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12 dicembre 2009

Napoleon: recensione parte 4

Prendo una pausa nella lettura del corposo Text e passo a svagarmi con gli altri tre librettini di immagini, rilegati come quaderni dalla copertina lucida.

Correspondence
Si tratta di una raccolta della corrispondenza intercorsa tra Kubrick e i suoi attori e collaboratori. Troviamo la proposta a Oskar Werner per interpretare Napoleone Bonaparte e la sua risposta incerta (mette in guardia Kubrick dal parallelo film di De Laurentiis con Rod Steiger), seguita dalla lettera di Audrey Hepburn che rifiuta il ruolo di Josephine causa anno sabbatico lontano dai riflettori ("I hope you can understand this... and will think of me again in the future?"). Il problema di Waterloo ritorna con una lettera preoccupata di Robert O'Brien, capo della MGM, convocato dalla Columbia Pictures per un possibile conflitto tra i due film: Kubrick verga a penna la sua strategia difensiva direttamente sulla lettera: punto primo, il suo film coprirà l'intera vita di Napoleone mentre Waterloo si concentra solo sulla battaglia omonima; punto secondo: Waterloo e i Cento Giorni rappresentano una piccola porzione nel totale dei giorni vissuti da Napoleone (ribadiamo il concetto); punto terzo: "they are worried," non lui. Applausi.

Ringraziamo sentitamente gli eredi di Felix Markham che, mettendo a disposizione le lettere spedite da Kubrick, ci hanno permesso di scoprire il dubbio del regista circa la capacità del grande pubblico di seguire vicende politiche così complesse ("When the Marshalls had other titles would it be wrong to keep calling them Marshall Ney instead of Duke de? It is, of course, terribly difficult for an audience to keep track of a change in name. You are lucky if they remember who Marshall Ney is."), la sua volontà di chiarire ogni punto del contesto storico-politico ("Did ship owners, bankers, government financiers have to pay taxes if they were not in the nobility?") e l'imbarazzo nel dover continuare a posporre gli incontri a causa delle difficoltà produttive e della pausa forzata dovuta alla realizzazione di Arancia Meccanica ("I should hate to be the cause of you losing a motor holiday, especially as I will shortly have to ask David Norris to speak to your agent about another postponement of our recent postponement. [...] I can't promise what the date will be. If I had to assign likely probabilities, I should say Aug. 1 20%, Aug 15 60%, Aug 31 87%. I reserve something for the asymptotic progression I seem to be following. Perhaps you can make some kind of a decision based on the above."). Come annunciato negli articoli promozionali per la vendita del libro, molto spazio è dedicato alla faccenda delle ferrature anti-gelo dei cavalli in vista della Campagna di Russia, senza per altro arrivare a una conclusione definitiva sull'unica leggerezza tattica di Napoleone.

Dà molta soddisfazione leggere questa corrispondenza ma, non essendo ordinata cronologicamente, resta difficile orientarsi tra i tre tentativi di produzione del Napoleon (MGM, UA, WB).

Il libretto si chiude con un paio di biglietti di Kubrick a Markham, che retrospettivamente si tingono di rimpianto: "Waterloo was such a silly film. It will not make things any easier but in the end I am sure we will get it done." (19.04.1971) e "I am still editing A Clockwork Orange and after Warner Bros. see it in about a month I may have some news about the Emperor." (06.06.1971) Torna alla mente quel biglietto di auguri natalizi, di doloroso ostinato ottimismo, alla costumista di Aryan Papers, altro progetto inghiottito dal tempo: "All the work will not have been in vain."







Notes
Il libretto presenta una collezione di appunti scritti da Kubrick su vari blocchi e quaderni: idee buttate giù nel corso degli anni, punti chiave da non dimenticare, domande da rivolgere agli esperti e così via. Si comincia con una vecchissima pagina di carta intestata molto ingiallita, non datata, che presumibilmente risale agli inizi del 1967 e che riporta appunti così sibillini da metter in moto chissà quali associazioni: "You need distance", "A great challenge", "The broadest possible canvas". Soprattutto, vi si legge una fascinazione per il film muto come modello estetico di economicità ed efficacia: "Silent film – Titles – Images and music", "Dialog is too personal and with a character like N. is always banal." "Conciseness of brief titles – brevity, 1 title 1 shot, and synch sound effect." "Power of picture and music."

Si passa quindi ad un quaderno a righe con appunti microscopici per valutare la fattibilità di un film che tratti un argomento così vasto come la vita di Napoleone: "Narration has 162 words per minute. If the film were 180 minutes long and one-third of it were narration, 60 minutes @ 162 wpm = 9720 words, say 10,000. There are about 400 wppage in JH Rose book. That would mean his entire life would have to be explained in 25 book pages. Can this be done?" Posto che ci sono 9000 parole in un film di 3 ore – si chiede Kubrick il regista – se il film fosse in due parti, ciascuna di 3 ore ciascuna, ne verrebbe fuori una logorrea. Meglio in tre parti? Con due parti, in simultanea nei cinema, il pubblico pagherebbe due biglietti – spera Kubrick il produttore – e il secondo film incasserebbe tanto quanto il primo, se il primo fosse un successo. Dubbi mica da poco.

Secondo riferimento formale: il documentario televisivo; "Several minutes can be spent on each important character, introducing them – possibly before any of the film eventually starts its major line. If spent an average of 3 minutes per person, you could do 20 in an hour. How will anyone will remember them later? Would this be better done en passant?" Riesco quasi a vederlo, questo film.

La vera perla viene scovata qualche pagina dopo, in un biglietto rosa che riporta la trascrizione di un pensiero di Napoleone: "I find no difficulty having many things in mind. My mind is like a chest of drawers. Each problem is placed in its own drawer. When I want to think about it I open the drawer. When I wish to interrupt, I shut the drawer and open another. When I want to sleep, I shut all the drawers, and I am fast asleep." Per proseguire il discorso sull'identificazione del regista col personaggio, altri appunti si interrogano sui metodi di gestione e archiviazione delle informazioni tenuti da Napoleone: quante segretarie, come lavoravano quando erano in viaggio, quali bloc notes, dove venivano tenuti, ecc.

Per suggerire al pubblico cosa volesse dire vivere giorno per giorno con Napoleone – uno degli obiettivi dichiaratamente perseguiti da Kubrick ("You want to see an impression of his life flow by.") – gli appunti decidono che si deve sempre aver presente quali persone avesse attorno ("Describe people he would be with in all occasions.") e quale fosse la routine giornaliera: "1. Where did he sleep – describe; 2. What time rise; 3. Where wash; 4. Where breakfast – what eat; 5. Describe activity of morning; 6. Where eat lunch – what eat; 7. Afternoon activity; 8. Dining – where, what; 9. Evening activity; 10. What time bed." Ricordarsi di "fill out for weekdays and weekends," ovviamente.

Alla fine, il nocciolo sta tutto in queste due frasi: "You cannot hope to fill in all the details. You cannot even get in all the key events without details." Un dilemma da cui è difficile liberarsi. Eppure Kubrick, nella bozza di lettera con destinatario ignoto che chiude il libro, in cerca di finanziatori per il terzo tentativo di resuscitare il progetto, aveva l'ardire di scrivere l'ormai famosa frase: "It's impossibile to tell you what I'm going to do, except to say that I expect to make the best movie ever made."

Questo quaderno dalla copertina rosso bruno è il libro migliore fino a questo momento. Ma anche qui il solito difetto: 40 pagine quando ne avrei volute 4000. E sono certo che allo Stanley Kubrick Archive giace materiale per almeno altri dieci libri come questo.








Comunque, il desiderio di metter ordine tra tutto questo materiale si fa sempre più pressante. Vado ad aprire il libro Chronology sperando in una serie di diagrammi, elenchi e calendari per ragionare sull'evoluzione del progetto, ma scopro che il libro è interamente occupato dalle foto alle schede di cronologia che Kubrick aveva fatto compilare agli studenti di Markham per tener traccia giorno per giorno degli spostamenti e delle azioni dei vari personaggi. Come il libro Picture file, uno spreco di spazio e la conferma della totale mancanza di comprensione di cosa è veramente importante. A me, lettore disposto a sborsare 500 Euro per questo Stanley Kubrick's Napoleon, non interessa il sottoprodotto storico delle ricerche del regista, interessa immergermi quanto possibile dentro la testa di Kubrick e vedere su cosa stesse ragionando mentre pensava al film. La corrispondenza, gli appunti, le foto ai costumi riescono a darmi barlumi del film che stava per nascere, le fotografie ai libri consultati e le schede cronologiche sui personaggi decisamente no. Avessi Alison Castle tra le mani le farei molto male.






Le altre recensioni:
  • Impressioni iniziali: spacchettando i libri.
  • Prima parte: i tre libri più piccoli.
  • Seconda parte: sei saggi del libro Text.
  • Terza parte: i dialoghi tra Kubrick e Markham.
  • Quinta parte: iconografia e piano di produzione.
  • Sesta parte: il trattamento del 1968.
  • Settima parte: lo script del 1969.
  • Ottava parte: ultimi due saggi di Text.
  • Conclusione: recensione finale sull'intero libro.
  • 3 commenti:

    Anonimo ha detto...

    Sto seguendo con molto interesse le Tue (Vostre?) considerazioni su Napoleon. Non ho ancora spacchettato completamente la mia copia e intendo usare le note di Archivio Kubrick come guida. Spero di poter presto dare un contributo personale.

    Grazie

    #0777

    Filippo Ulivieri ha detto...

    Grazie dell'attenzione e dell'interesse. Mi fa molto piacere che queste mie recensioni-fiume ti siano utili. Aspetto con uguale interesse le tue opinioni, a presto e buona lettura.

    Paolo ha detto...

    Volevo ringraziarti per il preciso lavoro di condivisione che ci offri ogni volta. Se ricordi, io compongo musiche che si ispirano alle opere di Stan, e devo dirti quanto sia importante il tuo lavoro per far lavorare il mio immaginario. Di questo passo, rischio di comporre un pezzo ispirato ad un film che non è mai stato fatto, il Napoleon... ! :-D

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