"The Journey to Strangelove" presenta la carriera di Kubrick dalla nascita nel Bronx al film sulla Guerra Fredda, in un'ora e mezzo piacevole e ben ritmata.
Il biografo Vincent LoBrutto racconta delle passioni adolescenziali di Kubrick – la fotografia e gli scacchi – e il produttore James B. Harris ricorda le difficoltà per portare sullo schermo Rapina a Mano Armata.
Passando a Orizzonti di Gloria, Harris ricorda la sua perplessità sull'ingaggio di Christiane Harlan per la scena finale e della pericolosità di un film così apertamente contro la barbarie della guerra, senza storie romantiche di contorno o consolazioni per gli spettatori. Richard Harrison, che nel film interpreta il Maggiore Saint-Auban, ricorda l'incontro con Kubrick e il suo metodo di direzione degli attori nella scena, inclusi aneddoti divertenti sulle riprese.
Sempre Harris racconta la questione Spartacus con il potere di Kirk Douglas e i tentativi di resistenza da parte della Harris-Kubrick: soprattutto ricorda che nella sceneggiatura originale non c'era la grande scena di battaglia, inserita di peso da Kubrick. Contribuendo a rendere il film uno dei migliori kolossal dell'epoca, Kubrick ha potuto anche divertirsi a omaggiare l'Alexander Nevsky di Eisenstein che tanto aveva apprezzato in adolescenza.
Lolita è introdotto dall'attrice Shirley Douglas che nel film interpreta una piccola parte e che ha condiviso con Kubrick l'amore per la quiete della campagna inglese, poi Harris ricorda i problemi con la censura americana.
L'ultima parte è dedicata a Il Dr Stranamore con ancora Harris che fa la parte del leone e racconta i preparativi del film e la scelta di Kubrick di trattare l'esplosivo tema della bomba atomica come una farsa. Il biografo di Peter Sellers, Ed Sikov, parla delle fonti di ispirazione per i vari personaggi, mentre l'attore Shane Rimmer che nel film interpreta uno dei militari nel bombardiere parla della gentilezza e disponibilità di Kubrick durante le riprese.
Tutti i racconti dei vari testimoni sono conditi con interventi critici di vari autori di libri kubrickiani.
Applausi a Jamie DuVall che ha messo su quasi da solo l'intero programma come mi ha raccontato in un'email la scorsa settimana e che conclude il programma con una bella definizione dei film di Kubrick: contemporaneamente espressione dello spirito del tempo e in anticipo sui tempi.
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