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31 dicembre 2010

Intervista al designer Bill Gold

Torno a scrivere su Bill Gold, il designer delle locandine di moltissimi film della Warner Bros., perché è uscita oggi un'intervista al Los Angeles Times in cui viene raccontato un po' il lavoro con Kubrick su Arancia Meccanica.
Kubrick era fenomenale. Non lasciava mai Londra, non veniva negli States, ero io che andavo da lui. Sono stato per un paio di settimane nella sua abitazione a lavorare su Arancia Meccanica. Ho lavorato su un sacco di disegni per lui. Molte volte sono tornato a New York e gli ho spedito altra roba. Alla fine, aveva trovato un artista londinese che gli piaceva molto, Philip Castle, e chiese a lui di fare un disegno. A Kubrick piacque enormemente, anche a me, e lo mettemmo nella campagna promozionale. Ci inventammo un po' di frasi che descrivessero i personaggi, come amassero Beethoven e come fossero violenti.

Celebrating the work of movie poster illustrator Bill Gold, Susan King, Los Angeles Times 31.12.2010

28 dicembre 2010

Intervista a Richard Anderson

L'attore Richard Anderson, che in Orizzonti di Gloria interpreta il Maggiore Saint-Auban nella scena dell'interrogatorio al processo, è stato intervistato al Comic Con di Chigago. Una delle domande ha riguardato la sua esperienza con Kubrick.
Stanley era un regista interessato soprattutto all'aspetto visivo delle scene. Quando mi chiamò, aveva guardato tutti i miei film per la MGM per i precedenti sei anni. Ne avevo fatti 24. Quando ci incontrammo, parlammo di cinema per sei ore, una cosa che mi piacque molto. Più tardi ricevetti una telefonata da uno dei suoi collaboratori per dirmi che Stanley mi voleva per il suo prossimo film, che sarebbe stato girato in Germania. Lessi la sceneggiatura di Orizzonti di Gloria e dissi "Quando iniziamo?" Pensai che fosse un'idea straordinaria.

Mentre stavamo girando, andai a Parigi per un paio di giorni; poco dopo dovevo girare una scena in cui la mia battuta era "Sono circondato da un branco di canaglie." Avevo un'idea molto precisa su come avrei dovuto recitarla, e dopo il primo ciak Stanley si avvicinò e mi spiegò un modo diverso di dirla, e io acconsentii anche se continuavo a pensare che il mio approccio fosse migliore. Più tardi Stanley tornò da me e mi disse "Okay, la farò come dici tu solo se puoi rispondermi a questa domanda. Com'è che io sono il regista e non sono andato a Parigi? Che hai fatto quando eri là?" Così gli dissi tutto quello che pensavo avrebbe voluto sentire, e quando vidi il film alla prima mi accorsi che aveva montato la battuta come dicevo io.

Richard Anderson, John Savage at 2010 Chicago Comic Con, Patrick McD, Hollywood Chicago.com 27.10.2010

16 dicembre 2010

Coleen Gray su Stanley Kubrick

L'attrice Coleen Gray, che in Rapina a Mano Armata interpreta la donna di Johnny Clay, racconta l'esperienza di essere diretta da Stanley Kubrick.



Merita un'occhiata anche la parte in cui ricorda il suo partner nel film Sterling Hayden e la scena finale all'aeroporto.

14 dicembre 2010

Ritrovati i minuti tagliati da 2001

The Digital Bits, fonte solitamente molto affidabile, oggi dà la conferma che l'annunciato documentario 2001: Beyond the Infinite di David Larson è stato veramente cancellato. Sarebbe stato Douglas Trumbull, responsabile degli effetti speciali del film e co-autore del documentario, a confermare l'annullamento del progetto. Pare che il documentario si sia arenato per problemi di copyright e di budget.

Tuttavia lo scoop clamoroso rivelato da Trumbull è che la Warner avrebbe ritrovato i minuti che Kubrick tolse dal film dopo la prima proiezione a New York e prima della distribuzione nazionale del film in tutte le sale americane. Secondo Trumbull, che ha parlato a una proiezione di 2001 in 70mm a Toronto, il girato è stato ritrovato in un forziere di una miniera di sale del Kansas. Vale la pena di notare che anche lo script del Napoleon che poi era affiorato su Internet era stato scovato in una miniera di sale del Kansas. Che sia lo stesso archivio? Comunque Trumbull ha precisato che il girato è perfettamente conservato nelle componenti CMY del negativo. Non è stata fatta alcuna menzione all'uso di questo reperto, ma la speranza è ovviamente che siano inclusi nella nuova edizione in Blu-ray del film in uscita nel 2011.

Ecco cosa Kubrick aveva detto sull'argomento a Maurice Rapf per la rivista Action nel gennaio 1969:
I tightened the picture all the way through. I had started thinking about doing it right from the first screening because even though the total reaction of that screening was not representative or good, I could still see places that, as I watched it with an audience, I thought were just going on a bit. It's probably the hardest thing to determine, as to how much weight to give. I just felt as I looked at it and looked at it that I could see places all the way through the film where I would tighten up, and I took out nineteen minutes. The picture had been [originally] two hours and forty-one minutes long.

A number of very perceptive people, and a lot of just ordinary people, saw the long version and flipped over that. I don't believe that the change made a crucial difference. I think it just tightened up, and some marginal people who might have gotten restless won't get restless. But the people that dug the film dug it its original length, and the people that hated it hate it at the present length.
17 Lost Minutes Found of 2001: A Space Odyssey!, Comic Book Movie 16.12.2010
WB Uncovers Lost Footage From Kubrick's '2001: A Space Odyssey', Jeff Sneider, The Wrap 16.12.2010
2001 : 17 minutes inédites retrouvées, Jerome, Forgotten Silver 16.12.2010
17 Minutes of Lost ’2001: A Space Odyssey’ Footage Found, Germain Lussier, Slash Films 16.12.2010
Seventeen Lost Minutes from ‘2001: A Space Odyssey’ Discovered, Nick Newman, The Film Stage 16.12.2010
17 lost minutes of 2001: A Space Odyssey FOUND!, Marc Bernardin, Blastr 16.12.2010

08 dicembre 2010

The Kubrick Series - The Journey to Strangelove

Domenica 5 dicembre è andata in onda online la prima puntata di The Kubrick Series, appuntamento settimanale del gruppo Movie Geeks United di cui avevo anticipato l'arrivo.

"The Journey to Strangelove" presenta la carriera di Kubrick dalla nascita nel Bronx al film sulla Guerra Fredda, in un'ora e mezzo piacevole e ben ritmata.

Il biografo Vincent LoBrutto racconta delle passioni adolescenziali di Kubrick – la fotografia e gli scacchi – e il produttore James B. Harris ricorda le difficoltà per portare sullo schermo Rapina a Mano Armata.

Passando a Orizzonti di Gloria, Harris ricorda la sua perplessità sull'ingaggio di Christiane Harlan per la scena finale e della pericolosità di un film così apertamente contro la barbarie della guerra, senza storie romantiche di contorno o consolazioni per gli spettatori. Richard Harrison, che nel film interpreta il Maggiore Saint-Auban, ricorda l'incontro con Kubrick e il suo metodo di direzione degli attori nella scena, inclusi aneddoti divertenti sulle riprese.

Sempre Harris racconta la questione Spartacus con il potere di Kirk Douglas e i tentativi di resistenza da parte della Harris-Kubrick: soprattutto ricorda che nella sceneggiatura originale non c'era la grande scena di battaglia, inserita di peso da Kubrick. Contribuendo a rendere il film uno dei migliori kolossal dell'epoca, Kubrick ha potuto anche divertirsi a omaggiare l'Alexander Nevsky di Eisenstein che tanto aveva apprezzato in adolescenza.

Lolita è introdotto dall'attrice Shirley Douglas che nel film interpreta una piccola parte e che ha condiviso con Kubrick l'amore per la quiete della campagna inglese, poi Harris ricorda i problemi con la censura americana.

L'ultima parte è dedicata a Il Dr Stranamore con ancora Harris che fa la parte del leone e racconta i preparativi del film e la scelta di Kubrick di trattare l'esplosivo tema della bomba atomica come una farsa. Il biografo di Peter Sellers, Ed Sikov, parla delle fonti di ispirazione per i vari personaggi, mentre l'attore Shane Rimmer che nel film interpreta uno dei militari nel bombardiere parla della gentilezza e disponibilità di Kubrick durante le riprese.

Tutti i racconti dei vari testimoni sono conditi con interventi critici di vari autori di libri kubrickiani.

Applausi a Jamie DuVall che ha messo su quasi da solo l'intero programma come mi ha raccontato in un'email la scorsa settimana e che conclude il programma con una bella definizione dei film di Kubrick: contemporaneamente espressione dello spirito del tempo e in anticipo sui tempi.

Listen to internet radio with MOVIE GEEKS UNITED on Blog Talk Radio

30 novembre 2010

2001 con Alex North

Ovviamente qualcuno ha più tempo di me e mi ha preceduto: su YouTube si trova una serie di video di 2001: Odissea nello Spazio con la colonna sonora composta da Alex North che Kubrick ha scartato in favore dei brani di musica classica. Guardate e poi ditemi se non vi aspettate che esca da un momento all'altro Spartacus con la spada o Varinia con le poppe al vento.





29 novembre 2010

The Kubrick Series - Movie Geeks United








Movie Geeks United è un podcast interamente dedicato al mondo del cinema, con puntate monotematiche ogni domenica pomeriggio. Il gruppo aveva già dedicato una serie di podcast ai film di Kubrick, ma a partire da questo dicembre ha deciso di fare le cose in grande organizzando una Kubrick Series di tutto rispetto.

1) The Journey to Dr Strangelove: puntata che ripercorre la carriera di Kubrick dagli inizi fino all'apocalittica commedia del 1964. Tra gli ospiti: il produttore James B. Harris, gli attori Shane Rimmer e Richard Anderson, i critici Vincent LoBrutto, Ed Sikov, Mario Falsetto, Keith Uhlich, Randy Rasmussen e Erich Feursten, il direttore della fotografia Allen Daviau, e il produttore della versione restaurata di Orizzonti di Gloria Curtis Tsui. 05.12.2010

2) The Ultimate Trip: puntata monotematica su 2001: Odissea nello Spazio. Intervengono Dan Richter (la scimmia Moonwatcher), il direttore della fotografia Allen Daviau, i critici Vincent LoBrutto, Mario Falsetto, Randy Rasmussen, Keith Uhlich, e il regista del sequel Peter Hyams. 19.12.2010

3) A Bit of the Ultraviolence: puntata monotematica su Arancia Meccanica. Intervengono Allen Daviau e i critici VIncent LoBrutto, Stuart Y. McDougal, Mario Falsetto, Randy Rasmussen e Keith Uhlich. Gennaio 2011.

4) Picture imperfect: puntata su Barry Lyndon. Intervengono l'attore e assistente di Kubrick Leon Vitali, l'aiuto regista Andy Anderson, e i critici Vincent LoBrutto, Mario Falsetto e Keith Uhlich. Gennaio 2011.

5) Redrum: puntata su Shining. Intervengono Leon Vitali, l'inventore della Steadicam Garrett Brown, l'aiuto regista Brian Cook e i critici Mario Falsetto, Randy Rasmussen, Keith Uhlich. Gennaio 2011.

6) Born to Kill: puntata su Full Metal Jacket, con Matthew Modine, Leon Vitali, Vincent LoBrutto, e Keith Uhlich. Febbraio 2011.

7) The Waking Dream: puntata su Eyes Wide Shut, con Leon Vitali, Brian Cook, il direttore della fotografia Larry Smith, l'attrice Julienne Davis (entrambi già ospiti in passato di Movie Geeks United), Vincent LoBrutto e critic Keith Uhlich. Febbraio 2011.

8) The living legacy: puntata sui progetti incompiuti, da Napoleon ad Aryan Papers. Febbraio 2011.

Tutte le puntate sono gratuite, ascoltabili in streaming e scaricabili. Un ottimo regalo di Natale.

26 novembre 2010

GIF animate

Il blog If We Don't, Remember Me presenta una serie di GIF animate da film famosi, accompagnate da una citazione memorabile. Non potevano mancare i classici kubrickiani.



"If you men only knew..."
Eyes Wide Shut, 1999


"Gee, I wish we had one of them doomsday machines."
Dr. Stranamore, 1964


"That ain't no Kraut name is it? ... He changed it when he became a citizen. Used to be Merkwürdigeliebe."
Dr. Stranamore, 1964


"You are the caretaker. You've always been the caretaker."
Shining, 1980


"I want you to like it here. I wish we could stay here forever... and ever... and ever."
Shining, 1980


"Wendy, I'm home."
Shining, 1980


"Hi, Lloyd. Little slow, tonight, isnt'it?"
Shining, 1980

08 novembre 2010

Bill Gold: designer delle locandine

Sul Telegraph di oggi c'è un'intervista al designer Bill Gold, responsabile di un'infinità di locandine cinematografiche per oltre 70 anni di successi. Presentando il suo libro appena uscito, Gold ha l'opportunità di fare chiarezza sul suo lavoro, spesso misconosciuto: la maggior parte delle volte sulla locandina viene inserito il nome dell'artista che ha realizzato materialmente il disegno, e il lavoro di chi compone il layout, sceglie i caratteri o addirittura inventa l'idea e dirige il disegnatore resta ignoto.

Bill Gold ha lavorato due volte per Stanley Kubrick, sulle locandine di Arancia Meccanica e Barry Lyndon. Nel classico scontro di personalità sicure del proprio mestiere, Kubrick ha fatto andare fuori di testa Gold, come da copione.
Era un grande onore lavorare con lui, ma il detto preferito di Kubrick era "Se vuoi qualcosa fatta bene, falla da solo," cosa che diventava molto invasiva nei confronti di coloro che lavoravano con lui e che erano creativi.
L'editore del libro presenta una mini-galleria delle pagine, con questo poster di Arancia Meccanica che personalmente non avevo mai visto e che probabilmente sarà stato scartato successivamente in favore del poster triangolare di Philip Castle.


Chi volesse vedere i poster dal vivo, c'è una mostra alla Reel Poster Gallery di Londra, 72 Westbourne Grove.

Bill Gold: the Mad Man of movie posters, Horatia Harrod, The Telegraph 08.11.2010

07 novembre 2010

Momenti Intimi di Marisa Berenson

E' uscito qualche settimana fa il libro Momenti Intimi, autobiografia in ordine alfabetico di Marisa Berenson, modella e attrice che ha interpretato Lady Lyndon per Kubrick.

Il libro è pubblicato in italiano dalla casa editrice Barbes di Firenze e si trova nelle maggiori librerie al prezzo di 18€. Tre le voci alfabetiche che qui ci interessano: "Kubrick, Stanley"; "Lyndon, Barry" e "Lyndon, Lady".

Nella prima Marisa racconta una chiacchierata con il suo amico Stanley Kramer in cui per la prima volta seppe che sarebbe stata contattata da Kubrick. Segue la prima telefonata tra i due, in cui Marisa, a letto con la febbre a 40°, farfuglia qualcosa paralizzata dall'emozione. Kubrick, a sentire lei, pur dicendo "non le posso dir molto sul film", le rivela praticamente tutto prima di spedirle una copia del romanzo di Thackeray. La lavorazione del film è trattata molto brevemente, con un paio di aneddoti senza troppo peso (la Berenson si truccava per tre ore da sola ogni mattina mentre la truccatrice Barbara Daly pensava agli altri attori; un fantasma di una giovane e sfortunata nobildonna le faceva visita nel castello in cui soggiornava), e serve sostanzialmente per dire che la Berenson serba un ottimo ricordo di Kubrick.

La voce "Lyndon, Barry" parla della première e delle recensioni all'uscita del film, e rivela come Kubrick avesse deciso che l'ambasciatrice unica del film presso il pubblico fosse proprio lei, escludendo apertamente Ryan O'Neal, comprensibilmente deluso.

Nella voce "Lyndon, Lady" la Berenson ci confida che l'iconico personaggio che ha interpretato, così impostato, lontano, etereo e romantico, l'ha intrappolata nell'immaginario collettivo sovrapponendola a quell'immagine. Gli uomini si innamoravano di lei perché innamorati di Lady Lyndon. Eppure non lo dice con delusione o con fastidio: ha partecipato alla costruzione di un mito, e ne resta contenta.

"Marisa, abbi pazienza," le diceva Kubrick durante le interminabili riprese dove sorgeva sempre un problema tecnico. "Non sarai mai bella come in questo film." E Marisa ammette che Stanley aveva ragione.

06 novembre 2010

Nuovo libro di critica

Appena uscito in totale sordina il volume di critica Stanley Kubrick scritto da Bill Krohn, monografia della serie "Maestri del Cinema" pubblicata dai Cahiers du Cinéma in italiano.

Il libro tenta una sveltissima analisi dei film di Kubrick senza dire nulla di nuovo: l'idea base attorno cui Krohn struttura il libro è il concetto di ripetizione, che Kubrick persegue opera dopo opera ripetendo scene e inquadrature da un momento all'altro del film, poi da un film all'altro, e riproponendo spesso lo stesso tema e lo stesso concetto in forme diverse.

Fino a Orizzonti di Gloria Krohn non fa danno, presentando osservazioni condivisibili sui movimenti di macchina e le scelte di messinscena. Da lì in poi, ogni capitolo è più impreciso del precedente e Krohn si attacca a dettagli minuscoli, quando non presenti, per piegarli alle sue idee. Inspiegabile poi il continuo riferimento a Orson Welles modello contro cui Kubrick lotta per superarlo.

Veste grafica che sarebbe apparsa già vetusta nei primi anni '90, una serie di inesattezze ed errori non da poco e qualche fotografia più rara delle solite che accompagnano questi volumetti, il tutto per circa 8€. Per una manciata di Euro in più fossi in voi acquisterei Invito al Cinema di Stanley Kubrick di Ruggero Eugeni, Mursia, con maggior beneficio.

E poi, vi prego, basta coi libri che si chiamano "Stanley Kubrick"! Averne uno intitolato "Kubrick Stanley" sarebbe già una rivoluzione.

03 novembre 2010

02 novembre 2010

Intervista con un responsabile marketing Warner Bros.

Un articolo del quotidiano canadese Times Colonist riporta un'intervista a Brian Jamieson, marketing executive della Warner Bros. che ha collaborato con Kubrick dagli anni di Full Metal Jacket. L'articolo contiene l'ormai consueta quantità di sapidi aneddoti sulla meticolosità del regista, conditi questa volta con sincero affetto e ammirazione. "Non era facile, ma era un privilegio," così sintetizza Jamieson i suoi anni con Kubrick.

L'aneddoto migliore è il tira-e-molla coi giapponesi per rompere la tradizionale strategia nipponica di pubblicizzare un film sei settimane prima del lancio. "Bullshit!" pensava Kubrick, e voleva pubblicare il poster di Full Metal Jacket a ridosso dell'uscita. Jamieson spese settimane a Tokyo per convincere i rigidi business man nipponici. Non serve dire chi la spuntò alla fine.

Filmmaker learned at feet of the master, Michael D. Reid, Times Colonist 02.11.2010

20 ottobre 2010

Cinque poster fantastici

Il grafico Brandon Schaefer ha caricato sul suo profilo Flickr una serie di cinque poster dedicati ai film di Stanley Kubrick.

Adoro, assolutamente adoro, quello per Shining. Secondo classificato, Dr. Stranamore per la sublime allusione fallica.

11 ottobre 2010

Napoleon: un'ipotesi

Considerando quanto siano stati deleteri i problemi di budget per il Napoleon, io non avrei visto di cattivo occhio un'ipotesi del genere.



Più che un film, una partita al PC dello zio Stanley proiettata al cinema. Avrebbe di sicuro aperto nuove frontiere alla settima arte.

09 ottobre 2010

Prima recensione di ODG in Blu-ray

Il sito Blu-ray.com ha visionato una copia del disco di Orizzonti di Gloria in arrivo dalla Criterion questo mese. La recensione è molto positiva, sia per quanto riguarda la parte video che la parte audio. All'interno della confezione la Criterion scrive, con la consueta precisione che la contraddistingue sin dalle uscite in LaserDisc dei primi anni '90:
Stanley Kubrick's technical assistant Leon Vitali supervised this new high-definition digital transfer, which was created on an HD Spirit 2K from a 35mm fine-grain master positive from UCLA film archivist Robert Gitt's collection. Thousands of instances of dirt, debris, scratches, splices, warps, jitter, and flicker were manually removed using MTI's DRS system and Pixel Farm's PFClean system.
Telecine supervisor: Leon Vitali.
Telecine colorist: Jeff Chavez/Point 360, Los Angeles.

The monaural soundtrack was remastered at 24-bit from Robert Gitt's 35mm monaural magnetic track. Clicks, thumps, hiss, and hum were manually removed using Pro Tools HD. Crackle was attenuated using AudioCube's integrated audio workstation.
La Criterion ha scelto di presentare il film nel formato 1,66:1, a differenza non solo del DVD uscito nel 2002 per la Fox Video che era open matte 1,33:1 ma anche del proprio LaserDisc uscito con Kubrick in vita (anche se non direttamente supervisionato da lui come era stato per Dr. Strangelove, Lolita e Spartacus), anch'esso open matte. Questo restauro si basa su una serie di documenti rivenuti da Robert Gitt che confermano l'1,66:1 come il formato di proiezione per Orizzonti di Gloria nelle sale cinematografiche dell'epoca.





08 ottobre 2010

I nipotini della Steadicam

Le macchine da presa di questi tempi non sono più le ingombranti Arriflex e di conseguenza lo "Steadicam mount" si adegua: al prezzo di 180$ è possibile acquistare la Steadicam per l'iPhone, uno stabilizzatore in miniatura per effettuare riprese fluide con la microcamera HD contenuta nel telefono intelligente della Apple.

L'iPhone viene assicurato a una cornice rigida collegata a una staffa da cui parte il classico bilanciere delle Steadicam junior; tramite un perno a sfera si arriva all'impugnatura che è quindi libera di muoversi senza influenzare l'iPhone. Le panoramiche e i movimenti sull'asse possono essere fatti con precisione agendo col proprio pollice sulla staffa.

La garanzia di qualità viene dal produttore: Tiffen, lo stesso che collabora da sempre con l'inventore della Steadicam Garrett Brown alla produzione in serie di tutti gli stabilizzatori.

Vien voglia di comprarsi un iPhone solo per questo. Dannyyyy, sto arrivandooooo!!!

07 ottobre 2010

I ricordi di Gwen Davis

Giusto ieri avevo scoperto Gwen Davis, scrittrice, romanziera e poetessa americana che non avevo mai sentito prima. La Davis ha scritto per Vanity Fair un memoriale per Tony Curtis in cui Stanley Kubrick gioca un ruolo da comparsa, ma gustoso. Ho fatto quindi un po' di ricerche sulla signora, oggi 74enne, e ho trovato il suo blog dove da qualche anno indulge al ricordo della sua vita hollywoodiana (senza che nessuno se la fili granché, verrebbe da aggiungere).

In un post interamente dedicato a Kubrick la Davis ricorda come si sono conosciuti, ci fornisce più dettagli sulla collaborazione poi subito interrotta per l'adattamento di Lolita e, in una serie di altri post, ci regala qualche altra comparsata di Kubrick nella sua vita – tutte col botto, per così dire. Vi riporto i due più significativi. Buona lettura.

Love's Uneaten Bread, Gwen Davis, Report from the front 15.09.2005

The Ghost of SuperBowls Past, Gwen Davis, Report from the front 15.02.2010

06 ottobre 2010

L'allieva di Stanley Kubrick, e il nano

In occasione della scomparsa di Tony Curtis lo scorso 29 settembre, Vanity Fair pubblica un lungo articolo-ricordo scritto da Gwen Davis, scrittrice, sceneggiatrice e poetessa americana (a me prima di oggi completamente sconosciuta).

Pare che la Davis sia stata parte attiva nella movida Hollywodiana degli anni '50, dove aveva conosciuto, tra un Dennis Hopper e una Kim Novak, anche il nostro beneamato, che nell'articolo la Davis definisce "mio intimo amico e mentore." Ah, però.

Kubrick l'aveva chiamata a una proiezione di prova per Spartacus e poi l'aveva invitata a cena con Tony Curtis e l'allora sua moglie Janet Leigh. Il racconto ci offre una serie di aneddoti divertenti e sconosciuti, conditi come da copione da un paio di sapide e incredibili battute di Kubrick.
Quando Antonino e Spartacus iniziano la lotta all'ultimo sangue verso la fine del film, ciascuno tentando di uccidere l'altro per risparmiargli l'agonia della crocifissione, Stanley si allungò verso di me e mi sussurrò "Bernie Schwartz (il vero nome di Tony) and Isadore Demsky (il vero nome di Kirk). Chi non si commuoverebbe?"

Io di sicuro. Adorai il film, e adorai Stanley e Christiane e, a partire dal giorno dopo, avrei adorato Tony e Janet. Andammo tutti insieme a cena, tranne Stanley che stava montando il film, eliminando il personaggio del nano perché dalle proiezioni di prova tutto il pubblico aveva veramente odiato il nano. C'erano diverse carte-suggerimento che insistevano "Tagliate il nano!" "Togliete di mezzo il nano!" E così Stanley stava facendo giusto questo. "La gente ha paura dei nani, li mettono in imbarazzo," mi aveva detto giustificando la passionalità che mostravano le carte-suggerimento. "E' perché hanno degli enormi genitali." Che questa rivelazione fosse vera o no, la accettai come un dato di fatto perché era stata detta da Stanley e nessuno, credevo, era più intelligente di lui.
Una volta che Spartacus era approdato nelle sale, Kubrick si era rimesso subito al lavoro su Lolita. Il cambio repentino di film permette alla Davis di regalarci due notizie mai sentite prima.
Quando tornai a Hollywood in missione segreta – lavorare non accreditata alla sceneggiatura di Lolita, cosa che avevo accettato di fare solo per la mia devozione verso Stanley – vidi di nuovo Tony e Janet. Avevo sfacciatamente disobbedito al divieto di Stanley di non chiamare nessuno dei miei amici per far sapere loro che fossi a Los Angeles. (Era ben più di un piccolo paranoico e pensava che se i miei amici avessero saputo che ero in città avrebbero scoperto cosa ero venuta a fare.) Ma siccome avevo conosciuto Tony e Janet proprio tramite lui, mi attribuii senza problemi una dispensa da quel divieto e semplicemente non dissi loro a cosa stavo lavorando.

Stanley voleva provare ad avere Janet nel ruolo della madre di Lolita, sottolineando così l'ironia della scelta di Humbert Humbert di andar dietro alla figlia. "Come potrebbe qualcuno stare di fronte a una donna così seducente, desiderabile e con quella favolosa scollatura e non volerci andare a letto?" mi chiese. "E invece preferirle la sua figlia ancora non sviluppata! Giusto uno con qualche problema..." E davvero, a quel tempo, non c'era nessuno nel mondo del cinema di così luminosamente sessuale quanto Janet Leigh. [...] Non ricordo per quale motivo Janet rifiutò il ruolo in Lolita. Per quanto mi riesce di ricordare, fu per via di Tony che sentiva, quel grande impresario che già all'epoca si considerava, che quel ruolo non era il passo appropriato per lei dopo il cammeo memorabile in Psycho. La versione cinematografica di Lolita avrebbe avuto un tono più morbido se ci fosse stata Janet al posto di Shelley Winters e dei suoi vestiti a poco prezzo. Shelley magari era un'attrice migliore, ma nessuno era più desiderabile di Janet.
Bene, come bottino per un articolo scritto su qualcun altro non è per niente male. Grazie Gwen.

Farewell, Tony Curtis, Gwen Davis, Vanity Fair 05.10.2010

02 ottobre 2010

L'idea di Stanley del paradiso

"L'idea di Stanley del paradiso era lavorare nel suo ufficio, con un occhio su sua moglie che dipingeva in giardino e l'altro sul SuperBowl alla TV. Quello che a Stanley piaceva era poter emergere dal suo ufficio, raggiungere la famiglia in cucina e poi tornare alla sua scrivania sommersa dei libri su cui stava lavorando, ciascuno riempito di note fino a scoppiare."

Questa bellissima immagine è tratta da un articolo di Peter Warren del luglio 1999 che ho letto solo oggi. Non era mai emerso dal mare di articoli che Christiane, Anya e Katharina avevano fatto scrivere ai vari giornali per tentare di ristabilire la loro verità su Stanley Kubrick contro tutti quegli articoli che "non erano solo inaccurati, ma lasciavano anche totalmente fuori la sua arte."


Kubrick family attack monster film director myth, Peter Warren, Sunday Express 11.07.1999

22 settembre 2010

Fear and Desire forse in DVD

Alla proiezione di Fear and Desire all'Egyptian Theatre di Los Angeles per la settimana kubrickiana dell'American Cinemateque, Caroline Frick Page, curatrice del reparto lungometraggi della George Eastman House, ha dichiarato che l'istituto ha in programma di restaurare e forse distribuire il film per l'home video.

"Credo che molto probabilmente la George Eastman House, forse con la partecipazione di un'altra organizzazione, si impegnerà in un grosso lavoro di restauro che sfocerà in un DVD di alta qualità," ha dichiarato la Page durante il dibattito con il pubblico a cui ha partecipato anche il regista Paul Mazursky che nel film interpreta uno dei protagonisti. La vera notizia è che "adesso è stato trovato il negativo. Non è necessariamente integro, ma c'è un negativo."

Page ha anche confermato che la copia proiettata la scorsa settimana a Los Angeles è l'unica copia conosciuta tuttora integra e fruibile: tuttavia, questo non è dovuto tanto all'ormai mitologico tentativo di ritiro e distruzione delle copie esistenti da parte di Kubrick quanto piuttosto al fatto che Fear and Desire è un film relativamente sconosciuto. "Stiamo parlando di un film degli anni '50, proiettato forse qualche volta negli anni '60 e '70, anni senza Internet... nessuno ne sapeva granché prima che Kubrick diventasse davvero 'Kubrick'."

Le altre copie realizzate e distribuite all'epoca è probabile siano andate distrutte o semplicemente perdute: d'altronde Fear and Desire era una distribuzione d'essai di Joseph Burstyn. La George Eastman House ha una copia solo perché ereditò l'intero catalogo Burstyn al momento del suo fallimento, e ci sono comunque voluti anni prima che perfino il loro personale esperto realizzasse il valore del film. La dice lunga, in effetti, che il negativo recentemente rinvenuto sia apparso in un laboratorio di sviluppo portoricano che aveva chiuso esercizio diversi anni fa.


Page si è detta ottimista sulla distribuzione del film per l'home video: "i restauri sono procedimenti molto costosi, ma considerato il titolo in questione credo che sarebbe davvero una buona idea metter su una partnership con qualche compagnia per vedere cosa si può ottenere da quel negativo."

A chi ha sollevato la questione del rispetto della volontà del regista, la Page ha detto che legalmente parlando la George Eastman House non è tenuta a farlo: "Kubrick non ha mai detenuto i diritti di Fear and Desire," ha puntualizzato, "i diritti legali sono dei figli del distributore che aveva possesso della copia del film." La Page ha comunque tenuto a precisare che gli sforzi per restaurare e distribuire in DVD il film saranno compiuti con tutta l'intenzione di rispettare il regista: "Trattandosi di Stanley Kubrick credo sia normale andarci coi piedi di piombo."

Stanley Kubrick’s ‘Fear and Desire’ to Finally Be Released on DVD?, Todd Gilchrist, The Wall Street Journal - Speekeasy 20.09.2010

13 settembre 2010

The ultimate trip

Alla proiezione di 2001: Odissea nello Spazio all'Egyptian Theatre di Los Angeles lo scorso venerdì, un tizio ha iniziato a sbraitare frasi senza senso dopo le scene del viaggio interspaziale, mentre Bowman si aggira nella stanza d'albergo: "It's time to sleep! Everybody get ready! Wait! Stanley Kubrick! God, noooo!"

Poi si è lanciato addosso agli altri spettatori, scuotendoli e perfino arrivando a strangolarne uno seduto dietro di lui. Un gruppo di persone ha tentato di immobilizzarlo cercando di evitare il peggio.

Quando uno spettatore ha detto "It's not the drugs, it's Stanley, guys!" è scoppiato l'applauso. Il tizio ha continuato a sbraitare "Look, look!" indicando lo schermo ormai bianco per la proiezione interrotta, finché non è stato trascinato fuori di peso.

The ultimate trip.

11 settembre 2010

2001: Beyond the Infinite - galleria di foto

Simone Odino mi segnala che sul sito di Douglas Trumbull c'è una galleria di fotografie dal film 2001: Odissea nello Spazio, presumibilmente materiale che confluirà nel documentario appena annunciato 2001: Beyond the Infinite di David Larson.

212 fotografie che includono scatti durante le riprese, storyboard, prove degli effetti speciali, provini di sviluppo, polaroid e disegni preparatori. "Mio Dio, è pieno di stelle!"



10 settembre 2010

2001: Beyond the Infinite

Sul sito di Douglas Trumbull è presente un'anteprima del documentario che David Larson sta preparando sulla realizzazione di 2001: Odissea nello Spazio.

Ho incrociato un paio di anni fa David al Kubrick Archive di Londra, intento a scannerizzare in alta qualità le fotografie panoramiche dai set del film che aveva tirato fuori dagli scatoloni di cartone conservati nella strongroom. Mi aveva detto che erano sei anni che stava lavorando a quel progetto, intervistando decine e decine di persone.


Douglas Trumbull offre oggi uno sguardo su questo progetto: un documentario e non un libro come inizialmente mi aveva detto David, con le fotografie utilizzate in green screen per permettere ai tecnici di "entrarvi" e illustrare le tecniche utilizzate dal team di effetti speciali. Oltre naturalmente a una valanga di foto di scena e reperti inediti.






Il documentario, dallo scontato titolo 2001: Beyond the Infinite, promette di raccontare non solo la tecnologia e le invenzioni degli artigiani chiamati da Kubrick ma anche la storia umana e professionale dietro la genesi di un capolavoro cinematografico. Insomma, si candida subito come IL documentario sul film. Attendiamo fiduciosi. E bravo David (nomen omen?).
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