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10 novembre 2006

In produzione uno script di SK

Durante gli anni '50 Stanley Kubrick ha collaborato con Calder Willingham e Jim Thompson alla stesura di varie sceneggiature di genere noir. I due scrittori compaiono anche come co-sceneggiatori nei film realizzati dalla Harris-Kubrick Pictures in quel periodo, Rapina a Mano Armata e Orizzonti di Gloria.

Questi script sono stati ritrovati nel 2002 negli archivi Kubrick, quando la famiglia ha iniziato a catalogare il materiale che poi ha portato alla realizzazione del libro della Taschen e della mostra itinerante. La scorsa settimana sono stati pubblicati due articoli che danno alcuni dettagli su queste sceneggiature. In particolare, Lunatic at Large, una storia originale scritta con Jim Thompson, sarebbe in fase di pre-produzione.

E' possibile leggere i due articoli tramite Google Gruppi: New York Times e The Times.

La trama di Lunatic at Large riguarda un assassino in fuga da un manicomio, The Down Slope è una storia ambientata durante la Guerra Civile americana, mentre God Fearing Man è il racconto della vita di un prete che diventa uno dei più grandi rapinatori di banche d'America.

Un provino per FMJ in VHS

Nel 1984 Stanley Kubrick fece pubblicare su diverse riviste e quotidiani un annuncio per il casting del suo prossimo film, Full Metal Jacket: gli aspiranti attori dovevano inviare una VHS in cui, dopo una breve presentazione, davano una dimostrazione delle proprie capacità recitative. Kubrick sperava in questo modo di semplificare e sveltire la ricerca dei ragazzi che avrebbero interpretato i Marines.

A giudicare da uno dei provini che ricevette, la selezione non deve essere stata semplice...

24 ottobre 2006

Gent Film Festival

Sono tornato da Gent, in Belgio, dove si è svolto l'International Film Festival e dove è attualmente la Stanley Kubrick Exhibition. Dall'11 al 21 ottobre, sono stati proiettati tutti i film di Stanley Kubrick in pellicola, in una sezione fuori concorso del festival. La mostra resterà aperta fino a gennaio 2007.

Per la prima volta ho visto sul grande schermo Barry Lyndon, Shining e Full Metal Jacket. Quest'ultimo è stata una vera sorpresa: nonostante abbia sempre pensato che la prima parte del film sia fantastica, avevo sempre avuto riserve sulla seconda, forse per la mia scarsa passione per i film di guerra o forse, per dirla con Michael Herr, perché non avevo la minima idea di cosa Kubrick avesse intenzione di fare. Vederlo con un pubblico fa tutto un altro effetto. Il film funziona, la struttura a due atti è potente, compatta, conclusa. La fotografia con l'enorme profondità di campo tiene gli occhi incollati allo schermo, le steadicam rasoterra ti buttano in mezzo all'azione.

Barry Lyndon è quel capolavoro di fotografia che tutti dicono. Non è per niente scontato ripeterlo. La visione col pubblico poi mi ha ricordato quanto fosse permeato di ironia e sarcasmo: vedendo il film da solo, in TV, non mi era mai parso così divertente. Tre ore senza un briciolo di noia, potevano anche essere dieci e sarebbe stato bellissimo seguire ancora le (dis)avventure di Redmond. L'osservazione sullo stile ironico vale anche per tutti gli altri film: vendendoli uno dopo l'altro, emergono le somiglianze non solo di forma ma anche di stile e l'elemento che più mi ha colpito è questo atteggiamento di ironia distaccata e arguta che permea tutte le storie raccontate da Kubrick.

Shining al cinema semplicemente ti sovrasta. L'edizione proiettata era quella americana, a mio giudizio un po' lenta all'inizio e con qualche digressione inutile (la pediatra e Durkin, in particolare). Eyes Wide Shut in pellicola non ha nulla a che vedere con la brutta edizione in DVD: a parte la grana estremamente visibile della pellicola che era difficilmente conservabile nel telecine, il contrasto della fotografia è molto più forte, i colori molto più saturi e al contempo assolutamente definiti. L'alone costante color albicocca del DVD non esiste: le pareti degli appartamenti sono bianche, non giallastre, le luci alla festa degli Ziegler sono algide, il rosso del Rainbow Fashions è violento e il blu talmente intenso da cavare gli occhi.

La Exhibition, pur in una sistemazione meno ampia di Francoforte, è comunque un gran bello spettacolo. Peccato comunque non aver ritrovato la creatività degli organizzatori tedeschi, che avevano ricreato una parte del labirinto di Shining in modo che il visitatore, stordito dalla musica di Penderecki, trovasse ad ogni svolta di percorso l'ascia di Jack, il coltello di Wendy e la foto incorniciata del 1921. Rispetto alla prima stazione ci sono più oggetti esposti per Aryan Papers e alcuni videodocumentari con fotografie inedite.

In occasione dell'inaugurazione, Christiane è stata intervistata da un giornalista del canale televisivo Canvas: la vedova di Kubrick ha detto più cose nella mezz'ora di trasmissione che in tre o quattro anni di articoli e interviste cartacee. La conferenza con Jan Harlan e Michel Ciment era ben organizzata e ha sofferto solo della sindrome comune a tutti gli incontri col pubblico, quella secondo cui l'intelligenza delle persone presenti è inversamente proporzionale alla probabilità che prendano la parola e facciano domande.

Infine, ho visto anche il documentario diretto da Jan Harlan, O Lucky Malcolm che sarà incluso come extra nella prossima edizione in DVD di Arancia Meccanica: a parte il racconto sempre interessante del lavoro di McDowell con Kubrick, il documentario è piuttosto noioso, montato male e sostanzialmente inutile.

08 ottobre 2006

EWS è una "stronzata"?

R. Lee Ermey, il sergente istruttore di Full Metal Jacket ha detto, durante un'intervista per la promozione di The Texas Chainsaw Massacre: The Beginning, che Kubrick riteneva Eyes Wide Shut "una stronzata" e che la colpa sarebbe tutta di Tom Cruise e Nicole Kidman.
He called me about two weeks before he died, as a matter of fact. We had a long conversation about Eyes Wide Shut. He told me it was a piece of shit and that he was disgusted with it and that the critics were going to have him for lunch. He said Cruise and Kidman had their way with him - exactly the words he used.
Personalmente trovo poco plausibile che Kubrick abbia confidato le sue idee sul film ad una persona poco discreta come Ermey e tendo a dare più credito alle parole di Emilio D'Alessandro, secondo cui Kubrick era molto contento sia del lavoro e della dedizione al progetto da parte di Tom Cruise e Nicole Kidman, sia del risultato finale. Anche Michael Herr, che aveva sentito il regista pochi giorni prima della sua morte, l'aveva trovato entusiasta per il film.

L'intera intervista ad Ermey è su Radar Online mentre il testo italiano è pubblicato da QN.

29 settembre 2006

La mostra SK a Ghent, Belgio

La prossima tappa della Stanley Kubrick Exhibition sarà in Belgio, a Ghent, una cittadina a nord di Bruxelles. La mostra resterà aperta dal 5 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007.

La prima settimana, in concomitanza con il Film Festival di Ghent, verranno proiettati tutti i film di Kubrick. Il 12 ottobre è previsto l'evento An evening with Stanley Kubrick con la partecipazione di Jan Harlan, che introdurrà il suo documentario A Life in Pictures, e di Michel Ciment, uno tra i più autorevoli critici kubrickiani.

Come al solito, maggiori informazioni sulla mostra sono sul sito ufficiale. Sul sito del Ghent Film Festival è disponibile il programma della retrospettiva Kubrick.

Io ci faccio un salto. Poi vi dico. E, ovviamente, si spera che la prossima tappa sia, come fin troppe volte annunciato, Roma.

07 settembre 2006

Il libro di Frewin in Italiano

La casa editrice milanese ISBN Edizioni pubblicherà tra qualche mese l'edizione italiana del libro a cura di Anthony Frewin "Are We Alone? The Stanley Kubrick Extra-terrestrial Intelligence Interviews" con le interviste agli scienziati e filosofi che dovevano aprire 2001: Odissea nello Spazio nel prologo originale.

Il titolo italiano del libro sarà "Stanley Kubrick: Interviste Extraterrestri". Al posto della prefazione dell'onnipresente Arthur C. Clarke presente nell'edizione inglese, avremo un commento di Enrico Ghezzi e Giulio Giorello.

I dettagli del volume, nell'edizione inglese, sono nella sezione Risorse.

19 luglio 2006

Filmato con interviste inedite

Il precedente post annunciava un video di Kubrick alla premiere di 2001. Adesso è disponibile su Google Video l'intera trasmissione televisiva dalla TV olandese.

Il filmato contiene testimonianze da tre registi che hanno parlato di persona o al telefono con Kubrick. Inoltre, un'intervista all'attrice Johanna ter Steege svela la pre-produzione di Aryan Papers con dettagli inediti. Chiude Malcolm McDowell con un estratto dal suo spettacolo A Clockwork Orange Revisited in occasione del Festival di Venezia del 1997.

21 giugno 2006

Videointervista inedita a Kubrick

Salta fuori solo ora un'intervista filmata a Stanley Kubrick, girata per la TV olandese durante la premiére di 2001: Odissea nello Spazio a New York, il 2 aprile 1968. Il filmato è visibile su YouTube.

Katharina Kubrick Hobbs, figlia del regista, visibile brevemente nel filmato insieme alla madre Christiane, ha commentato questo video sul newsgroup alt.movies.kubrick:
OHMIGOD!!!! I have NEVER seen this piece of footage. Thank you SO much. It's wonderful. Also bizarre to see myself and my totally glamorous mother in the background. I remember that premiere very well. It was tremendously exciting and I recall feeling very grown up. I shall save this link for ever.
Katharina.

10 giugno 2006

Omaggio a Orvieto (2)

Sono stato oggi al festival Orvieto MusicAlCinema, dove c'era, o meglio doveva esserci, un omaggio a Stanley Kubrick, pioniere dell'uso innovativo della musica al cinema. Il programma della giornata era il seguente:

- Dibattito in chiave psicanalitica sui film di Kubrick: uno dei due relatori era assente per malattia, le proiezioni video gestite con sommaria incompetenza, persone maleducate nel pubblico. Fortuna che Sergio Bassetti (ospite fuori programma, graditissimo) ha riempito i vuoti con la sua consueta competenza e chiarezza.
- Concerto commemorativo sulle musiche dai film di Kubrick: annullato perché il sole ha scordato il pianoforte e i tecnici non sono stati in grado di montare la tastiera elettronica di riserva.
- Mostra di rari reperti d'archivio: assente non giustificata. Chiesti lumi alla libreria che doveva ospitarla, ci è stato detto che loro la disponibilità dei locali l'hanno data, ma gli organizzatori non hanno organizzato niente.

Se poi uno va a rileggersi il precedente post, in cui riportavo il comunicato stampa di aprile, e trova che dovevano essere proiettati tutti i film di Kubrick alla presenza addirittura Kirk Douglas che avrebbe inaugurato una mostra fotografica mentre ballerini in sontuose scenografie avrebbero danzato sulle colonne sonore, ne esce fuori uno scenario sconfortante. La solita manifestazione tutta chiacchiere e incompetenza italiana.

Il catalogo del Festival dice che questo omaggio a Kubrick era solo un antipasto per un più grande evento nella prossima edizione 2007. Se tanto mi dà tanto...

13 aprile 2006

Omaggio a Orvieto

Il festival Orvieto Musicalcinema che si terrà dal 6 al 10 giugno a Orvieto, ha organizzato per la sua seconda edizione un Tribute to Stanley Kubrick: saranno proiettati tutti i suoi film e l'attore Kirk Douglas inaugurerà una mostra con foto e rari reperti d'archivio.

Le musiche delle pellicole saranno reinterpretate in chiave jazz da Enrico Pieranunzi e il Golden Zuvedra, il celebre balletto lituano, si esibirà all'interno di grandiose scenografie che riprodurranno i set di alcuni film.

01 febbraio 2006

Edizioni speciali in DVD

Il 30 gennaio la Warner Bros. ha annunciato in una conferenza stampa le uscite in DVD dell'anno 2006. La conferenza è stata l'occasione per annunciare la politica che la compagnia seguirà nel presente anno riguardo l'alta fedeltà in digitale: accanto ai DVD infatti la Warner ha intenzione di affiancare le uscite in HD e BlueRay.

Tra queste uscite in doppio formato ci sono quattro edizioni speciali a due dischi per 2001: Odissea nello Spazio, Arancia Meccanica, Shining e Eyes Wide Shut.
Look for 4 new Stanley Kubrick SEs including 2001: A Space Odyssey (1968), A Clockwork Orange (1971), The Shining (1980) and the original unrated version Eyes Wide Shut (1999). Each will include new documentaries and never-before-seen footage blessed by the Kubrick Estate (although don't look for deleted scenes - Stanley himself never wanted them released).
TheDigitalBits

30 gennaio 2006

The Wolf at the Door

Ho finito di leggere il libro The Wolf at the Door: Stanley Kubrick, History and the Holocaust scritto da Geoffrey Cocks nel 2004. E' un saggio molto approfondito che cerca di dimostrare come l'Olocausto sia stato uno dei temi che più hanno interessato Kubrick, tanto che riferimenti più o meno diretti sarebbero presenti in tutti i suoi film. In particolare, l'autore indica come sia possibile rintracciare in Shining un sottotesto interamente dedicato alla più grande tragedia del '900, così da rendere il film una metafora dell'Olocausto.

Indubbiamente interessante... in teoria. Perché alla fine delle sue densissime 400 pagine Cocks non mi ha convinto. Lo storico ha fatto un ottimo lavoro di ricerca, che attraversa l'intero secolo scorso e praticamente ogni espressione artistica (film, romanzi, cartoni animati, documentari, ecc.), rintracciando informazioni su come la dittatura in Germania e l'Olocausto abbiano influenzato moltissimi autori. Cocks ha raccolto anche testimonianze dai familiari di Kubrick (Christiane e Jan Harlan) e dai suoi collaboratori (Diane Johnson in particolare), utilizzate per punteggiare il testo critico.

Però secondo me commette due o tre errori. Il primo è di forma: il libro è troppo lungo e organizzato male. Mi è spesso venuta voglia di saltare qualche pagina che presentava digressioni infinite su autori che niente avevano a che fare con Kubrick e che stanno nel libro solo per qualche indiretto legame con il periodo storico dell'ascesa e caduta di Hitler. La cosa peggiore comunque è che per 360 pagine l'autore rimanda la sua tesi principale accumulando dati fattuali che alla lunga stancano. Non si può, semplicemente, scrivere per tutto il libro "come vedremo più avanti" e "come ci sarà chiaro quando parleremo di Shining". Anche perché di Shining ne parla nell'ultimo capitolo.

Arrivati a questo capitolo con aspettative altissime, cresciute in 360 pagine, uno si immagina di trovare chissà che, di essere scioccato dalla chiarezza e rilevanza del sottotesto nazista nel film, di essere trascinato in un tripudio di "ah ecco!" e "ma dai!" dall'autore che sapiente ti indica indizi e chiavi di lettura. Invece nulla, tutto si sgonfia. Improvvisamente Cocks guarda indietro e prende come prove della sua tesi quei fatti disseminati nelle pagine precedenti. Ma come, prima mi dici "come vedremo" e poi "come abbiamo visto"? Sì, ma dove l'abbiamo visto, scusa?

Altro errore: affidarsi a minuzie per sostenere una tesi enorme. Quando si parla degli altri film, Cocks si aggrappa a coincidenze nella vita di Kubrick e romanzi o film che potrebbe aver letto e visto. Quando si arriva a Shining, gli indizi presi a supporto del sottotesto nazista sono coincidenze di numeri, colori e nomi tedeschi. I continui riferimenti al numero 42 che si trovano nel film richiamano l'anno in cui è iniziata la sistematica eliminazione degli ebrei. Siccome poi 42 è multiplo di 7, si porta dietro tutte le connotazioni magiche e maligne che la numerologia ci insegna. Il colore giallo che spesso è presente nelle scene richiama il colore della stella di David applicata ai vestiti degli ebrei e in più porta associazioni con le malattie, perpetrando lo stereotipo degli ebrei come impuri. La macchina da scrivere di Jack è una Adler, le automobili sono delle Wolksvagen, ecc. Lo so che a semplificare 400 pagine in due righe si fa presto a banalizzare, però questa è la mia impressione.

Infine mi è sembrato anche forzato il voler rintracciare a tutti i costi riferimenti alla Germania e all'Olocausto in tutti, ma proprio tutti, i film diretti da Kubrick, inclusi i primi cortometraggi e i film girati da adolescente. Non commento poi il voler trovare tali riferimenti nei film NON diretti da Kubrick ma solo ipotizzati (Segreto Ardente, The German Lieutenant e tutti gli altri).

Indubbiamente Kubrick era interessato all'Olocausto. Michael Herr, nel suo affettuoso libro memoriale, ricorda come Kubrick insistesse continuamente per fargli leggere una copia del massiccio volume The Extermination of the European Jews che gli aveva regalato. Anche in alcune interviste, specialmente quelle dopo l'uscita di Arancia Meccanica Kubrick ha menzionato l'argomento. E il progetto Aryan Papers testimonia ulteriormente questo interesse. Tuttavia Cocks, semplicemente, esagera.

Per dirlo meglio, trovo che Cocks sbagli approccio. Quando si analizza criticamente un'opera d'arte si dovrebbe procedere dall'opera alla teoria e non viceversa. Il critico, realizzando che alcuni elementi del testo potrebbero portare significato, vuoi perché sono in grande numero, vuoi perché sono difformi dal resto dell'opera, vuoi perché messi insieme risuonano in modo da attrarre l'attenzione, ha il compito di spiegare queste evidenze con una qualche teoria. Con questa prospettiva ad esempio è possibile leggere l'Overlook Hotel di Shining come metafora degli Stati Uniti, una nazione sorta dalla ceneri delle popolazioni indiane: il direttore dell'albergo è vestito coi colori della bandiera americana, nei dialoghi si fa esplicito riferimento ai resti di un cimitero indiano sotto l'hotel, Wendy è vestita in una scena con motivi Sioux, le lattine della dispensa, di marca Calumet, hanno disegnato sull'etichetta un profilo di pellerossa, ecc.

Al contrario, sembra che Cocks abbia pensato la tesi dell'onnipresenza tedesca nei film di Kubrick e si sia messo alla ricerca di prove che possano sostenere questa sua intuizione. Con una tale disposizione è facile rintracciare elementi che provino l'idea critica, anche perché si ha a che fare con opere estremamente complesse e stratificate. Se poi le armi del critico sono la numerologia e il simbolismo dei colori, qualunque opera può voler dire qualunque cosa.

08 gennaio 2006

La mostra SK a Roma nel 2007

Fonti non confermate ma decisamente attendibili (cosa vorrà mai poi dire) annunciano un altro ritardo per l'arrivo a Roma della mostra Stanley Kubrick, organizzata dal museo del cinema di Francoforte e attualmente a Melbourne, in Australia. A causa dei cronici ritardi italiani, i restauri al Palazzo delle Esposizioni non sono ancora terminati e la sede non è quindi pronta per ospitare la mostra.

Annunciata per l'autunno 2005 dopo la sosta berlinese, la tappa italiana della Stanley Kubrick Exhibition è stata già rimandata tre volte, a primavera 2006, ad autunno 2006 e ora a primavera 2007. Vedrete, andrà a finire che partirà per gli USA e dovremo aspettare 10 anni prima che torni in Europa.

Complimenti a chi di dovere.

Aggiornamento del 24/10/2006
Katharina Kubrick Hobbs, in occasione dell'inagurazione della Exhibition a Gent, in Belgio, ha annunciato che la prossima stazione sarà Roma, ad ottobre 2007. Nel frattempo stanno cercando un'altra città europea per colmare il buco tra Gent e Roma e far andare la mostra da qualche parte in primavera.

04 gennaio 2006

Nuovo libro di A. Frewin (2)

Ho finito di leggere il libro Are We Alone? a cura di Anthony Frewin. Ne avevo parlato in toni un po' negativi quando era stato annunciato, poiché non presentava nulla di nuovo o di importante riguardo Kubrick e mi era sembrato l'ennesimo tentativo di sfruttare il nome del regista per vendere pezzetti di mito.

In effetti il mio giudizio resta sostanzialmente lo stesso, tuttavia non penso di aver buttato via i soldi a comprare il libro, perché:
1) costa poco (mai pregio più grande);
2) ci sono 15 foto inedite di Kubrick;
3) c'è la lettera completa dell'avvistamento dell'UFO da parte di Kubrick e Clarke;
4) l'introduzione ha qualche aneddoto interessante.
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