Domenica 5 dicembre è andata in onda online
la prima puntata di The Kubrick Series, appuntamento settimanale del gruppo Movie Geeks United di cui avevo
anticipato l'arrivo.
"The Journey to Strangelove" presenta la carriera di Kubrick dalla nascita nel Bronx al film sulla Guerra Fredda, in un'ora e mezzo piacevole e ben ritmata.
Il biografo
Vincent LoBrutto racconta delle passioni adolescenziali di Kubrick – la fotografia e gli scacchi – e il produttore
James B. Harris ricorda le difficoltà per portare sullo schermo
Rapina a Mano Armata.
Passando a
Orizzonti di Gloria, Harris ricorda la sua perplessità sull'ingaggio di Christiane Harlan per la scena finale e della pericolosità di un film così apertamente contro la barbarie della guerra, senza storie romantiche di contorno o consolazioni per gli spettatori.
Richard Harrison, che nel film interpreta il Maggiore Saint-Auban, ricorda l'incontro con Kubrick e il suo metodo di direzione degli attori nella scena, inclusi aneddoti divertenti sulle riprese.
Sempre Harris racconta
la questione Spartacus con il potere di Kirk Douglas e i tentativi di resistenza da parte della Harris-Kubrick: soprattutto ricorda che nella sceneggiatura originale non c'era la grande scena di battaglia, inserita di peso da Kubrick. Contribuendo a rendere il film uno dei migliori kolossal dell'epoca, Kubrick ha potuto anche divertirsi a omaggiare l'
Alexander Nevsky di Eisenstein che tanto aveva apprezzato in adolescenza.
Lolita è introdotto dall'
attrice Shirley Douglas che nel film interpreta una piccola parte e che ha condiviso con Kubrick l'amore per la quiete della campagna inglese, poi Harris ricorda i problemi con la censura americana.
L'ultima parte è dedicata a
Il Dr Stranamore con ancora Harris che fa la parte del leone e racconta i preparativi del film e la scelta di Kubrick di trattare l'esplosivo tema della bomba atomica come una farsa. Il
biografo di Peter Sellers, Ed Sikov, parla delle fonti di ispirazione per i vari personaggi, mentre
l'attore Shane Rimmer che nel film interpreta uno dei militari nel bombardiere parla della gentilezza e disponibilità di Kubrick durante le riprese.
Tutti i racconti dei vari testimoni sono conditi con
interventi critici di vari autori di libri kubrickiani.
Applausi a
Jamie DuVall che ha messo su quasi da solo l'intero programma come mi ha raccontato in un'email la scorsa settimana e che conclude il programma con una bella definizione dei film di Kubrick: contemporaneamente espressione dello spirito del tempo e in anticipo sui tempi.