creative e dipingono usando le tue sembianze. Ricordo di essermi vista avvolta dal velluto su un dipinto a un mercatino di quartiere. Vivevo a San Francisco dopo che il poster aveva debuttato. Mi viene sempre da soffermarmi a pensare quando mi vedo riprodotta in quel modo.
Per gli amanti delle belle arti come Halloran, Azizi ha scritto di avere ancora l'originale del poster, quindi a breve farà sapere come poter ottenere una ristampa.


06 aprile 2012

Intervista a Modine e libro in uscita

Su La Repubblica in edicola oggi c'è un'intervista a Matthew Modine: l'attore, a New York, parla del suo documentario Jesus was a Commie e annuncia la pubblicazione per Mondadori del libro fotografico Full Metal Jacket Diary uscito negli USA nel 2005.
Cosa ha significato il film di Kubrick per lei?
Non posso paragonare nessun regista a Kubrick. Il rapporto con Stanley è stato fondamentale per la mia crescita di attore non meno di quella che ho avuto con Altman, con cui ho girato Streamers e America Oggi. Stanley era un genio, forse l'unico che abbia mai conosciuto nella mia vita. Un regista che non solo mi ha diretto, ma che mi ha esortato a scrivere. Un grande maestro e insegnante di cinema e di narrativa in generale.

Come è arrivato a pubblicare il suo libro su Full Metal Jacket?
E' stato emozionante, sfortunatamente Kubrick è morto prima che il libro uscisse qui in America. Su suggerimento di un amico ne ho fatto una App per iPad, quindi amici italiani mi hanno consigliato di proporlo alla Mondadori. Sono tutte foto in Roleflex, come le foto dei paparazzi di Marcello Mastroianni. Una bellissima macchina fotografica con straordinaria risoluzione.
Il libro sarà pubblicato anche in Italia in tiratura limitata di 500 copie, con un'uscita prevista per questa estate in concomitanza con il venticinquesimo anniversario del film.

23 marzo 2012

Full Metal Jacket in edizione digibook

La Warner è instancabile nelle sue riedizioni: nei loro uffici devono avere milioni di cronometri appesi a una parete che fanno il conto alla rovescia dopo ogni uscita in home video; passa qualche mese e DRIIIN! Presto presto quel film è scaduto, via via una nuova edizione.

Questa volta tocca a Full Metal Jacket alla sua terza uscita in Blu-ray (quarta se si conta l'inserimento nel cofanetto con tutti i film). Amazon ha messo in prevendita un'edizione in DigiBook a due dischi, con il film nel primo e il documentario Stanley Kubrick's Boxes nel secondo (in definizione standard DVD).


Prezzo di listino 34,99 dollari. Glielo lascio volentieri.

22 marzo 2012

I primi film di Kubrick in Blu-ray

Questo autunno ci aspetta una gran bella sorpresa. La Kino Films ha annunciato l'uscita in Blu-ray di tutte le opere di gioventù di Stanley Kubrick: i tre cortometraggi – Day of the Fight, Flying Padre, The Seafarers – e il film Fear and Desire.

Per i primi due corti si tratta del debutto assoluto in home video: non esiste al momento alcuna edizione in DVD o altri supporti per i documentari girati da Kubrick dopo il suo lavoro come fotografo. Al momento non è dato sapere quale sia la copia in pellicola da cui verranno effettuati i trasferimenti. Per Flying Padre, l'unica copia con qualità apprezzabile conosciuta, è quella trasmessa sul canale televisivo Turner Classic Movies e scaricabile mediante Torrent.

Questa edizione segnerà invece il debutto in alta definizione per The Seafarers, distribuito in DVD dalla Indian Relay Films di Alexander Pietrzak qualche anno fa. Il fatto che lo stesso Pietrzak sia coinvolto in questo Blu-ray potrebbe indicare che la copia che la Kino Films utilizzerà sarà la stessa da cui era stato ricavato il DVD. Poiché era piuttosto sporca e incompleta di alcuni fotogrammi, si spera che facciano un lavoro almeno di ripulitura. In realtà il MoMA aveva annunciato di aver restaurato una pellicola superstite del film, quindi non si può escludere che sia questa la fonte del trasferimento, anche se lo giudicherei sfortunatamente poco probabile.

Per Fear and Desire infine si tratta della prima edizione ufficiale in home video, dopo una serie di uscite un po' fortunose. Recentemente il film era stato proiettato sempre dalla Turner Classic Movies: dalle clip visibili online, la qualità della copia superstite della George Eastman House era ottima, quindi non possiamo che sperare un trasferimento da questa pellicola. O ancora meglio, chissà che non vedrà la luce proprio con la Kino Films quell'annunciato restauro per una edizione di alta qualità fatto dalla George Eastman House nel 2010.

Non ci resta che aspettare.


21 marzo 2012

Harlan: All'Ombra di Suss l'Ebreo

La puntata del 13 marzo scorso di La Storia Siamo Noi, trasmissione di Giovanni Minoli su Rai 3, ha mandato in onda la versione italiana del documentario Harlan: in the Shadow of Jew Suss di cui avevo scritto alla sua uscita in DVD nel 2010.

Il documentario di Felix Moeller intervista tutti i discendenti del regista Veit Harlan, prediletto dal Terzo Reich. La pesante eredità di un artista piegato alla propaganda nazista di Goebbels ha stravolto la vita dei figli e dei nipoti di Harlan.

Tra questi, il produttore esecutivo dei film di Kubrick Jan Harlan e sua sorella Christiane, terza moglie di Kubrick. I due raccontano l'interesse di Kubrick per il regime Nazista e l'incontro che il regista, ebreo, ebbe con Veit Harlan.



Ringrazio Roberto Urbani per la segnalazione. Chi volesse approfondire l'interesse di Kubrick per il periodo Nazista, può leggere un precedente articolo che avevo scritto quando questo documentario era stato annunciato.

12 marzo 2012

Gli artigiani degli Elstree Studios

Nel maggio del 2010 sono state realizzate alcune interviste ai collaboratori inglesi di Stanley Kubrick: Ron Punter, artista scenico in Shining, Kelvin Pike, operatore in 2001: Odissea nello Spazio e Shining, Ray Merrin, post-produzione del suono in Barry Lyndon e Julian Senior, promozione e pubblicità per 2001: Odissea nello Spazio, Arancia Meccanica e Shining.

Queste interviste sono poi confluite nell'Elstree Project, un database di testimonianze delle maestranze che hanno lavorato alla così detta Hollywood britannica, ossia gli EMI Studios tra le cittadine di Elstree e Borehamwood. Altri tecnici che hanno lavorato ai film di Kubrick comprendono June Randall, segretaria di edizione, Terry Rawling, post-produzione del suono, e Alan Tomkins, scenografo.

Oggi sono disponibili su Vimeo tre di queste interviste.





08 marzo 2012

Foto inedite da Spartacus

Il sito internet della rivista LIFE presenta alcune foto inedite dal set di Spartacus scattate dal fotografo J.R. Eyerman.

La rivista aveva inviato sul set il giornalista David Zeitlin per raccontare l'epica produzione del colossal da 12 milioni di dollari. L'articolo che ne uscì, A mighty tale told large, era poco più di un redazionale a scopo promozionale, con fotografie accompagnate da didascalie.

"Sono sicuro che Douglas," scriveva il giornalista al suo ritorno in redazione in un appunto all'editor della rivista, "vestirà di nuovo i soliti panni tutti sangue e rabbia, digrignerà i denti e sarà ancora il Grande Eroe. Tuttavia provo un considerevole rispetto per il regista Stanley Kubrick. Vedremo."



07 marzo 2012

Kubrick e i Beatles

Qualche giorno fa Simone Odino, superesperto italiano di 2001: Odissea nello Spazio, aveva riportato, nei commenti a un mio precedente post, un aneddoto a proposito della sequenza dello stargate: il film Magical Mystery Tour dei Beatles conterrebbe scene girate da Kubrick e non utilizzate nel trip definitivo.

Scettici entrambi – non abbiamo mai letto nulla di simile nelle varie biografie e nei saggi monotematici sul film – ci siamo messi a spulciare il web. Da quel che si legge, potrebbe esser vero: la canzone "Flying" è accompagnata da immagini che sembrerebbero davvero essere scarti di montaggio dalle riprese aeree nella Monument Valley, alterate cromaticamente.



La cosa strana, è che il film dei Beatles è stato trasmesso per la prima volta sulla BBC il 26 dicembre 1967, tre mesi prima del debutto di 2001 nelle sale cinematografiche americane.

Fosse andata effettivamente così, abbiamo trovato l'antesignano delle sequenze aeree di Shining finite nell'epilogo di Blade Runner.

27 febbraio 2012

Kubrick dipinge le bombe

Alla mostra Naked Hollywood sugli scatti realizzati da Weegee attualmente a Los Angeles è esposto il seguente scatto di Kubrick sul set di Il Dottor Stranamore.


Sapevamo che le scritte sulle bombe erano state realizzate da Kubrick, ma non avevo mai visto questa variante con i famosi occhiali a cuore di Lolita. Ennesima (e perduta) citazione autoreferenziale nel cinema di Kubrick.

Intervista fiume con Malcolm McDowell

Hollywood Reporter ha pubblicato un'intervista di 45 minuti con l'attore Malcolm McDowell, ripercorrendo l'intera sua carriera, dai film sperimentali con Lindsay Anderson al recente cammeo in The Artist, passando ovviamente per il ruolo iconico di Alex DeLarge in Arancia Meccanica.

Posso confessarvi di non aver ancora avuto voglia di guardarla? Fatemi sapere voi se c'è qualcosa di interessante o nuovo.



Malcolm McDowell on Starring in Two Best Picture Oscar Nominees 40 Years Apart, Scott Feinberg, Hollywood Reporter 21.02.2012

25 febbraio 2012

Twitter!

Qualcuno si sarà accorto che dalla home page è sparito il bannerino "ArchivioKubrick è su Facebook". Qualche mese fa ho infatti deciso di chiudere il fallimentare esperimento.

A fronte di picchi di 2000 fan, Facebook ha generato solo lo 0,6% di nuovi contatti sul sito. Per mesi ho postato anche su quella pagina gli articoli del blog e ho interagito con chiunque facesse domande, o segnalasse link, o inviasse fotografie sulla bacheca. Tutti si sono limitati a leggere le tre righe iniziali dell'articolo, e quasi nessuno ha cliccato per andare a leggere l'intero post di questo blog. Ovviamente, questo non ha impedito a nessuno di esprimere i loro entusiastici "Mi piace!" – cosa che continua ancora oggi nonostante la pagina sia morta da mesi.

Tutto non fa che confermare la mia teoria secondo cui Facebook è una gabbia dentro cui la gente resta volontariamente prigioniera illudendosi di navigare su internet. Buon divertimento.

Ho così deciso di provare Twitter, una piattaforma che mi sta indubbiamente più simpatica e di cui condivido l'assunto di fondo: condividere con brevi messaggi di testo, arricchiti di foto e link, una serie di interessi. Oltre che postare il contenuto di AK Blog su Twitter, potrò seguire una serie di persone e organizzazioni con attinenze kubrickiane, recuperando ulteriore contenuto per il blog. Vedremo come va.

Finché dura, se volete, follow me on Twitter!


21 febbraio 2012

Blog su Shining

Un paio di mesi fa ha aperto il sito The Overlook Hotel, che raccoglie fotografie, video e curiosità sul film horror di Stanley Kubrick. Da dicembre ha già raccolto varie perle, tra cui un'intervista a Julian Senior sul taglio della scena finale dopo l'uscita americana del film, due interviste ai tecnici degli Elstree Studios dove il film è stato girato, e una foto al copione originale di Jack Nicholson.

Soprattutto, grazie a una visita allo Stanley Kubrick Archive, è uscita fuori questa poesia:
There is no death;
Lifelessness is only a disguise,
Behind which hide,
Unknown forms of life.
Era scritta a mano in un biglietto che Delbert Grady consegnava a Jack Torrence alla fine del loro dialogo nel bagno rosso, una coda della scena tagliata dal montaggio finale. Brividi.

Il sito è finito subito tra i miei RSS.

11 febbraio 2012

Kubrick nella vecchia Hollywood

Old Hollywood è un blog che sguazza nella nostalgia dei tempi d'oro della fabbrica dei sogni americana. Meraviglioso da sfogliare, ci regala anche alcune fotografie dai set dei film di Stanley Kubrick che, andando a memoria, non mi pare di aver visto altrove.

Per esempio questo post sulla battaglia a torte in faccia di Stranamore o queste altre in bianco e nero:





09 febbraio 2012

Come Kubrick si fece da solo la copertina di Newsweek

Dopo averci illuminato sulla creazione del moderno sistema di analisi del box office, Mike Kaplan torna a scrivere sulle colonne di Moviefone con un altro aneddoto dalle sue memorie kubrickiane: la creazione della copertina di Newsweek dedicata ad Arancia Meccanica per cui Kubrick impose di scattarsi da solo una fotografia.

"Non s'è mai sentita una roba del genere", commentò l'art director, "le foto per le nostre copertine ce le facciamo da soli. Se non si fa fotografare da Newsweek, non andrà sulla copertina di Newsweek." Sapete già come andò a finire.

How Stanley Kubrick Shot His Own Newsweek Cover, Mike Kaplan, Moviefone 08.02.2012


25 gennaio 2012

Rapina a Mano Armata e Il Bacio dell'Assassino edizioni Criterion

Dopo la recensione del DVD di Orizzonti di Gloria, passo a quella per Rapina a Mano Armata nell'edizione Criterion del 2011. Si tratta di un'edizione doppia perché contiene anche il film Il Bacio dell'Assassino come extra in un secondo disco DVD (unico disco per l'edizione Blu-ray).

A differenza di Orizzonti di Gloria, il trasferimento di Rapina a Mano Armata è stato effettuato a partire da una pellicola negativa, acquisita in alta definizione a 2K e manualmente ripulita da graffi, segni del tempo e instabilità. Il film non è mai stato così incisivo: ottima definizione dei dettagli, precisione nei contorni e graduali sfumature di grigio.

Le sempre puntualissime note tecniche della Criterion non parlano però del trasferimento di Il Bacio dell'Assassino: sul web viene indicato come è un nuovo trasferimento in alta definizione ma non si fa menzione se a partire da una copia positiva o dal negativo (più probabile la prima). Ad ogni modo, il secondo film di Kubrick guadagna anch'esso una veste splendida, assolutamente non confrontabile con il piatto trasferimento della MGM del 2002.

Nessuna supervisione sui trasferimenti da parte di Leon Vitali, né per Rapina a Mano Armata, presentato in 1.66:1, né per Il Bacio dell'Assassino trasferito in open matte 1.33:1. Ottime entrambe le scelte: ridurre a 1.66:1 il primo film di Kubrick sarebbe stata una forzatura perché dimostra una composizione dell'immagine sostanzialmente quadrata con buona parte dell'azione concentrata nella parte bassa dello schermo (specie nel balletto e negli inseguimenti notturni).

Gli extra per Rapina a Mano Armata comprendono il trailer e una serie di interviste, a cominciare dalla seconda parte dell'intervista a James B. Harris presente in Orizzonti di Gloria: qui il produttore racconta la genesi della Harris-Kubrick Pictures e la lavorazione del film noir, produzione indipendente annidata a Hollywood; altri venti minuti molto piacevoli e interessanti.

Il critico Robert Polito, autore della biografia di Jim Thompson, racconta il controverso rapporto tra lo scrittore noir e Kubrick, una collaborazione iniziata proprio con Rapina a Mano Armata e proseguita con Orizzonti di Gloria e i progetti incompiuti I Stole $16,000,000 e Lunatic at Large.

Questi due contributi sono corredate di nuovo con moltissime fotografie d'epoca, anche se in alcuni casi le stesse presenti nelle interviste di Orizzonti di Gloria.

Infine, una trasmissione francese del 1984 presenta un'intervista a Sterling Hayden in cui l'attore, nella sua terrazza con vista sulla baia di San Francisco, si presenta in tutta la sua spiazzante originalità da vero outsider di Hollywood e ripercorre i propri successi e fallimenti, come soldato in guerra, attore in western e pentito testimone durante il Maccartismo. Assolutamente interessante, anche al di là del bel ricordo di Kubrick durante Rapina a Mano Armata e Il Dr. Stranamore. Assieme a James Mason, Hayden è stato l'unico attore per cui Kubrick abbia scritto un ricordo nel giorno della sua morte, celebrandone appunto l'eccentricità da antieroe americano d'altri tempi, qualità perfettamente evidenti in questo filmato.

Per Il Bacio dell'Assassino come contenuti extra abbiamo il trailer e un'intervista al critico Geoffrey O'Brien che in dieci minuti esamina gli elementi tipici del cinema di Kubrick già presenti in questo film senza però fare un semplice elenco e anzi riuscendo a mettere a fuoco il carattere sì acerbo ma interessante di questo film. Il critico si concentra sull'uso degli ambienti e delle location newyorchesi, sulla fotografia raffinata, sulla narrazione circolare con spiazzanti salti logici e sull'incombente senso di desolazione e fallimento che pervade l'intera opera.

Il libretto, a differenza di Orizzonti di Gloria, non presenta fotografie ma bellissimi disegni a matita che ripropongono le scene del film con una meravigliosa atmosfera noir: un'opera d'arte a sé stante. All'interno un saggio di Haden Guest (leggibile anche online sul sito Criterion) e un estratto da un'intervista a Marie Windsor del 1992 con alcuni aneddoti sulla lavorazione del film.

Nella sezione Risorse, la scheda tecnica dell'edizione e una scansione in alta risoluzione della copertina.

19 gennaio 2012

Borsa di studio per una ricerca su Kubrick

Un accademico ha ricevuto una borsa di studio di 76 mila sterline per studiare il cinema di Stanley Kubrick e gli influssi della cultura ebraica nelle sue opere.

Il Dottor Nathan Abrams della Bangor Univesity del Galles trascorrerà nove mesi tra le carte del Kubrick Archive e intervisterà alcuni degli esponenti della comunità culturale ebraica di New York.

"Nonostante una grande quantità di libri sull'opera di Kubrick – e Kubrick è probabilmente uno dei registi su cui più si è scritto dopo Alfred Hitchcock – pochi sono i volumi basati su ricerche originali nei suoi archivi, né è mai stato considerato con la dovuta attenzione il suo background culturale e etnico."

Mentre io spero che non venga fuori un saggio tipo The Wolf at the Door, voi cercate di reprimere l'invidia, che è un peccato mortale.

Academic gets £76k grant to focus on filmmaker Stanley Kubrick, Wales Online 19.01.2012

14 gennaio 2012

Orizzonti di Gloria edizione Criterion

Con il classico ritardo a cui ormai avrete fatto l'abitudine, recensisco il DVD di Orizzonti di Gloria nell'edizione Criterion del 2010. Seguirà quella di Rapina a Mano Armata, sempre per la Criterion.

Orizzonti di Gloria è stato trasferito dalla Criterion a partire di una copia conservata alla Università della California, Los Angeles. Nonostante i crediti finali indichino che il film è stato restaurato dall'archivio cinema e TV della UCLA in collaborazione con la MGM, non parlerei di vero restauro perché il lavoro non è partito da un negativo del film, ma da un telecine HD Spirit 2K della copia in pellicola, ripulita manualmente da sporco, graffi e instabilità varie.

Piccola nota su questo lavoro: tra i finanziatori compare la Film Foundation, organizzazione no-profit per la conservazione dei film americani che lo stesso Kubrick aveva contribuito a creare sottoscrivendo l'appello di Martin Scorsese nel 1990.

Il trasferimento di Orizzonti di Gloria, supervisionato da Robert Gitt con la consulenza di Leon Vitali, è presentato in formato 1.66:1 come nelle proiezioni cinematografiche d'epoca. Il precedente trasferimento della MGM era invece open matte, ossia a schermo pieno 1.33:1.

Il film è stato distribuito sia in DVD che in Blu-ray. Non ho ancora visto l'edizione in alta definizione perché, a differenza dei dischi della Warner, questa edizione Criterion è Regione A (l'equivalente della Regione 1 dei DVD) e serve un lettore dezonato per leggerla. La versione in DVD (anch'essa bloccata R1) presenta un video sicuramente più pulito dell'edizione MGM, con maggior definizione e incisività, e notevolmente più scuro, senza tuttavia scadere negli errori commessi per l'edizione del 40esimo anniversario di Dr. Stranamore. Nel complesso l'immagine risulta un po' troppo morbida, quasi sfumata, e sono visibili diversi artefatti della codifica digitale, in particolare un piuttosto evidente e fastidioso edge enhancing. A giudicare dalle capture delle recensioni online, il trasferimento in alta definizione dovrebbe essere al contrario ottimo.

Nella migliore tradizione Criterion, il film è accompagnato da un nutrito pacchetto di contenuti extra (ne avevamo già parlato aspettando l'uscita del disco): si inizia con un commento del critico Gary Giddins, autore di un libro sul cinema classico hollywoodiano.

Con un inarrestabile parlantina, Giddins snocciola una quantità notevole di informazioni e grazie alla sua competenza storica riesce a frullare senza sosta bio-filmografie degli attori, informazioni sulle location tedesche, riferimenti al corpus d'opere kubrickiano, confronti con il romanzo di Humphrey Cobb da cui è tratto il film, dettagli di produzione (contratti, budget, tempistica), il contesto storico, la posizione di Orizzonti di Gloria all'interno del genere bellico e in confronto ai più consueti film hollywoodiani.

Tra i momenti migliori, la lettura delle pagine del romanzo che descrivono uno dei personaggi che hanno composto il Colonnello Dax cinematografico durante la scena dell'attacco al Formicaio: l'aderenza del film alla prosa di Cobb ci ricorda come Kubrick si sia sempre preoccupato di mantenere a film finito l'impressione originaria avuta durante la lettura di un romanzo. A trascrivere il commento si otterrebbe un gustoso libretto onnicomprensivo sul film. Ben fatto, Criterion.

Segue una serie di interviste: la prima è un estratto audio dal'intervista di Jeremy Bernstein a Stanley Kubrick, già pubblicata in CD con lo Stanley Kubrick Achives della Taschen e riproposta integralmente anche nell'edizione speciale di 2001: Odissea nello Spazio; qui i due minuti sono accompagnati da una serie di fotografie di scena dalla lavorazione di Orizzonti di Gloria.

Christiane Kubrick fornisce il consueto racconto su come ha conosciuto il regista grazie al ruolo della ragazza nella locanda, ma per la prima volta ricorda con puntualità la lavorazione di quella scena, spiegando tanto il senso della canzone da lei cantata quanto il metodo registico di Kubrick con gli attori.

Non poteva mancare un'intervista a Jan Harlan, ormai ben oltre il presenzialismo più sfrenato: nonostante con Orizzonti di Gloria non c'entri assolutamente nulla, dobbiamo sorbirci ancora la sua melliflua prosopopea critica sul cinema di Kubrick. Stavolta, non potendosi aggrappare a nulla di concreto, Harlan blatera saltando di palo in frasca da Malcolm McDowell a Johann Strauss, da Napoleone Bonaparte a Eyes Wide Shut, perdendo il filo del discorso in più di un'occasione.

L'intervista migliore è quella a James B. Harris, produttore del film e partner artistico di Kubrick per sette anni. Per 22 minuti Harris, ancora acuto e preciso nonostante gli 82 anni al momento dell'intervista, ricorda la produzione in Germania del film, vari aneddoti durante le riprese e alcuni momenti con Kubrick che fanno capire quanto collaborativo fosse il loro sodalizio e quanto legati fossero in quegli anni.

Particolare non da poco, ogni intervista è inframmezzata da bellissime fotografie d'epoca che nella maggior parte dei casi sono inedite. A giudicare dai crediti del DVD, questa collezione deriva dallo Stanley Kubrick Archive dell'Università delle Arti di Londra, dagli archivi della MGM e dalle foto conservate da Harris. Finalmente un ottimo lavoro di ricerca per presentare contenuti nuovi al posto della solita dozzina di foto che ormai conosciamo a memoria.

Gli extra si chiudono con il trailer del film, un talk show inglese del 1979 con ospite Kirk Douglas, il quale però parla di Kubrick e di Orizzonti di Gloria molto poco, e un estratto da un telegiornale francese del 1997 in cui si ricorda l'episodio della Prima Guerra Mondiale che aveva ispirato il romanzo di partenza.

Consueta eleganza per i menu del disco (il principale è un montaggio delle carrellate nelle trincee sul valzer Künstlerleben di Strauss), e libretto con saggio critico d'ordinanza (di James Naremore).

Nella sezione Risorse trovate la scheda tecnica dell'edizione e una scansione in alta risoluzione della copertina.

13 gennaio 2012

Vincent D'Onofrio e il fantasma di Kubrick


L'indimenticabile Palla di Lardo di Full Metal Jacket, al secolo Vincent D'Onofrio, ha recentemente debuttato dietro la macchina da presa con l'horror Don't go in the woods, un bizzarro mix di slasher e musical.

Inevitabile parlare di Kubrick durante le interviste promozionali, e quando un giornalista di Entertainment Weekly gli ha chiesto se dirigendo il suo film avesse mai pensato a Kubrick o agli altri importanti registi con cui ha lavorato come attore, D'Onofrio ha risposto:
E' buffo che tu me lo chieda. Perché ti perseguita, davvero. Dal mio punto di vista, quando penso ai registi con cui ho lavorato nella mia carriera, non mi aiuta affatto pensare quanto fossero grandi, o quanto siano grandi. Rispetto a loro mi sento inadeguato come regista. E allora devo sforzarmi di tenere bene a mente quello che voglio fare e sforzarmi di farlo a modo mio, prendendomi tutte le responsabilità piuttosto che pensare a loro e a quello che avrebbero fatto. Se avessi pensato a Stanley Kubrick durante le riprese avrei smesso il primo giorno.

11 gennaio 2012

Come Kubrick inventò l'analisi del box office

In articolo pubblicato per Moviefone, Mike Kaplan, uno dei responsabili del lancio promozionale di 2001: Odissea nello Spazio e Arancia Meccanica, rivela come sia stato Kubrick a inventarsi il moderno sistema di previsione degli incassi di un film in uscita che si basa sulle performance di film analoghi precedentemente distribuiti nelle varie sale.

Scottato dall'esperienza di 2001, accolto senza alcun entusiasmo dal pubblico di mezza età e faticosamente riposizionato presso il pubblico giovanile con la nuova frase di lancio "The Ultimate Trip" (inventata proprio da Kaplan), Kubrick era determinato a non lasciar nulla al caso per la promozione di Arancia Meccanica.

Consultando vecchie annate di Variety aveva potuto recuperare i dati di incasso di tutti i film nelle principali sale cinematografiche di ogni città degli Stati Uniti. Inserendo questi dati in fogli di calcolo poteva confrontarli per periodo dell'anno, tipologia di film, casa di distribuzione, andamento settimanale del pubblico e così via.

Soprattutto, aveva potuto rispondere al presidente della distribuzione Warner Bros. che suggeriva le sale da prenotare per Arancia Meccanica in questo modo: "Beh, che ne dici invece del cinema Ritz a Philadelphia? Un Uomo da Marciapiede è rimasto in cartellone per sei mesi chiudendo con un incasso di 10.000 dollari solo nell'ultima settimana. Non ho nulla tra i miei dati che sembri meglio di questo. E a Columbus, Il Mucchio Selvaggio è andato benissimo al Cinema Paramount, quindi quella sala è perfetta per il pubblico che vogliamo." Facile immaginarsi la risposta dell'executive.

Di Mike Kaplan ricordo un articolo del 2009 in cui raccontava le fatiche per far trovare un pubblico a 2001.

How Stanley Kubrick Invented the Modern Box-Office Report (By Accident), Mike Kaplan, Moviefone 10.01.2012

03 gennaio 2012

Una foto dal set di Shining mai vista

Il sito Crave Online ospita un articolo sulla Steadicam e sul suo rivoluzionario ruolo nella storia del cinema, articolo che ovviamente inizia dalle carrellate aeree di Shining.

Oltre a un testo interessante, l'articolo presenta questa foto dal set del film, che non avevo mai visto.

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