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22 ottobre 2019

Shining Extended Edition in italiano


Il nostro film horror preferito, Shining, è attualmente ridistribuito nei cinema italiani per due giorni (21 e 22 ottobre), per la prima volta nell'edizione lunga americana.

Caso unico nella filmografia del regista, Shining esiste in due versioni: quella americana di 144 minuti (che Kubrick accorciò di un paio di minuti dopo due giorni dall'uscita nelle sale togliendo un epilogo in ospedale con Wendy, Danny e Ullman) e quella internazionale di 119 minuti, a cui tutti noi italiani siamo abituati. Curiosamente infatti, dopo aver ridotto la lunghezza del film per le uscite in tutto il mondo, Kubrick non eliminò la versione lunga americana e la mantenenne nelle copie home-video distribuite negli Stati Uniti. Entrambe le versioni sono quindi da considerarsi – per usare un termine di moda – director's cuts.

La novità di questa edizione attualmente nelle sale, oltre al fatto che permette a tutti quanti di vedere facilmente la versione lunga senza dover andare ad acquistare un DVD o un Blu-ray americano, sta nel ridoppiaggio delle parti per noi nuove.

Doppiaggio originale del 1980
Doppiaggio italiano: CVD
Sonorizzazione: International Recording
Traduzione: Riccardo Aragno
Dialoghi italiani: Simona Izzo
Direzione del doppiaggio: Mario Maldesi

Doppiaggio del 2019
Edizione italiana e sonorizzazione: Studio EMME Spa
Adattamento dialoghi: Valerio Piccolo
Direzione del doppiaggio: Rodolfo Bianchi

Ruolo Interprete Voce 1980 Voce 2019
Jack Torrance Jack Nicholson Giancarlo Giannini Giancarlo Giannini
Wendy Torrance Shelley Duvall Livia Giampalmo Francesca Fiorentini
Danny Torrance Danny Lloyd Davide Lepore Michele Cardellicchio
Dick Hallorann Scatman Crothers Marcello Tusco Paolo Scalondro
Stuart Ullman Barry Nelson Pietro Biondi Roberto Fidecaro
Delbert Grady Philip Stone Gianni Bonagura  
Lloyd Joe Turkel Roberto Herlitzka Stefano Alessandroni
Dottoressa Anne Jackson   Melina Martello

Mario Maldesi, direttore del doppiaggio di tutti i film di Kubrick da Arancia Meccanica in poi, mi confermò durante una delle nostre conversazioni che la CVD aveva lavorato sulla versione lunga del film, traducendo, adattando e recitando l'intero copione. Esistono quindi voci italiane d'epoca per la versione da 144 minuti. La Warner tuttavia ha preferito ridoppiare le scene aggiunte, piuttosto che fare un lavoro filologico di recupero del doppiaggio originale. Non è dato saperne il motivo: problemi sui nastri originali? Mancanza di impegno, tempo e risorse per cercarlo? Mancanza di voglia? Visto il trattamento riservato ai film di Kubrick dal 1999 in poi è più che lecito dubitare...

Tra l'altro l'unico attore che è stato richiamato dal gruppo originale è Giancarlo Giannini, qui di nuovo alle prese con uno dei suoi doppiaggi più celebri. Né Livia Giampalmo, doppiatrice di Wendy, né Pietro Biondi, voce italiana del direttore Ullman, partecipano a questa operazione. Di nuovo, chissà perché.

Questa versione di Shining è anche un trasferimento digitale in 4K derivato dal restauro sul negativo fatto dalla Warner, con la supervisione di Leon Vitali, ex assistente di Kubrick e responsabile nel 2001 dei remix audio in 5.1 del catalogo Warner. Dopo l'uscita in sala, il film sarà quindi disponibile in edizione home-video in disco 4K e Blu-ray, dal 24 ottobre.

Il restauro, un'operazione analoga a quella compiuta su 2001: Odissea nello Spazio l'anno scorso, è cromaticamente migliore del trasferimento HD dei vecchi Blu-ray, che risultava talmente saturo da essere innaturale e aveva anche un marchiano errore di color grading che rendeva la palla da tennis lanciata dall'Overlook Hotel a Danny di colore rosa. Tuttavia anche questo restauro non è esente da critiche: tutto il film risulta un po' troppo caldo e saturo, e si insinua il sospetto che si sia ceduto alla comune pratica di esaltare il viraggio "teal and orange" (verde acqua e arancione) ormai piaga dei film contemporanei. La differenza principale con i vecchi trasferimenti risiede comunque nelle scene esterne della parte finale, che perdono la caratteristica dominante blu: la neve adesso è bianca, tanto che le siepi di conseguenza sono visibilmente verdi. Non sono colori sbagliati come il rosa della palla da tennis, e tuttavia modificano l'impatto cromatico e quindi emotivo della scena, che risulta essere meno glaciale, più realistica (e sappiamo quello che diceva Kubrick del realismo al cinema).

Ovviamente non ci sono neanche questa volta gli inserti in italiano nei cartelli temporali ("Lunedì", "Ore 4", ecc), nei fogli battuti a macchina ("Il mattino ha l'oro in bocca") e nella foto finale ("Ballo del 4 luglio"), che sono sostituti da sottotitoli a schermo; curiosamente, l'unico sottotitolo presente all'epoca ("MORTE" per "REDRUM") è sparito.

Per quanto riguarda il ridoppiaggio, Giancarlo Giannini ha fatto un lavoro tutto sommato dignitoso: naturalmente si sente che la sua voce è invecchiata, ma quel che spiace maggiormente è sentire che l'attore sembra aver perso quella precisione e potenza che avevano reso il suo Jack Torrance memorabile. Si difendono relativamente bene anche Francesca Fiorentini al posto di Livia Giampalmo per Wendy e Roberto Fidecaro al posto di Pietro Biondi per l'untuoso Ullman. A Dick Halloran va meno bene, perché Paolo Scalondro ha timbro di voce troppo lontano dal Marcello Tusco originale, che eccelleva anche in calore e confidenza. Malissimo va invece al piccolo Danny: Michele Cardellicchio recita in modo piatto e artefatto, e nemmeno prova a fare la voce gracchiante di Tony, vanificando completamente il senso delle scene aggiuntive con Danny, mandato in trance da Tony per proteggerlo dall'orrore scatenato dall'Overlook.

Stefano Alessandroni recita una, forse due battute aggiuntive di Lloyd, quindi è difficile valutare il suo contributo. Melina Martello doppia la dottoressa che visita Danny all'inizio del film: non abbiamo modo di confrontarla con l'attrice che aveva doppiato il ruolo nel 1980, ma possiamo dire che fa un lavoro corretto.

Scelta bizzarra: hanno fatto doppiare a Giannini il finale con le urla scomposte di Jack moribondo nel labirinto, che nel 1980 erano state lasciate in originale; sono bruttissime.

L'adattamento dei dialoghi fatto da Valerio Piccolo invece mi è parso ottimo. Non è una traduzione letterale e quindi innaturale dei dialoghi, come sempre più spesso succede, ma una vera versione italiana che tiene perfino conto di come certe cose erano state tradotte all'epoca ("macchina dei pompieri" ad esempio) e mantiene un sapore anni '80 facendo uso di qualche parola o espressione ormai desueta. Non è dato sapere se sia merito di Piccolo o di Riccardo Aragno che aveva tradotto il copione quarant'anni fa.

In definitiva, si può archiviare questa versione come curiosità ed ennesima riprova del pessimo trattamento che la Warner ormai riserva ai film del nostro. Edizione dopo edizione, errore dopo errore, mancanza dopo mancanza, è difficile darsi una spiegazione delle continue delusioni che ci vengono propinate dal 2000, anche al netto del proverbiale perfezionismo kubrickiano. Voglio dire, prescindendo da quanto Kubrick si è sbattuto per i suoi film, ma un pochino più di cura e amore per il lavoro si potrebbe avere? No, a quanto pare no.

10 ottobre 2019

Rassegna stampa per "2001 tra Kubrick e Clarke"

Il libro 2001 tra Kubrick e Clarke: Genesi, realizzazione e paternità di un capolavoro è uscito da tre settimane e negli ultimi giorni sono stati pubblicati alcuni articoli e interviste interessanti che ho il piacere di segnalarvi.

Il giorno dell'uscita, 16 settembre, sono stato ospite della trasmissione di attualità culturale Diderot della Radio Televisione Svizzera per parlare in diretta con Massimo Zenari sulla paternità condivisa del film, l'arzigogolato sviluppo della sceneggiatura e alcune scoperte sorprendenti che io e Simone Odino abbiamo compiuto consultando le carte degli archivi Kubrick e Clarke. Potete ascoltare il podcast qui sotto, che è anche disponibile sul sito di Diderot.



Le riviste online CameraLook e VeroCinema ci hanno dato modo di raccontare la realizzazione del libro con una sorta di dietro le quinte della ricerca kubrickiana. L'intervista di Giacomo Aricò è disponibile su CameraLook, mentre quella di Simone Tarditi è su VeroCinema.

Simone Tarditi ha anche scritto una lusinghiera recensione che afferma che 2001 tra Kubrick e Clarke è "frutto di un'autentica passione per la materia ... narrato con una precisione assoluta" e con "modalità proprie dell'epopea," tanto che "diventerà uno dei testi di riferimento per ogni futuro studio su Kubrick." Su VeroCinema la recensione completa.

Riccardo Bellini di Birdmen ha scritto che il libro è "Lontano anni luce tanto dalla pedanteria di un approccio accademico quanto dai toni di un'agiografia settaria ... Per chi pensa di conoscere la storia di 2001, come per chi non la conosce affatto; per i neofiti del cinema kubrickiano, come per gli spettatori e gli studiosi più preparati, 2001 tra Kubrick e Clarke è una lettura che arricchisce e appassiona [e] stupisce nel saper coniugare leggerezza e densità." La recensione integrale è sul sito della rivista.

L'ultima recensione in ordine di arrivo è a firma di Daniela Catelli per Coming Soon, che definisce 2001 tra Kubrick e Clarke "un saggio prezioso ... scorrevole e appassionante come un bel romanzo ... Poche altre volte un libro italiano sul cinema ha saputo essere così illuminante sull'opera di un autore unico come Stanley Kubrick, alla cui comprensione questo piccolo e fittissimo volume aggiunge un contributo determinante." Sul portale trovate l'articolo intero.

2001 tra Kubrick e Clarke è stato menzionato anche sui media cartacei: era il consiglio Cinelibri del numero di Film Tv della settimana scorsa ed è stato segnalato da Michele Ceparano della Gazzetta di Parma, da Riccardo Bruni de La Nazione e da Sara Landi de Il Tirreno, quest'ultima anche con un'intervista.





Chiudo questo scampolo di rassegna stampa con una telefonata di Tatti Sanguineti che mi ha fatto molto piacere ricevere. Tatti ha definito il libro "un'impresa titanica" e ha detto di essere "rimasto sopraffatto dalla straordinaria bellezza di questo libro." Tra gli aggettivi che ha usato ricordo "avvincente, illuminante, divertente." Ma il complimento più grande è stato quando ha detto: "L'ho iniziato il pomeriggio e l'ho messo giù solo quando era finito, che ormai era notte fonda."

Auguro a tutti voi una lettura ugualmente appassionante. Grazie per l'attenzione!
© 2001-2011 ArchivioKubrick