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31 agosto 2009

Danny Lloyd dopo Shining

In molti si chiedono che fine abbia fatto Danny Lloyd, il piccolo interprete del figlio di Jack Nicholson e Shelley Duvall in Shining, apparentemente scomparso dalle scene dopo il film di Kubrick.

Qualche anno fa aveva gironzolato su Internet una sua fotografia da adulto, in cui tuttavia non era semplicissimo riconoscere nel giovane con pizzetto le fattezze del piccolo Danny dai lunghi capelli biondi. Lo stesso autore della fotografia rivelava che Lloyd conduceva un' anonima vita come insegnante di biologia in un college alla periferia di Louisville, nel Kentucky. Forse, insegnare è anche per lui un modo di far quadrare i conti alla fine del mese...

Tempo fa mi sono imbattuto in questo video che riporta la sola altra interpretazione di Lloyd, un TV-movie del 1982 sulla vita di G. Gordon Liddy, uno dei militari coinvolti nello scandalo Watergate della presidenza Nixon. Lloyd interpreta il piccolo Liddy in una scena sulla sua infanzia in college.



Curioso notare come anche in questo film il povero Danny non se la passi troppo bene. Ad ogni modo pare che Lloyd stia ancora insegnando nel Kentucky (ultimi avvistamenti riportati nel 2007) e che non sia molto disponibile a parlare della sua esperienza d'attore. No, non è il solito Kubrick tiranno che ha traumatizzato un attore — sul set, Danny era convinto di girare un film drammatico e quando a 12 anni vide una versione molto censurata di Shining fu piuttosto sorpreso, dichiarò sua madre — ma solo una sacrosanta voglia di privacy.

Voleste farvi un po' gli affari suoi, potete irrispettosamente partire da questa pagina sugli ex talenti in erba e da quest'altra pagina con l'intervista telefonica con la madre.

Aggiunta del 08.11.2009
Su amk segnalano questo video, il primo (pare) con riprese live di Danny Lloyd post-Shining, beccato alla sua prima convention sui film horror, a Louisville nel Kentucky, qualche mese fa. Danny ha 36 anni e si è prestato ad autografare qualche foto.

27 agosto 2009

Kubrick Season su More4

Avevo già segnalato la Kubrick Season del canale televisivo inglese More4, inaugurata con quel fantastico spot che simulava la soggettiva di Kubrick in un giorno di riprese sul set di Shining.

The Stanley Kubrick Season - Promo
Guarda il mondo con gli occhi di Stanley Kubrick.



Ho trovato su YouTube tutta la serie di piccoli video che sono stati trasmessi in abbinamento ai film e al documentario di Jon Ronson, Stanley Kubrick Boxes.

I cortometraggi sono stati realizzati dagli studenti del London College of Communication, l'istituzione che ha ricevuto in dono dalla famiglia Kubrick il materiale d'archivio conservato dal regista nelle ormai famose scatole.

Overlook
Un'esplorazione virtuale dell'Overlook Hotel attraverso le vecchie sbiadite polaroid conservate al Kubrick Archive.



SKA-63
Un'animazione che ripercorre tutta l'iconografia fondamentale del cinema di Kubrick.



Call sheet
Una ricostruzione di una riunione di produzione di Dr. Strangelove, basata su veri documenti custoditi al Kubrick Archive.



Kubrick
Il regista Tony Kaye e gli studenti del London College of Communication raccontano il cinema di Kubrick.



Non è un perfetto esempio di istruzione e formazione, di diffusione della cultura e anche di utilizzo creativo degli archivi? Andatelo a raccontare alle nostre università e alle polverose e largamente inutili fondazioni italiane.

Tinto, dici sul serio?

In un'intervista per L'Espresso, il regista Tinto Brass, sempre in cerca di legittimazione artistica e intellettuale per il suo cinema erotico e finalmente accontentato con una retrospettiva al prossimo Festival del Cinema di Venezia, torna a parlare di Kubrick e delle misteriose coincidenze che legano le due carriere registiche.
[Il mio film Nerosubianco] aveva avuto un certo successo. Ero anche stato invitato a Hollywood dalla Paramount. Volevano fare un film con me. Mi avevano proposto un libro da leggere. Io però avevo in mente di fare L'urlo. [...] Letto il libro, gli ho detto grazie è bellissimo, ma prima voglio fare il mio film. E così è stato. Vuol sapere il titolo del libro? A Clockwork Orange. Il film poi se l'è fatto Stanley Kubrick.
Ah, cosa sarebbe stato Kubrick senza il rifiuto di Tinto. Ma sicuramente in Arancia Meccanica avremmo visto più culi.

Non so perché, ma mi viene sempre il sospetto di mitomania.

Ricordiamo anche la precedente epifania di Kubrick nella colorita carriera del Tinto nazionale. Nel 2002, all'uscita di Senso '45, versione del romanzo di Camillo Boito dopo quella viscontiana (la decenza m'impedisce di far paragoni), la commissione censura dette al film con Gabriel Garko e Anna Galiena un visto VM18, facendo infuriare il regista veneziano.
"Sono mortificato e offeso, nella storia il sesso c'è, ma in funzione della deriva passionale dei protagonisti: temi adatti anche a un pubblico di quattordicenni. Poi una delle scene nel mirino, quella dell'orgia, dura 'solo' 20 minuti, contro la mezz'ora di Eyes Wide Shut di Kubrick: eppure a lui gli hanno dato il divieto di 14 anni... [...] Nella sua sequenza dell'orgia la sessualità è concepita in termini funerari; nella mia, invece, è vista in maniera beffarda. E in Italia si accetta solo l'erotismo in versione quaresimale, punitiva."
Magari Tinto ha anche ragione sull'idiozia della censura (siamo sempre pronti qui a dare addosso a ogni censore, membro di associazioni dei genitori o chiunque tenti di imporre la propria limitata visione sull'arte), ma certo un'orgia di mezz'ora in Eyes Wide Shut l'ha vista solo lui.

Ci piace chiudere con questa dichiarazione di intenti brassiana, formulata sempre nel 2002, che fa impallidire qualsiasi fraseggio di Kubrick: "Quando ho a che fare con delle attrici principianti dico loro 'voglio vedere il culo perché è lo specchio dell'anima'." Ass Wide Shut.


Tinto Brass: "Grazie Papi", Alberto Dentice, L'Espresso 27.08.2009
"La mia orgia censurata, quella di Kubrick no", Claudia Morgoglione, La Repubblica 08.04.2002

26 agosto 2009

The Seafarers

Ho acquistato su eBay (ottimo prezzo: nuovo per 14,67$ + 4,95$ di spese di spedizione dagli USA, cioè 14€ recapitato a casa) il DVD di The Seafarers uscito a novembre 2008.

Come dice il bollino rosso sulla copertina, il documentario del 1953, girato da Kubrick dopo le riprese di Fear and Desire ma prima che il lungometraggio debuttasse nelle sale, era stato "perduto per oltre 40 anni" e viene riproposto "per la prima volta in DVD" in edizione "rimasterizzata digitalmente". La copia è anche stata "approvata dalla Stanley Kubrick Estate", tanto che Katharina Kubrick, figlia del regista, ha concesso un'intervista per l'edizione.

Il trasferimento del film mi ha un po' deluso: la copia in pellicola è molto sporca, specialmente nei primi minuti, e presenta un numero considerevole di graffi, tra cui il più grave è una riga verticale ondeggiante al centro dell'immagine che disturba l'intero documentario. In più occasioni mancano alcuni fotogrammi (segno di pellicola rotta) e l'audio salta di conseguenza, perdendo parole.

La cosa curiosa non è trovare una pellicola degli anni '50 danneggiata o non avere i mezzi per restaurarla, quanto sapere che la versione reperibile online sulle reti p2p è molto più pulita e senza fotogrammi mancanti. Avevo dato per scontato che il file video scaricato sui torrents fosse un riversamento di questa edizione quando uscì in VHS una decina di anni fa, invece scopro che si tratta di due copie differenti. Infatti, oltre la maggior pulizia della copia in AVI, le due versioni presentano differenze anche come incipit: nel DVD, le prime due immagini del film (un dettaglio di un rocchetto con le corde della vela e una plongée sulla prua di una nave) sono assenti e sostituite da un counter bianco. Considerate le pessime condizioni dell'inizio del film, è anche possibile che questi centimetri di pellicola fossero così ridotti male da non essere recuperabili.

Il trasferimento inoltre non è progressivo ma interlacciato, quindi la visione su computer non è delle migliori senza un software in grado di de-interlacciare. Nelle immagini seguenti, alcuni esempi di sporco, danni e il problema del ghosting da master interlacciato.




Al film è abbinato un commento audio dei registi Roger Avary e Keith Gordon, entrambi consapevoli di esser stati chiamati senza un vero motivo se non la loro passione per i film di Kubrick: parlano infatti con sincero entusiasmo e, quando cadono nell'inevitabile trappola di collegare un'inquadratura di The Seafarers con una di un successivo film, hanno almeno il garbo di riderci su. Roger Avary presenta un'interessante teoria sul perché Kubrick abbia accettato questo lavoro su commissione: in cerca di soldi, probabilmente ha imposto l'uso del colore per fronteggiare una sfida e imparare qualcosa di più rispetto a quanto già padroneggiato grazie ai corti e a Fear and Desire, girati in bianco e nero. L'esito dell'esperimento non deve essere stato soddisfacente, così Kubrick ha preferito continuare con la pellicola B/N per quasi altri vent'anni. In finale, Avary e Gordon parlano a lungo di Eyes Wide Shut e della presunta sua incompiutezza, portando motivazioni tutto sommato sensate.

Roger Avary è stato anche intervistato da Alexander Pietrzak, responsabile del ritrovamento di The Seafarers, anche se questa intervista, testuale su schermate, non risulta molto interessante. Molto meglio è l'altro testo, anch'esso di Pietrzak, con domande a Katharina Kubrick: la figlia adottiva racconta la sua infanzia con Kubrick e le sue impressioni da spettatrice privilegiata, regalando alcuni aneddoti mai sentiti prima e una non banale considerazione sull'ossessione dei media per le persone famose.

Il DVD contiene infine una scheda di filmografia, un elenco dettagliato dei crediti per la produzione del disco e un foglietto con una foto di Kubrick nella sede del sindacato intento a girare una scena, già pubblicata in A Life in Pictures.

In conclusione, è un'ottima cosa che il film sia stato recuperato e digitalizzato, anche se la qualità video non è delle migliori; il commento è sicuramente un'aggiunta piacevole per quanto poco in tema (avrebbero per esempio potuto chiamare Alexander Singer, amico e collega di Kubrick negli anni newyorkesi) e l'intervista a Katharina risulta utile. Meglio sapere che esiste, anche se non è il miglior DVD possibile per questo documentario.

10 agosto 2009

Aryan Papers in arrivo?

Un articolo del Times rivela che la famiglia di Stanley Kubrick ha contattato la Warner Bros. per promuovere la realizzazione della sceneggiatura di Aryan Papers, scritta da Kubrick a partire dal romanzo di Louis Begley e poi abbandonata all'inizio degli anni '90.

L'onnipresente Jan Harlan, parlando all'apertura della mostra Unfolding Aryan Papers realizzata dalle sorelle Wilson presso il Festival di Edinburgo, ha dichiarato che la Warner dovrebbe contattare un famoso regista per dirigere il progetto, per esempio Ang Lee. Anni fa era stato fatto il nome di Ridley Scott.

La sceneggiatura è di proprietà della Warner e in più di un'occasione Harlan aveva espresso il proprio rammarico per la sua mancata realizzazione. Per A.I. Intelligenza Artificiale, i cui diritti appartenevano alla Kubrick Estate, Harlan aveva avuto la strada spianata ed era riuscito in soli due anni a coinvolgere Spielberg, a produrre il film e a farlo distribuire nelle sale alla Warner — mentre tra l'altro era in giro per il mondo a intervistare testimoni per il suo A Life In Pictures.

Per Aryan Papers la pesca si sta rivelando un po' più complicata del previsto: "Sarei felice di esser coinvolto nel progetto," ha concluso Harlan lanciando l'amo, mosso da chiari intenti artistici. Come è una chiara coincidenza che abbia appena appena finito di supervisionare il Napoleon per la Taschen. In qualche modo dovrà pur impiegare il tempo libero.

Kubrick’s family want Holocaust film made, Stuart MacDonald, The Sunday Times, 09.08.2009

Aggiunta del 12.08.2009: da quando il precedente articolo è stato pubblicato, la notizia è rimbalzata su decine di siti internet, con il nome di Jan Harlan bene in evidenza e senza farsi mancare grasse cavolate tipo questa: "Currently on display at an Edinburgh Festival exhibition are the late cinematic master's research sources for what was to be his next film after EYES WIDE SHUT called THE ARYAN PAPERS."

Andrebbe anche ricordato che nel 2005 la Warner Bros., attraverso la sua sussidiaria Warner Independent Pictures, aveva firmato un contratto con la John Wells Productions per portare sullo schermo il romanzo di Begley: l'adattamento era stato affidato a William Monahan, autore degli script di Le Crociate di Ridley Scott e The Departed di Scorsese, senza alcuna intenzione di resuscitare la sceneggiatura di Kubrick.

WIP a 'Wartime' recruit, Claude Brodesser, Variety, 10.05.2005

Ecco perché nessun portavoce della Warner ha commentato le dichiarazioni di Harlan. Che sia l'ultimo disperato tentativo del cognato produttore? (Tentativo non si dice di cosa, per eleganza. Ma anche: produttore, non si dice di cosa, per la stessa eleganza.)

Scommessa: nel 2014 la Taschen pubblicherà una lussuosa edizione della sceneggiatura Aryan Papers dal costo di 2500 dollari. Gadget della prima edizione: cartoline esclusive da Auschwitz.

08 agosto 2009

Mike Kaplan sulla promozione di 2001

Mike Kaplan lavorava nel publicity department della MGM quando venne chiamato da Kubrick a collaborare per migliorare l'impatto di 2001: Odissea nello Spazio dopo un'uscita poco brillante. Fu proprio Kaplan a inventarsi la frase di lancio "The ultimate trip" che avrebbe seguito la ridistribuzione del film in 70mm mentre ancora il film era nelle sale in versione standard: comprese il monumentale impatto visivo del film e lo trasformò in un'esperienza psichedelica che trovò terreno fertile nella cultura giovanile dell'epoca.

Kubrick lo chiamò poi a supervisionare la campagna di Arancia Meccanica, altro film dalla promozione non scontata il cui successo commerciale sorprese perfino la Warner Bros. che lo stava distribuendo.

Nel seguente articolo, Kaplan ricorda i problemi di marketing di 2001, vinti solo grazie all'ostinazione di Kubrick e all'apertura mentale dei dirigenti della MGM. Il resto dell'articolo confronta la situazione di quegli anni con l'attuale, con ben poco ottimismo: secondo Kaplan, i film per adulti, sofisticati e difficili da inquadrare, vengono abbandonati dai distributori ormai alla ricerca del soldo facile con opere scontate e poco innovative. Riportando il discorso indietro, se la MGM dell'epoca si fosse comportata come le major di oggi, 2001: Odissea nello Spazio non avrebbe avuto non solo il successo ma neppure l'impatto culturale che ottenne. Piuttosto triste, no?

Riporto qui anche un vecchio articolo del Guardian sulla collaborazione tra Kaplan e Kubrick.

How Not to Market Adult Dramas, Mike Kaplan, IndieWire/Thompson on Hollywood, 05.08.2009
Kubrick: A Marketing Odyssey, Mike Kaplan, The Guardian, 02.11.2007

07 agosto 2009

Un nuovo Spartacus

Il canale a pagamento statunitense Starz ha diffuso il trailer della serie TV Spartacus: Blood and Sand, prodotta da Sam Raimi e basata sulla storia già portata sullo schermo da Kubrick. Dalle immagini del trailer si capisce subito dove si va a parare: carne nuda, sangue al ralenti, altri nudi, sabbia quanto basta, un altro po' di nudi.



Alla conferenza stampa di presentazione i produttori si vantavano di aver tra le mani "lo show più ardito della televisione, al limite del consentito perfino su una pay TV" e l'attrice principale rispondeva alla domanda se l'avremmo vista nuda "Temo proprio di sì."

"Bloodshed and hot lesbian action. What more could a man want?" commentava un utente di YouTube appena visto il trailer. Un altro ancor più sagace ha confessato: "I came."

Alla conferenza nessuno ha menzionato la trama della serie, che pare non aver nulla a che spartire col romanzo di Howard Fast ed essere piuttosto un rimaneggiamento di Il Gladiatore con l'estetica di 300. La chicca è arrivata quando, parlando di full frontal nudity per tutti gli attori, i produttori hanno confessato di aver utilizzato una protesi per venire incontro a quelli meno (artisticamente) dotati. Soprannome della protesi: "il Kirk Douglas."

Ostriche o lumache, Antonino?
Prendo direttamente i cazzi, grazie.

06 agosto 2009

2001: Odissea nello Spazio — Edizione speciale

Il film con più contenuti extra del cofanetto è presentato qui in formato video corretto (anamorfico 2,2:1) e in un nuovo trasferimento digitale più brillante e con maggiori sfumature di quello realizzato nel 2001.

Commento audio di Keir Dullea e Gary Lockwood
La traccia audio non è sottotitolata e deriva da registrazioni separate dei due attori. Keir Dullea risulta il più simpatico, sempre pronto a rivelare informazioni e retroscena sulla lavorazione. Gary Lockwood invece riconduce ogni aneddoto a se stesso, finendo in più di un'occasione per autoincensarsi (del resto, l'aveva già fatto nel suo pessimo libro 2001 Memories); non evita neppure di raccontare quel che accade nel film e inciampa pure in un paio di errori (sostiene che Sul Bel Danubio Blu era stato già usato da Kubrick in Orizzonti di Gloria quando in realtà lì il valzer di Strauss era il Künstlerleben; afferma che il set giallo con la hostess non ruotava ed era solo un trucco visivo). In troppe parti del film la traccia audio resta in silenzio: sarebbe stato meglio avere anche un altro testimone per riempire i vuoti, magari un critico o ancor meglio un addetto agli effetti. Dispiace per Dullea, ma una traccia non del tutto convincente.

2001: The Making of a Myth
Documentario di Paul Joyce, come i precedenti inspiegabilmente tagliato per questa edizione in DVD: 12 minuti in meno della versione trasmessa in TV e nuove musiche sovrapposte a quelle del film quando gli intervistati parlano. Purtroppo il documentario si concentra un po' troppo sulla teoria dietro le scelte di Kubrick e Clarke e sull'impatto culturale del film a discapito di racconti sulla genesi delle idee, la lavorazione e gli effetti speciali: dopo un po', ascoltare gli esperti di computer fare le loro previsioni sul futuro e osservare come alcune cose predette dal film si siano avverate risulta un po' noioso. Comunque interessanti le testimonianze di Con Pederson, Douglas Trumbull, Keir Dullea e Daniel Richter.

Standing on the shoulders of Kubrick
Featurette di Gary Leva che intervista registi, critici e direttori della fotografia per parlare dell'influenza che 2001 ha avuto nelle loro vite e carriere lavorative. Alcuni dicono cose interessanti (qualche insight personale su certi punti del film) ma la maggior parte recita una frase su quanto sia stato importante il film di Kubrick e poi scompare. Piuttosto superflua.

Vision of a future passed
Analisi delle previsioni di 2001 in termini di tecnologia, estetica e stile di vita che si sono rivelate corrette e quelle che non si sono avverate. I testimoni (Clarke, Trumbull, Frewin, Harlan, Paul Duncan, Roger Ebert, etc.) raccontano le aspettative della gente alla fine degli anni '60, il loro desiderio di rivolgersi allo spazio e il successivo disinteresse per questi temi una volta che i problemi della Terra offuscarono quell'ottimismo nel decennio successivo. Interessante e ben costruito.

A look behind the future
Dietro le quinte girato sul set nel 1966. L'editore della rivista Look parla degli imminenti progressi dell'America in campo spaziale (lancio del Saturn V e astronauti sulla Luna) e individua la necessità di indottrinare la popolazione per prepararla all'impatto che le scoperte cosmiche avranno sull'economia, la cultura e la società americana. 2001 è considerato un modo per farlo. C'era davvero la sensazione che il mondo stesse per cambiare da un momento all'altro. Bei tempi. Il documentario racconta in parallelo i progressi della NASA, alle prese con la progettazione del LEM, e quelli di Stanley Kubrick che negli studi inglesi della MGM sta costruendo le scenografie per 2001: Odissea nello Spazio. Vengono mostrati i disegni preparatori per le basi lunari e le astronavi, mentre Keir Dullea in accappatoio si concede ai giornalisti. Kubrick è ritratto all'opera mentre studia alcune inquadrature all'interno della gigantesca centrifuga e dirige gli attori in remoto via telecamere. Irreperibile per molto tempo, è un piacere ritrovare questa chicca nel DVD.

What is out there?
Keir Dullea legge un testo scritto da Anthony Frewin che si concentra sull'ambiguità del film: con immagini inedite di Kubrick sul set della Discovery e con l'estratto dell'intervista a Playboy in cui il regista parla della definizione scientifica di dio, questa featurette legittima la mancanza di interpretazioni univoche al film. Dullea racconta poi il prologo con le interviste agli scienziati che doveva aprire originariamente 2001 e che fu scartato da Kubrick in fase di montaggio. Un'intervista a Clarke per la BBC del 1966 introduce i temi del film (evoluzione, impatto della scienza sulla religione, comunicazione con gli extraterrestri, ecc.) ma, poiché il testo è stato scritto da Frewin, il Clarke d'annata viene presto abbandonato nonostante il ragguardevole valore di reperto d'epoca, in favore di (troppi) estratti dalle interviste del prologo perduto che Frewin aveva giusto giusto raccolto nel suo libro Interviste Extraterrestri.

FX and early conceptual artwork
Featurette sugli effetti speciali dell'ultima parte del film, tra slit-scan e riprese di gocce di vernice in espansione dentro fluidi. Si resta sempre sbigottiti a sentire quanto tempo e quanti tentativi sono stati necessari a realizzare anche un solo minuto delle riprese con effetti di 2001. Douglas Trumbull parla delle sue geometriche riprese mentre Christiane Kubrick presenta un montaggio dei primi tentativi di visualizzazione del viaggio oltre l'infinito prima dell'arrivo della slit-scan. La featurette presenta molti più disegni di quanti erano stati esposti alla mostra itinerante del Deutsche Filmmuseum. Unico difetto: troppo breve.

Look: Stanley Kubrick
Documentario sulla carriera da fotoreporter di Kubrick per la rivista Look negli anni '40. Dopo un'introduzione scritta, parte un montaggio di fotografie scattate dal regista su sottofondo di musica jazz. In soli tre minuti si vede quasi un centinaio di foto, ma l'argomento avrebbe meritato ben altro documentario. Peccato, perché le foto sono in gran parte inedite. C'è ancora una miniera da scavare nascosta negli archivi della Biblioteca del Congresso o nei sotterranei di Childwickbury.

Gli extra sono notevoli, anche se nemmeno questo disco è immune dalla pressappocaggine dell'intera operazione: l'intervista audio a Kubrick pubblicizzata in copertina è assente; fortunatamente non è una vera perdita perché era già stata pubblicata come bonus nella prima edizione dello Stanley Kubrick Archives della Taschen. Comunque, grazie al rapporto di immagine corretto e al nuovo trasferimento, questa edizione risulta sicuramente migliore della precedente.

Le altre recensioni:
  • Introduzione
  • Gli extra
  • Arancia Meccanica
  • Shining
  • Full Metal Jacket
  • Eyes Wide Shut
  • © 2001-2011 ArchivioKubrick