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27 ottobre 2011

Le location di Arancia Meccanica

Herve Attia, di cui già ammirammo il video relativo alle location di Shining, ha realizzato un filmato sui luoghi in cui è stato girato Arancia Meccanica con la consueta cura nel far corrispondere il suo girato con le immagini del film.



Se qualcuno volesse rifare il tour, le location sono:

- I Drughi attaccano il barbone: sottopassaggio sud tra la Trinity Road e Swandon Way, Wandsworth Road, Londra;
- Alex cammina verso casa: Binsey Walk e Yarnton Way, Bexley, Londra SE2 9UJ;
- Appartamento di Alex: 56 Stratfield Rd, Borehamwood, Hertfordshire WD6;
- Passaggio con laghetto: 'Flat Block Marina', Binsey Walk sulla riva ovest del lago, da cui si vedono i palazzi della Yarnton Way;
- La vendetta del barbone: verso l'Albert bridge, Chelsea Embankment alla Oakley Street, SW3, Londra;
- Clinica del Trattamento Ludovico: Brunel University in Uxbridge, Middlesex UB8 3PH;
- Ingresso del palazzo di Alex con l'ascensore rotto: ingresso della Torre D, Brunel University, Uxbridge;
- Sala cinema per il trattamento Ludovico: Lecture Room E 302, Brunel University, Uxbridge;
- Casa della signora dei gatti: Manor Lodge School, Shenley, nell'Hertfordshire sulla Blackhorse Lane/Rectory Lane lungo la motorway M25, WD7 9BG;
- Alex si suicida: Edgwarebury Country Club, Barnet Lane, Elstree, England, WD6 3RE;
- Strada d'accesso alla villa di Alexander: School Lane nel Brickett Wood, St Albans, Hertfordshire AL2.

Divertente notare come quasi tutte le location sono a un passo da Abbots Mead, la villa in cui viveva Kubrick all'epoca.

E' possibile seguire le tappe del viaggio cinematografico di Attia su Facebook, YouTube e Vimeo.

20 ottobre 2011

Ciment e Kubrick: racconti e interviste

Il canale Youtube di FilmoTV, un servizio francese di film on demand, presenta quindici video interviste con Michel Ciment: il critico esamina i film di Kubrick e racconta la sua relazione decennale col regista. Di seguito, la playlist con tutti i video.



Tra le informazioni inedite e interessanti, Ciment rivela il mistero dietro l'intervista condotta per Full Metal Jacket: avevamo sempre dato per scontato che per questo film non ci fosse stato il consueto incontro-chiacchierata che aveva dato vita alle interviste per Arancia Meccanica, Barry Lyndon e Shining, e che Kubrick avesse preferito inviare delle risposte scritte, da pubblicare sul volume monografico a lui dedicato. In realtà Ciment racconta di aver incontrato Kubrick a Childwickbury come al solito e di averlo intervistato per due ore. Nonostante una trascrizione molto buona, Kubrick aveva cambiato idea senza dare spiegazioni, chiedendo di non usare l'intervista ma il testo che conosciamo.

Tre frammenti di questa intervista sono stati inseriti nella audioguida della tappa francese della Stanley Kubrick Exhibition. La guida è acquistabile su Amazon o su iTunes Store, in versione inglese, francese o tedesca. Ovviamente per sentire la voce di Kubrick senza doppiaggio è necessario acquistare la versione inglese.

Inevitavilmente, i tre frammenti sono già stati inseriti su YouTube se non volete spendere i due Euro scarsi del prezzo di listino.

16 ottobre 2011

Foto dell'Overlook Hotel del 1921

Il fotografo William Anthony ha postato un curioso articolo due settimane fa.

"Mentre riposavo nella mia camera nell'Overlook Hotel," scrive, "ho trovato una busta in un cassetto contenente queste fotografie. E' sorprendente quanto poco questo posto sia cambiato in 90 anni. Non riconosco il nome del fotografo, forse sono state fatte dal custode dell'albergo?"




La firma sulle foto è quella di Jack Torrance.

14 ottobre 2011

Il designer Chris Foss su A.I. e Kubrick

Per la fase preparatoria di A.I. Artificial Intelligence, Stanley Kubrick aveva ingaggiato vari designer per visualizzare in modo grafico le parole sulle pagine della sceneggiatura. Prima di Chris Baker, disegnatore inglese che ha trascorso più di due anni a Childwickbury, Kubrick aveva ingaggiato Chris Foss, un illustratore che aveva lavorato su molti film di fantascienza, inclusi Alien e Dune.


In un'intervista per Moviefone, Chris Foss ricorda il non proprio esaltante periodo di lavoro alle dipendenze di Stanley Kubrick.
E' stata a dir poco un'esperienza. Mi ha installato nella sua residenza a St. Albans.
Come è stato? So che eri molto influenzato dai suoi film precedenti.
In un certo senso è stato molto triste. Stanley era leggendario per il suo trattar male la gente, per spremerli a poco prezzo. Come ti puoi facilmente immaginare, io non accetto grandi critiche da nessuno. Così lui era piuttosto aggressivo ma poi tornava sempre sui suoi passi.
Quale pensi fosse il segreto del suo successo? Come creativo, come poteva ottenere quei risultati trattando la gente in questo modo?
Questo è il grande mistero! I suoi collaboratori erano tutti attori falliti e lui li schiacciava e li convinceva che non valevano niente. Sembrava un horror degli anni '20, tutti erano come sovrastati dalla sua ombra. Un giorno tornai dopo quello che si potrebbe definire un buon pranzo, e Stanley stava nella mia stanza a guardare con aria cupa il mio disegno, disegno che era stato ridipinto molte più volte di quante avevo ricevuto una cena. Disse, "Questo disegno non funziona," e io esplosi. Gli dissi, "Stanley, questo disegno non funziona perché il concept non funziona, perché il film non funziona, perché non c'è un'idea chiara dietro!" E lui sbatté la mano sul muro e disse, "OK, non c'è un'idea chiara, non c'è un'idea chiara," e se ne andò via. La settimana successiva quando chiamai per dire che la mia macchina era rotta e quindi avrei fatto un po' di ritardo, mi dissero "Beh, Chris, in realtà non c'è affatto bisogno che torni." Ma vedi, in 2001 non c'è un finale! Un mio amico era stato assunto per visualizzare le idee perché Stanley non riusciva a sbrogliare il film, e alla fine ha fatto senza finale, come è risaputo.
Bene, direi che Chris Foss sta dalla parte di quelli che non si sono divertiti con lo zio.

Legendary Illustrator Chris Foss Recalls His Blowout With Stanley Kubrick and Antics on 'Alien' Set, Annette Bourdeau, Movieline 13.10.2011

10 ottobre 2011

Conferenza di Michel Ciment

Smyslov mi segnala questa conferenza che il critico francese Michel Ciment ha tenuto presso l'Institute Lumiere lo scorso maggio: un'ora di chiacchiere con uno dei più autorevoli critici kubrickiani. Sfortunatamente, non è disponibile nessun sottotitolo per chi non conosce il francese.

06 ottobre 2011

Matthew Modine su Kubrick

Matthew Modine, interprete del soldato Joker in Full Metal Jacket, parla sempre molto volentieri della sua esperienza sul set con Stanley Kubrick. In questa intervista in occasione dell'uscita di The Dark Knight Rises, Modine ci regala una delle migliori descrizioni del regista.
Stanley Kubrick è un giocatore di scacchi. Può imparare più cose su qualcuno giocandoci a scacchi di quante uno psichiatra ne può imparare dopo un anno di terapia. Quando me ne accorsi, gli dissi che giocavo a scacchi come un bambino di tre anni. Non volevo che si infilasse nella mia testa. E indovina un po', anche solo avergli detto così gli dette modo di imparare un sacco di cose su di me. C'è un lato molto machiavellico nel gioco degli scacchi. Qualcuno in grado di comprendere davvero quel gioco può creare una strategia per trascinarti in una trappola, ad esempio sacrificando la sua regina per vincere una partita. Lui era un vero maestro, un maestro a creare trappole, finte e illusioni. Al contrario, l'immagine che abbiamo solitamente di Kubrick, con quella faccia fiera e torva, quella è l'immagine che lui stesso aveva preparato per il mondo, ed era qualcosa su cui aveva molto, molto controllo. Come nel Mago di Oz, Toto tira giù il sipario e si accorge che dietro c'è solo un piccolo ometto che manovra delle leve. Ecco come era Stanley: per proteggere se stesso e creare un ambiente in cui potesse esercitare la sua arte, aveva dovuto creare l'illusione di qualcosa che in realtà non era lui. L'illusione di non poter volare... quei comportamenti bizzarri. Diceva che non poteva volare perché se avesse volato avrebbe dovuto andare costantemente a Los Angeles a trattare coi capi dello studio. Molto meglio avere quel vantaggio – e di nuovo siamo agli scacchi – quel vantaggio di avere otto ore d'anticipo vivendo a Londra. Se vuoi parlare con me della sceneggiatura che voglio fare, vieni a casa mia a leggerla! Non farli andar via con una copia, così non possono prendere appunti. Vieni a casa mia e parla del mio script. Che meravigliosa posizione in cui trovarsi – come la chiamano, il vantaggio di giocare in casa.
Q&A with Dark Knight Rises star Matthew Modine, Glen Schaefer, The Province 05.10.2011
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