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27 maggio 2015

35 anni di Shining, evento speciale a St. Albans

Lunedì 25 maggio si è tenuta a St. Albans una proiezione speciale di Shining a 35 anni dalla sua uscita nelle sale, con la partecipazione del cast e della troupe che ha lavorato alla realizzazione del film. Organizzato dalla Elstree Foundation, che sta raccogliendo testimonianze per preservare la memoria di uno dei teatri di posa più importanti del cinema inglese, con il patrocinio della Warner Bros. e della Kubrick Estate, l'evento ha visto la partecipazione di una ventina di ospiti.


In attesa della proiezione, sullo schermo del bellissimo cinema Odyssey di St. Albans sono state proiettate diverse fotografie dal set, molte delle quali non avevo mai visto, accompagnate da appropriate musiche anni '20.


Lee Unkrich, regista della Pixar e custode del Tumblr The Overlook Hotel che attualmente sta preparando un libro sulla lavorazione di Shining per la Kubrick Estate, ha moderato l'incontro facendo brevi domande agli ospiti invitati sul palco.


Jan Harlan ha detto che l'intero film è stato girato in studio, a meno di 10 km dal cinema dove ci trovavamo, e che le uniche riprese in location sono state quelle per gli esterni dell'hotel, girate da lui e Douglas Milsome di fronte al Timberline Lodge, in Oregon. "Non ha alcuna importanza se l'interno dell'albergo non corrisponde all'esterno," ha concluso, "è un film dell'orrore, non è necessario che tutto abbia un senso. Come diceva Stanley con una delle sue frasi a effetto, 'Non metterti mai a spiegare qualcosa che tu stesso non riesci a capire.'"

La scrittrice Diane Johnson ha raccontato che si trovava a Londra quando le fu detto di "aspettare la telefonata di uno sconosciuto." Per circa una settimana, lei e Kubrick si intrattennero in conversazioni telefoniche serali, "su tutti gli argomenti possibili tranne che i film." Infine, Kubrick la invitò a casa dove le disse che avrebbe voluto adattare il suo romanzo The Shadow Knows, ma che riteneva il compito troppo difficile e quindi scelse quello di Stephen King, Shining. "Ma chiamò comunque me come collaboratrice perché pensava che io fossi più facile di King." Per undici settimane Diane fu accompagnata da Emilio D'Alessandro ad Abbots Mead, dove la aspettava Kubrick: "Passavamo la giornata insieme, parlando di tutto, guardando film e mangiando cinese. Fu davvero fantastico."

Diane ha poi spiegato il metodo di lavoro sulla sceneggiatura: "Disse che avremmo lavorato separatamente, compilando ciascuno una lista di scene del romanzo che volevamo mettere nel film. Mi dette una copia del libro e un paio di forbici per tagliarle letteralmente dalle pagine." Diane non aveva mai lavorato come sceneggiatrice e trovò questo insolito sistema così efficace da adottarlo anche in tutti gli adattamenti su cui le è capitato di lavorare negli anni successivi.

Il montatore del suono Gordon Stainforth ha raccontato come il dialogo tra Danny e Jack in camera da letto doveva inizialmente restare senza accompagnamento musicale. Seguendo una sua idea, lavorò tutta la notte per proporre un cambiamento a Kubrick. La mattina seguente Kubrick lo incontrò agli studi: "Mi disse, 'Non hai una bella cera, cosa hai fatto?' Gli spiegai che avevo lavorato tutta la notte per fargli vedere una cosa. Lui mi interruppe subito, 'Non può esserci musica lì, non funzionerà mai.' 'Stanley, ti prego, ci ho lavorato tutta la notte, voglio solo che la guardi e poi mi dici.' Quando la scena finì Stanley si voltò e mi guardò sorridendo." Stainforth passò poi a montare il documentario di Vivian: il materiale era tantissimo, poiché Vivian aveva girato per tutti i giorni di riprese, e non fu facile scartare scene per arrivare alla durata prevista. "Stanley poi ce ne fece togliere altre due per inserire ulteriori clip da Shining, perché il documentario doveva pur sempre servire come promozione per il film sulla BBC." Interpretando il sentire di molti in platea, Lee Unkrich ha candidamente dichiarato che sarebbe pronto a uccidere pur di vedere tutto il girato.

Garrett Brown, con accanto un modello di Steadicam dell'epoca riesumato per l'occasione, ha confessato che, pur non credendo nelle coincidenze cosmiche, non ha altro modo di definire l'incontro tra Kubrick e la sua invenzione. Quando Kubrick lo convocò agli Elstree Studios per una dimostrazione pratica dello strumento, capì che il regista aveva già deciso lo stile da dare al suo film e stava disperatamente cercando un sistema per ottenerlo. Se la Steadicam non avesse funzionato, Kubrick aveva preparato un piano B che a posteriori non può non risultare bizzarro: una Citroen 2CV, spogliata di tutto tranne che dello chassis e degli ammortizzatori, su cui montare la macchina da presa. "Se la Steadicam non l'avesse convinto, la sua idea era di trascinare la 2CV per i corridoi dell'hotel."

L'incontro si è concluso con un videomessaggio da parte di Danny Lloyd<: "Mi dispiace molto di non essere presente a questa riunione," ha detto Danny, oggi uno stempiato quarantenne che vive in un ranch in Kentucky con quattro bambini. "Come saprete conduco una vita molto riservata e non do molte interviste, ma non perché non abbia amato girare il film con Kubrick. Voglio rettificare quanto si dice in giro: per me è stata un'esperienza meravigliosa, come stare in famiglia." Danny ha poi chiesto a uno dei suoi figli di salutare il pubblico: il bambino è corso via, la videocamera ha stentato a seguirlo e l'ha ritrovato in sella a un triciclo col quale se ne è andato pedalando verso la cucina.




A fine proiezione, tutti gli invitati sono saliti sul palco per ricevere gli applausi. Il pubblico si è trattenuto a lungo, facendosi autografare libri, poster e DVD. Le più ricercate, naturalmente, sono state Luisa e Lisa Burns, le due interpreti delle gemelle Grady. Impossibile non farsi una foto con loro.

Emilio era raggiante, felicissimo di incontrare i vecchi amici di un tempo, dopo 35 anni. Mi ha molto colpito accorgermi che Diane Johnson posava sempre una mano sulla sua spalla ogni volta che le capitava di passargli accanto: in fondo, pensavo, si sono conosciuti solo per qualche mese.

Lee Unkrich mi ha fatto vedere sul suo iPad alcune delle foto che sta raccogliendo per il suo libro: sono letteralmente migliaia; circa 800 gli sono state date da Danny Lloyd. Tra di queste, una fantastica foto a colori di Emilio coi baffi, di fronte al gatto delle nevi rosso che si vede nella rimessa in una delle scene iniziali. Se nessuno gli mette i bastoni tra le ruote, sarà un gran libro.
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