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20 ottobre 2010

Cinque poster fantastici

Il grafico Brandon Schaefer ha caricato sul suo profilo Flickr una serie di cinque poster dedicati ai film di Stanley Kubrick.

Adoro, assolutamente adoro, quello per Shining. Secondo classificato, Dr. Stranamore per la sublime allusione fallica.

11 ottobre 2010

Napoleon: un'ipotesi

Considerando quanto siano stati deleteri i problemi di budget per il Napoleon, io non avrei visto di cattivo occhio un'ipotesi del genere.



Più che un film, una partita al PC dello zio Stanley proiettata al cinema. Avrebbe di sicuro aperto nuove frontiere alla settima arte.

09 ottobre 2010

Prima recensione di ODG in Blu-ray

Il sito Blu-ray.com ha visionato una copia del disco di Orizzonti di Gloria in arrivo dalla Criterion questo mese. La recensione è molto positiva, sia per quanto riguarda la parte video che la parte audio. All'interno della confezione la Criterion scrive, con la consueta precisione che la contraddistingue sin dalle uscite in LaserDisc dei primi anni '90:
Stanley Kubrick's technical assistant Leon Vitali supervised this new high-definition digital transfer, which was created on an HD Spirit 2K from a 35mm fine-grain master positive from UCLA film archivist Robert Gitt's collection. Thousands of instances of dirt, debris, scratches, splices, warps, jitter, and flicker were manually removed using MTI's DRS system and Pixel Farm's PFClean system.
Telecine supervisor: Leon Vitali.
Telecine colorist: Jeff Chavez/Point 360, Los Angeles.

The monaural soundtrack was remastered at 24-bit from Robert Gitt's 35mm monaural magnetic track. Clicks, thumps, hiss, and hum were manually removed using Pro Tools HD. Crackle was attenuated using AudioCube's integrated audio workstation.
La Criterion ha scelto di presentare il film nel formato 1,66:1, a differenza non solo del DVD uscito nel 2002 per la Fox Video che era open matte 1,33:1 ma anche del proprio LaserDisc uscito con Kubrick in vita (anche se non direttamente supervisionato da lui come era stato per Dr. Strangelove, Lolita e Spartacus), anch'esso open matte. Questo restauro si basa su una serie di documenti rivenuti da Robert Gitt che confermano l'1,66:1 come il formato di proiezione per Orizzonti di Gloria nelle sale cinematografiche dell'epoca.





08 ottobre 2010

I nipotini della Steadicam

Le macchine da presa di questi tempi non sono più le ingombranti Arriflex e di conseguenza lo "Steadicam mount" si adegua: al prezzo di 180$ è possibile acquistare la Steadicam per l'iPhone, uno stabilizzatore in miniatura per effettuare riprese fluide con la microcamera HD contenuta nel telefono intelligente della Apple.

L'iPhone viene assicurato a una cornice rigida collegata a una staffa da cui parte il classico bilanciere delle Steadicam junior; tramite un perno a sfera si arriva all'impugnatura che è quindi libera di muoversi senza influenzare l'iPhone. Le panoramiche e i movimenti sull'asse possono essere fatti con precisione agendo col proprio pollice sulla staffa.

La garanzia di qualità viene dal produttore: Tiffen, lo stesso che collabora da sempre con l'inventore della Steadicam Garrett Brown alla produzione in serie di tutti gli stabilizzatori.

Vien voglia di comprarsi un iPhone solo per questo. Dannyyyy, sto arrivandooooo!!!

07 ottobre 2010

I ricordi di Gwen Davis

Giusto ieri avevo scoperto Gwen Davis, scrittrice, romanziera e poetessa americana che non avevo mai sentito prima. La Davis ha scritto per Vanity Fair un memoriale per Tony Curtis in cui Stanley Kubrick gioca un ruolo da comparsa, ma gustoso. Ho fatto quindi un po' di ricerche sulla signora, oggi 74enne, e ho trovato il suo blog dove da qualche anno indulge al ricordo della sua vita hollywoodiana (senza che nessuno se la fili granché, verrebbe da aggiungere).

In un post interamente dedicato a Kubrick la Davis ricorda come si sono conosciuti, ci fornisce più dettagli sulla collaborazione poi subito interrotta per l'adattamento di Lolita e, in una serie di altri post, ci regala qualche altra comparsata di Kubrick nella sua vita – tutte col botto, per così dire. Vi riporto i due più significativi. Buona lettura.

Love's Uneaten Bread, Gwen Davis, Report from the front 15.09.2005

The Ghost of SuperBowls Past, Gwen Davis, Report from the front 15.02.2010

06 ottobre 2010

L'allieva di Stanley Kubrick, e il nano

In occasione della scomparsa di Tony Curtis lo scorso 29 settembre, Vanity Fair pubblica un lungo articolo-ricordo scritto da Gwen Davis, scrittrice, sceneggiatrice e poetessa americana (a me prima di oggi completamente sconosciuta).

Pare che la Davis sia stata parte attiva nella movida Hollywodiana degli anni '50, dove aveva conosciuto, tra un Dennis Hopper e una Kim Novak, anche il nostro beneamato, che nell'articolo la Davis definisce "mio intimo amico e mentore." Ah, però.

Kubrick l'aveva chiamata a una proiezione di prova per Spartacus e poi l'aveva invitata a cena con Tony Curtis e l'allora sua moglie Janet Leigh. Il racconto ci offre una serie di aneddoti divertenti e sconosciuti, conditi come da copione da un paio di sapide e incredibili battute di Kubrick.
Quando Antonino e Spartacus iniziano la lotta all'ultimo sangue verso la fine del film, ciascuno tentando di uccidere l'altro per risparmiargli l'agonia della crocifissione, Stanley si allungò verso di me e mi sussurrò "Bernie Schwartz (il vero nome di Tony) and Isadore Demsky (il vero nome di Kirk). Chi non si commuoverebbe?"

Io di sicuro. Adorai il film, e adorai Stanley e Christiane e, a partire dal giorno dopo, avrei adorato Tony e Janet. Andammo tutti insieme a cena, tranne Stanley che stava montando il film, eliminando il personaggio del nano perché dalle proiezioni di prova tutto il pubblico aveva veramente odiato il nano. C'erano diverse carte-suggerimento che insistevano "Tagliate il nano!" "Togliete di mezzo il nano!" E così Stanley stava facendo giusto questo. "La gente ha paura dei nani, li mettono in imbarazzo," mi aveva detto giustificando la passionalità che mostravano le carte-suggerimento. "E' perché hanno degli enormi genitali." Che questa rivelazione fosse vera o no, la accettai come un dato di fatto perché era stata detta da Stanley e nessuno, credevo, era più intelligente di lui.
Una volta che Spartacus era approdato nelle sale, Kubrick si era rimesso subito al lavoro su Lolita. Il cambio repentino di film permette alla Davis di regalarci due notizie mai sentite prima.
Quando tornai a Hollywood in missione segreta – lavorare non accreditata alla sceneggiatura di Lolita, cosa che avevo accettato di fare solo per la mia devozione verso Stanley – vidi di nuovo Tony e Janet. Avevo sfacciatamente disobbedito al divieto di Stanley di non chiamare nessuno dei miei amici per far sapere loro che fossi a Los Angeles. (Era ben più di un piccolo paranoico e pensava che se i miei amici avessero saputo che ero in città avrebbero scoperto cosa ero venuta a fare.) Ma siccome avevo conosciuto Tony e Janet proprio tramite lui, mi attribuii senza problemi una dispensa da quel divieto e semplicemente non dissi loro a cosa stavo lavorando.

Stanley voleva provare ad avere Janet nel ruolo della madre di Lolita, sottolineando così l'ironia della scelta di Humbert Humbert di andar dietro alla figlia. "Come potrebbe qualcuno stare di fronte a una donna così seducente, desiderabile e con quella favolosa scollatura e non volerci andare a letto?" mi chiese. "E invece preferirle la sua figlia ancora non sviluppata! Giusto uno con qualche problema..." E davvero, a quel tempo, non c'era nessuno nel mondo del cinema di così luminosamente sessuale quanto Janet Leigh. [...] Non ricordo per quale motivo Janet rifiutò il ruolo in Lolita. Per quanto mi riesce di ricordare, fu per via di Tony che sentiva, quel grande impresario che già all'epoca si considerava, che quel ruolo non era il passo appropriato per lei dopo il cammeo memorabile in Psycho. La versione cinematografica di Lolita avrebbe avuto un tono più morbido se ci fosse stata Janet al posto di Shelley Winters e dei suoi vestiti a poco prezzo. Shelley magari era un'attrice migliore, ma nessuno era più desiderabile di Janet.
Bene, come bottino per un articolo scritto su qualcun altro non è per niente male. Grazie Gwen.

Farewell, Tony Curtis, Gwen Davis, Vanity Fair 05.10.2010

02 ottobre 2010

L'idea di Stanley del paradiso

"L'idea di Stanley del paradiso era lavorare nel suo ufficio, con un occhio su sua moglie che dipingeva in giardino e l'altro sul SuperBowl alla TV. Quello che a Stanley piaceva era poter emergere dal suo ufficio, raggiungere la famiglia in cucina e poi tornare alla sua scrivania sommersa dei libri su cui stava lavorando, ciascuno riempito di note fino a scoppiare."

Questa bellissima immagine è tratta da un articolo di Peter Warren del luglio 1999 che ho letto solo oggi. Non era mai emerso dal mare di articoli che Christiane, Anya e Katharina avevano fatto scrivere ai vari giornali per tentare di ristabilire la loro verità su Stanley Kubrick contro tutti quegli articoli che "non erano solo inaccurati, ma lasciavano anche totalmente fuori la sua arte."


Kubrick family attack monster film director myth, Peter Warren, Sunday Express 11.07.1999
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