Oggi l'intero web non ha fatto altro che risuonare della notizia data dal Torontoist, magazine della metropoli canadese. Stephen King, durante una lettura del suo ultimo romanzo Under the Dome, ha sconvolto gli astanti rivelando con noncuranza il soggetto del libro a cui ha iniziato a lavorare la scorsa estate: un possibile sequel di Shining a partire dall'interessantissimo dubbio "cosa è potuto succedere a Danny?"
Anche se il romanzo finiva bene, secondo King l'Overlook Hotel deve aver lasciato una serie di ferite emotive difficilmente sanabili nella mente del piccolo protagonista. Eufemismo.
E così ecco che ritroviamo un Danny quarantenne che lavora come infermiere in una clinica per malati terminali aiutandoli ad affrontare il trapasso grazie ai suoi poteri psichici. Di un interesse sconvolgente! "Coraggio lady, molli la presa e si lasci andare, che nell'aldilà è tutta una luccicanza..."
Stephen King non poteva perdere l'occasione di ribadire la sua distanza dal film di Kubrick, così nel sequel torna anche Halloran, il cuoco di colore mandato a morire in quattro e quattr'otto da Kubrick e Diane Johnson ma che, nel romanzo, arrivava come il baldo giovine eroe delle fiabe a salvare i resti della famiglia Torrance per poi broccolare con Wendy sulle rive di uno zuccherosissimo lago dorato al tramonto.
Halloran ha ora la fondamentale funzione di insegnare due o tre trucchetti a Danny per vincere sempre alle corse dei cavalli. Brividi!
Titolo di lavorazione: Doctor Sleep. Promette proprio bene, tra cateteri, dentiere e scommesse all'ippodromo. Chissà se torna anche Tony, magari con le stampelle.
King si è congedato ammettendo che non ha davvero iniziato a lavorare al romanzo: "Magari se continuo a parlarne non dovrò scriverlo." Stephen, ti servisse un po' di spazio, drop me a line.
Stephen King planning possible sequel to The Shining, James Grainger, The Torontoist 20.11.2009
25 novembre 2009
22 novembre 2009
Werner Herzog e Kubrick
In occasione della presentazione a Toronto del suo ultimo film Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans, sorta di remake/sequel del Cattivo Tenente di Abel Ferrara, il regista tedesco Werner Herzog ha risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa.
Personaggio ai limiti, Herzog è noto per i suoi film visionari e dalla lavorazione travagliata, come Aguirre Furore di Dio e Fitzcarraldo. Quando gli è stato chiesto di parlare della sua proverbiale durezza con gli attori, Herzog ha dichiarato: "La gente pensa che mi piaccia torturare i miei attori. Non sono mica Stanley Kubrick. Non faccio mai 120 ciak, sono inutili e sfinenti. Non ammazzo così i miei attori. Non sono stupido."
No, quello che fa lui è trascinare su una montagna dell'Amazzonia una nave di 300 tonnellate e, quando questa gli precipita rovinosamente per il crinale, attendere la stagione delle piogge perché si disincagli dalle rocce del fondovalle mentre il cameraman aspetta che la sua mano guarisca dalle ferite subite nelle riprese sulle rapide del fiume.
Mi viene in mente il bue e l'asino con quella faccenda delle corna.
Werner Herzog works his slick magic in 'Bad Lieutenant', Constance Droganes, CTV.ca 22.11.2009
Personaggio ai limiti, Herzog è noto per i suoi film visionari e dalla lavorazione travagliata, come Aguirre Furore di Dio e Fitzcarraldo. Quando gli è stato chiesto di parlare della sua proverbiale durezza con gli attori, Herzog ha dichiarato: "La gente pensa che mi piaccia torturare i miei attori. Non sono mica Stanley Kubrick. Non faccio mai 120 ciak, sono inutili e sfinenti. Non ammazzo così i miei attori. Non sono stupido."
No, quello che fa lui è trascinare su una montagna dell'Amazzonia una nave di 300 tonnellate e, quando questa gli precipita rovinosamente per il crinale, attendere la stagione delle piogge perché si disincagli dalle rocce del fondovalle mentre il cameraman aspetta che la sua mano guarisca dalle ferite subite nelle riprese sulle rapide del fiume.
Mi viene in mente il bue e l'asino con quella faccenda delle corna.
Werner Herzog works his slick magic in 'Bad Lieutenant', Constance Droganes, CTV.ca 22.11.2009
21 novembre 2009
Wendy Carlos negli anni '60
Visto il successo delle precedenti puntate – il post su Danny Lloyd è la pagina più visitata dell'intero sito – continuo (mio malgrado) a ravanare nel passato e nel futuro delle persone coinvolte nei film di Kubrick.
Il mio amico Massimo mi segnala un documentario della BBC, Synth Britannia, sugli albori della musica elettronica in Inghilterra.
La prima parte del documentario è dedicata ai pionieri dell'elettronica, definiti "alienated synthesists", tra cui spicca l'americana Wendy Carlos. Divenuta famosa nel 1968 con l'album Switched on Bach in cui suonava con strumenti elettronici le composizioni più celebri di Johann Sebastian Bach, fu chiamata da Kubrick per lavorare alle musiche di Arancia Meccanica e successivamente per contribuire alla colonna sonora di Shining.
Queste del documentario sono le uniche immagini di cui sono a conoscenza che ritraggono Wendy prima della sua operazione di riappropriazione dell'identità di genere, quando ancora si chiamava Walter.
L'intero documentario è visibile su Youtube; qui sotto la prima parte con il girato su Wendy Carlos.
Il mio amico Massimo mi segnala un documentario della BBC, Synth Britannia, sugli albori della musica elettronica in Inghilterra.
La prima parte del documentario è dedicata ai pionieri dell'elettronica, definiti "alienated synthesists", tra cui spicca l'americana Wendy Carlos. Divenuta famosa nel 1968 con l'album Switched on Bach in cui suonava con strumenti elettronici le composizioni più celebri di Johann Sebastian Bach, fu chiamata da Kubrick per lavorare alle musiche di Arancia Meccanica e successivamente per contribuire alla colonna sonora di Shining.
Queste del documentario sono le uniche immagini di cui sono a conoscenza che ritraggono Wendy prima della sua operazione di riappropriazione dell'identità di genere, quando ancora si chiamava Walter.
L'intero documentario è visibile su Youtube; qui sotto la prima parte con il girato su Wendy Carlos.
20 novembre 2009
Aggiornamenti sul Napoleon (2)
Torno a scrivere sul Napoleon, libro-monstre della Taschen da qualche giorno uscito nelle librerie. In attesa di una recensione dettagliata non appena metterò le mani sul volume (e ahimé sul portafogli), riporto le ultime notizie diffuse sul sito della casa editrice.
Ieri c'è stato a Parigi il primo evento di presentazione del libro alla presenza di Christiane Kubrick, Jan Harlan, Alison Castle e i designer della M/M, mentre il 2 dicembre si replica al Taschen Store di Berlino. L'8 dicembre invece, tutti a Childwickbury al party ufficiale di lancio: un'opportunità unica – dice il comunicato – per visitare la casa di Kubrick in compagnia della famiglia, con Jan Harlan a fare le veci del padrone di casa tra cocktail e pasticcini. (No, non sono io a ironizzare, è proprio il programma.) L'incontro è riservato, ma se vi impegnate a sborsare i 500 euro vi tengono un posto.
La sala stampa presenta altri articoli da tutto il mondo, mentre nella pagina recensioni si possono leggere i commenti di chi ha già avuto modo di sfogliare i libri.
La Taschen ha poi diffuso una serie di altre fotografie del bestione.
Bene ha fatto la Castle a darci una mappa dei dieci libri, così non ci confondiamo. Concludo con la caterva di fotografie promozionali estratte dalle pagine del libro e date in pasto ai giornali. Particolare attenzione alle lettere di Kubrick alla fine della galleria.
Ieri c'è stato a Parigi il primo evento di presentazione del libro alla presenza di Christiane Kubrick, Jan Harlan, Alison Castle e i designer della M/M, mentre il 2 dicembre si replica al Taschen Store di Berlino. L'8 dicembre invece, tutti a Childwickbury al party ufficiale di lancio: un'opportunità unica – dice il comunicato – per visitare la casa di Kubrick in compagnia della famiglia, con Jan Harlan a fare le veci del padrone di casa tra cocktail e pasticcini. (No, non sono io a ironizzare, è proprio il programma.) L'incontro è riservato, ma se vi impegnate a sborsare i 500 euro vi tengono un posto.
La sala stampa presenta altri articoli da tutto il mondo, mentre nella pagina recensioni si possono leggere i commenti di chi ha già avuto modo di sfogliare i libri.
La Taschen ha poi diffuso una serie di altre fotografie del bestione.
Bene ha fatto la Castle a darci una mappa dei dieci libri, così non ci confondiamo. Concludo con la caterva di fotografie promozionali estratte dalle pagine del libro e date in pasto ai giornali. Particolare attenzione alle lettere di Kubrick alla fine della galleria.
19 novembre 2009
Mostra delle foto di LOOK a New York
Il Museo della Città di New York ha in programma fino alla fine di gennaio una mostra delle fotografie pubblicate sulla rivista LOOK per esplorare la Grande Mela dagli anni '40 agli anni '60 nella sua duplice natura di capitale internazionale piena di attrazioni, musei e night club, e casa per i milioni di abitanti che riempiono frenetici le sue strade e gli stadi di baseball.
Only in New York: Photographs from LOOK Magazine, questo il titolo della mostra, sarà accompagnata dalla pubblicazione del primo libro dedicato alla straordinaria collezione di foto storiche del museo. Tra queste, gli scatti che un giovane Stanley Kubrick ha realizzato su commissione per la rivista.
Nella foto in alto, un autoscatto con la showgirl Rosemary Williams del 1949, mentre qui sotto la foto "Young lovers" del 1946.
16 novembre 2009
Q&A con Alexander Pietrzak
Mi sono imbattuto sul profilo Facebook di Alexander Pietrzak, curatore dell'edizione in DVD del cortometraggio The Seafarers di Stanley Kubrick, recensito lo scorso agosto.
Nella sezione Discussioni del profilo, Pietrzak offre una dozzina di domande e risposte sulla genesi dell'operazione di recupero della copia in pellicola del cortometraggio, ritenuto perduto per una quarantina d'anni.
In particolare, Pietrzak racconta il lato avventuroso del ritrovamento, condito come sempre succede in questi casi, da una abbondante dose di fortuna.
Altro interesante aneddoto riguarda il girato grezzo del documentario, che secondo le carte del SIU era conservato nei loro magazzini: nonostante le ricerche, non è stato possibile recuperarlo. Pietrzak si chiede se sia stato distrutto dopo la morte di Kubrick: il testamento del regista chiedeva infatti che gli scarti di montaggio dei suoi film venissero inceneriti, cosa effettivamente portata a termine da Leon Vitali; secondo quanto raccolto da Pietrzak, la Estate ha contattato più volte gli archivi del SIU poco dopo la morte di Kubrick. Forse la volontà postuma del regista è arrivata fin lì.
Concludono le risposte l'elenco delle persone contattate inizialmente da Pietrzak per avere un commento audio sul documentario: oltre a Woody Allen, Steven Spielberg e Mark Romanek, mi conforta sapere che era stato tentato più volte un contatto con Alexander Singer, l'unico veramente intitolato a commentare The Seafarers in quanto collaboratore di Kubrick nei suoi progetti di gioventù. L'ipotesi è naufragata senza motivo.
Rispetto a quanto scrivevo nella recensione al DVD, devo dare atto a Alexander Pietrzak di aver tentato tutto il possibile per realizzare una buona edizione per i tre cortometraggi. E' solo che spesso il mondo non realizza i sogni.
Nella sezione Discussioni del profilo, Pietrzak offre una dozzina di domande e risposte sulla genesi dell'operazione di recupero della copia in pellicola del cortometraggio, ritenuto perduto per una quarantina d'anni.
In particolare, Pietrzak racconta il lato avventuroso del ritrovamento, condito come sempre succede in questi casi, da una abbondante dose di fortuna.
[The Seafarers] was missing for so long as any prints the Seafarers International Union had were played out and discarded long ago, prior to Kubrick becoming a notable name in the directing world.Pietrzak racconta anche come sono andati i contatti con la Kubrick Estate: l'idea iniziale era esattamente quella che tutti noi aspettavamo: produrre un DVD che includesse i tre cortometraggi girati da Kubrick. Per i soliti motivi commerciali e le inevitabili matasse legali, il progetto non è andato a buon fine.
For years, the only print that was known to exist was at the Library of Congress in Washington DC. In around 1999, the original production company that was hired to make The Seafarers went out of business. The prints were found as the assets were being liquidated and handed over to the SIU with little fanfare.
As a coinicidence, I had been having some futile contact with the SIU regarding the film and shortly thereafter I was put in touch with the AV dept now based outside of Baltimore, MD. They knew exactly what the film was and happily made me a VHS copy to view while I began negotiating the distribution rights to the film. [...] The next year the film was finally released to VHS.
As an added note, the reason the Library of Congress had the print because it was common practice for Kodak (who developed the print) to automatically make an extra print and ship it to the Library. At the time I discovered the film it had not even been copyrighted!
My initial contact with the Estate came, at first, with a series of emails with Anthony (Tony) Frewin, who was Kubrick's personal asst. from the mid 60's, and still works at the Estate outside St. Albans, England.Si scoprono poi alcune risposte alle domande e ai dubbi che esprimevo nella mia recensione, in particolare relativamente alle immagini iniziali del corto, mancanti nella copia distribuita in DVD e presenti in quella pirata che circola nelle reti p2p.
My first inquiries were in the form of a proposal of sorts in which the Estate and my company, then Pietrzak Filmways, would collaborate on a joint venture in which The Seafarers and two of Kubrick's black and white RKO newsreels (Day of the Fight, Flying Padre) would be placed on one DVD with commentary and such.
During several phone conversations Tony and Jan Harlan perused my preliminary artwork that I'd sent over, and requested use of my 16mm print for use in an upcoming documentary Harlan was directing (A Life in Pictures). It was also an opportunity for the Estate to procure a master element for themselves.
Although none of the Seafarers footage ended up in Harlan's doc., the folks at Columbia pictures contacted me about two docs. they were preparing as supplementary material on an upcoming Special Edition of Dr. Strangelove. Columbia pictures then borrowed the print and used thier state-of-the-art equiptment to create the first ever digital transfer of the film. [...]
The collaboration of putting all three Kubrick short features onto one DVD was eventually decided against, mostly due to the Estate's loyalty to Warner Bros.
Some have noticed that the first couple of silent shots (MOS) of a pulley and then a ships' mast that were visable on the VHS copy of The Seafarers have been excluded from the DVD. Why is this? Because it is now presumed that these was tail-end workprint footage that did not actually belong in the film.Dalla risposta si capisce anche che la copia pirata di internet è un rip della VHS inizialmente distribuita dalla Pietzak Filmways.
Altro interesante aneddoto riguarda il girato grezzo del documentario, che secondo le carte del SIU era conservato nei loro magazzini: nonostante le ricerche, non è stato possibile recuperarlo. Pietrzak si chiede se sia stato distrutto dopo la morte di Kubrick: il testamento del regista chiedeva infatti che gli scarti di montaggio dei suoi film venissero inceneriti, cosa effettivamente portata a termine da Leon Vitali; secondo quanto raccolto da Pietrzak, la Estate ha contattato più volte gli archivi del SIU poco dopo la morte di Kubrick. Forse la volontà postuma del regista è arrivata fin lì.
Concludono le risposte l'elenco delle persone contattate inizialmente da Pietrzak per avere un commento audio sul documentario: oltre a Woody Allen, Steven Spielberg e Mark Romanek, mi conforta sapere che era stato tentato più volte un contatto con Alexander Singer, l'unico veramente intitolato a commentare The Seafarers in quanto collaboratore di Kubrick nei suoi progetti di gioventù. L'ipotesi è naufragata senza motivo.
Rispetto a quanto scrivevo nella recensione al DVD, devo dare atto a Alexander Pietrzak di aver tentato tutto il possibile per realizzare una buona edizione per i tre cortometraggi. E' solo che spesso il mondo non realizza i sogni.
15 novembre 2009
Intervista a Ed Harris
L'attore Ed Harris, noto per i suoi ruoli in The Abyss di James Cameron e The Truman Show di Peter Weir, conferma in questa intervista di aver ricevuto l'offerta di interpretare il ruolo del Sergente Hartman in Full Metal Jacket.
Ospite del Denver Film Festival, Harris ha dichiarato di non avere un ruolo preferito nella sua carriera, né un'occasione mancata da rimpiangere – tranne appunto il ruolo di Hartman. Kubrick lo chiamò personalmente per offrirglielo e quando Harris rispose "No, non penso proprio," Kubrick restò di sasso: "Mi stai prendendo in giro?"
Non è tanto aver perso quel ruolo (considerando anche la stupefacente performance di R. Lee Ermey, vero ex sergente istruttore), quanto la possibilità di lavorare con Kubrick che oggi Harris rimpiange. Come dargli torto.
DFF: An Evening With Ed Harris, Elisabeth Rappe, Cinematical.com 14.11.2009
Aggiunta del 21.11.2009
E' uscito un altro articolo che racconta con esattezza le parole dette da Harris alla serata in suo onore, quando gli è stato chiesto se c'è un ruolo che rimpiange di non aver accettato.
Ospite del Denver Film Festival, Harris ha dichiarato di non avere un ruolo preferito nella sua carriera, né un'occasione mancata da rimpiangere – tranne appunto il ruolo di Hartman. Kubrick lo chiamò personalmente per offrirglielo e quando Harris rispose "No, non penso proprio," Kubrick restò di sasso: "Mi stai prendendo in giro?"
Non è tanto aver perso quel ruolo (considerando anche la stupefacente performance di R. Lee Ermey, vero ex sergente istruttore), quanto la possibilità di lavorare con Kubrick che oggi Harris rimpiange. Come dargli torto.
DFF: An Evening With Ed Harris, Elisabeth Rappe, Cinematical.com 14.11.2009
Aggiunta del 21.11.2009
E' uscito un altro articolo che racconta con esattezza le parole dette da Harris alla serata in suo onore, quando gli è stato chiesto se c'è un ruolo che rimpiange di non aver accettato.
"I don't really regret turning [Full Metal Jacket] down, but it's notable. [...] Stanley Kubrick wanted me to play that sergeant fellow, who was played by a real Army guy (R. Lee Ermey). I don't remember what was going on with me at that time, I think I'd just finished something, but I said no to him. I remember I was sitting in our kitchen. He called me on the phone. I must not have met him. And he asked me if I wanted to do it. And I said no. I had to explain, have a little bit of explanation, and there was a pause. And he says, 'You're kidding me.' And I said, 'No, I've thought about it.' Anyway, I never worked with Kubrick; that was the one chance I had; but I don’t think I could have done a better job than the fellow who did it; I don't really regret that I didn't do it; I regret that I didn't work with Kubrick."Why A Full Metal Jacket Never Fit Ed Harris, Michael Bialas, BlogCritics 20.11.2009
07 novembre 2009
Festival a Firenze
Mercoledì 11 novembre, all'interno del festival 50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze, si terrà una personale di Kubrick con proiezione di film e incontri col pubblico.
Occhi aperti su Kubrick, questo il nome della giornata a cura di Gabriele Rizza per l'Associazione Anemic, prevede:
- ore 15.00: Rapina a Mano Armata (1956), 80 minuti;
- ore 16.30: Orizzonti di Gloria (1957), 85 minuti;
- ore 18.15: Federico Greco presenta il documentario Stanley and Us (1999), 58 minuti;
- ore 21.00: Io lo conoscevo bene: incontro con Emilio D'Alessandro;
- ore 21.30: Il Dottor Stranamore (1964), 90 minuti;
- ore 23.00: Colour me Kubrick, di Brian W. Cook (2006), 90 minuti.
Per il progetto Stanley and Us verrà proiettato il pilot originale della serie, in edizione più corta rispetto alla versione distribuita dalla Lindau.
Emilio D'Alessandro è stato l'assistente personale di Kubrick dal 1970 fino al 1999. Come già dimostrato qualche anno fa durante la puntata di Hollywood Party su Radio 3, Emilio è sempre una miniera di aneddoti e informazioni, con la sua incredibile capacità di farti sentire vicinissimo al mondo del regista.
Color me Kubrick infine è la pessima commedia che Brian Cook, aiuto regista di Kubrick, ha diretto scimmiottando le trovate kubrickiane a partire da una piatta sceneggiatura scritta da Anthony Frewin, uno degli assistenti del regista. Il film racconta la vita di Alan Conway, bizzarro personaggio londinese che per anni si è spacciato per Kubrick ingannando chiunque gli capitasse a tiro. Secondo gli ideatori dovrebbe essere una grottesca parabola sulla vanità e la smania di successo: risulta solo una noiosa, banale, pedestre occasione per lucrare su una serie di avvenimenti su cui sarebbe stato meglio tacere. Si salva la performance di John Malcovich.
Per informazioni sul festival: Mediateca toscana, 055/2719025, segreteria@mediatecatoscana.it.
Occhi aperti su Kubrick, questo il nome della giornata a cura di Gabriele Rizza per l'Associazione Anemic, prevede:
- ore 15.00: Rapina a Mano Armata (1956), 80 minuti;
- ore 16.30: Orizzonti di Gloria (1957), 85 minuti;
- ore 18.15: Federico Greco presenta il documentario Stanley and Us (1999), 58 minuti;
- ore 21.00: Io lo conoscevo bene: incontro con Emilio D'Alessandro;
- ore 21.30: Il Dottor Stranamore (1964), 90 minuti;
- ore 23.00: Colour me Kubrick, di Brian W. Cook (2006), 90 minuti.
Per il progetto Stanley and Us verrà proiettato il pilot originale della serie, in edizione più corta rispetto alla versione distribuita dalla Lindau.
Emilio D'Alessandro è stato l'assistente personale di Kubrick dal 1970 fino al 1999. Come già dimostrato qualche anno fa durante la puntata di Hollywood Party su Radio 3, Emilio è sempre una miniera di aneddoti e informazioni, con la sua incredibile capacità di farti sentire vicinissimo al mondo del regista.
Color me Kubrick infine è la pessima commedia che Brian Cook, aiuto regista di Kubrick, ha diretto scimmiottando le trovate kubrickiane a partire da una piatta sceneggiatura scritta da Anthony Frewin, uno degli assistenti del regista. Il film racconta la vita di Alan Conway, bizzarro personaggio londinese che per anni si è spacciato per Kubrick ingannando chiunque gli capitasse a tiro. Secondo gli ideatori dovrebbe essere una grottesca parabola sulla vanità e la smania di successo: risulta solo una noiosa, banale, pedestre occasione per lucrare su una serie di avvenimenti su cui sarebbe stato meglio tacere. Si salva la performance di John Malcovich.
Per informazioni sul festival: Mediateca toscana, 055/2719025, segreteria@mediatecatoscana.it.
04 novembre 2009
Scorsese e il Blu-ray di Stranamore
Martin Scorsese, ospite d'onore alla conferenza Blu-Con 2.0 tenutasi a Beverly Hills lo scorso 3 novembre, ha dato prova di essere l'ennesima vittima del morbo del restauratore pazzo.
Dopo essersi detto assolutamente entusiasta per l'efficacia del Blu-ray nel ricreare a casa l'esperienza cinematografica meglio di qualsiasi altro supporto sviluppato precedentemente, Scorsese ha risposto in videoconferenza alle domande di Gordon Crisp, vice presidente del reparto management, restauro pellicola e digital mastering della Sony Pictures Entertainment.
Quando è stata tirata in ballo la versione in Blu-ray del Dottor Stranamore, distribuito appunto dalla Sony come titolo di punta del catalogo classico, Crisp ha confessato che restaurando il film i tecnici si sono accorti che nelle sequenze in cui il bombardiere B52 viene inquadrato dall'esterno erano visibili i sottili fili che sostenevano il modellino dell'aeroplano. "Siamo stati costretti a chiederci cosa avrebbe fatto Stanley," ha dichiarato Crisp, "e abbiamo deciso che li avrebbe cancellati." Bravi, bell'interpretazione della volontà altrui. A poco serve precisare che il master digitale della pellicola verrà conservato integro e che la modifica riguarda solo l'edizione per il commercio.
"Vuoi che le cose restino accurate," ha aggiunto subito dopo Scorsese, "ma non così tanto da far vedere i fili sull'aereo." Eppure giusto qualche istante prima di questo infelice commento il regista aveva ricordato che agli inizi degli anni '90 Kubrick, in mancanza di mezzi tecnologici adeguati, era così preoccupato del deterioramento del Dr. Stranamore che si era ingegnato a preservare la pellicola fotografando ogni fotogramma della sua copia personale con una reflex 35mm.
Oltre a ridacchiare sull'aneddoto, Scorsese avrebbe potuto rifletter meglio sulla motivazione che aveva spinto Kubrick a intraprendere un tale certosino lavoro.
E dire che Scorsese viene considerato oggi uno dei registi più attivi nella preservazione dei film in pellicola. Nel maggio del 1990 aveva dato il via – tra l'altro assieme a Kubrick – alla Film Foundation for Film Preservation, organizzazione di cui era stato il portavoce e il presidente. Lo statuto della fondazione, sottoscritto da Scorsese, Kubrick, Coppola, Allen, Pollack, Spielberg e Lucas, prevedeva l'impegno a difendere e preservare i film del passato al fine di proteggere la visione dei registi che li avevano creati. All'epoca i film erano ancora un patrimonio culturale, evidentemente.
Eppure basterebbe un dizionario per sapere cosa vuol dire restauro; la definizione non è certo vicina a quanto dichiarato da Scorsese: il digitale "dà la possibilità di utilizzare tecnologie non disponibili quando i film sono stati realizzati."
Dopo gli stupri perpetrati da Steven Spielberg ai danni di E.T. L'extra-terrestre e le release debuggate di Guerre Stellari ad opera di George Lucas, oggi ci siamo persi un altro regista.
Scorsese: Blu-ray Is Incredible, Thomas K. Arnold, Home Media Magazine 03.11.2009
Blu-ray Brings a Smile to Martin Scorsese's Face!, Michael S. Palmer, Hi-Def Digest 04.11.2009
Scorsese Extols Blu-ray, Stephen Silver, Dealerscope 04.11.2009
Dopo essersi detto assolutamente entusiasta per l'efficacia del Blu-ray nel ricreare a casa l'esperienza cinematografica meglio di qualsiasi altro supporto sviluppato precedentemente, Scorsese ha risposto in videoconferenza alle domande di Gordon Crisp, vice presidente del reparto management, restauro pellicola e digital mastering della Sony Pictures Entertainment.
Quando è stata tirata in ballo la versione in Blu-ray del Dottor Stranamore, distribuito appunto dalla Sony come titolo di punta del catalogo classico, Crisp ha confessato che restaurando il film i tecnici si sono accorti che nelle sequenze in cui il bombardiere B52 viene inquadrato dall'esterno erano visibili i sottili fili che sostenevano il modellino dell'aeroplano. "Siamo stati costretti a chiederci cosa avrebbe fatto Stanley," ha dichiarato Crisp, "e abbiamo deciso che li avrebbe cancellati." Bravi, bell'interpretazione della volontà altrui. A poco serve precisare che il master digitale della pellicola verrà conservato integro e che la modifica riguarda solo l'edizione per il commercio.
"Vuoi che le cose restino accurate," ha aggiunto subito dopo Scorsese, "ma non così tanto da far vedere i fili sull'aereo." Eppure giusto qualche istante prima di questo infelice commento il regista aveva ricordato che agli inizi degli anni '90 Kubrick, in mancanza di mezzi tecnologici adeguati, era così preoccupato del deterioramento del Dr. Stranamore che si era ingegnato a preservare la pellicola fotografando ogni fotogramma della sua copia personale con una reflex 35mm.
Oltre a ridacchiare sull'aneddoto, Scorsese avrebbe potuto rifletter meglio sulla motivazione che aveva spinto Kubrick a intraprendere un tale certosino lavoro.
E dire che Scorsese viene considerato oggi uno dei registi più attivi nella preservazione dei film in pellicola. Nel maggio del 1990 aveva dato il via – tra l'altro assieme a Kubrick – alla Film Foundation for Film Preservation, organizzazione di cui era stato il portavoce e il presidente. Lo statuto della fondazione, sottoscritto da Scorsese, Kubrick, Coppola, Allen, Pollack, Spielberg e Lucas, prevedeva l'impegno a difendere e preservare i film del passato al fine di proteggere la visione dei registi che li avevano creati. All'epoca i film erano ancora un patrimonio culturale, evidentemente.
Eppure basterebbe un dizionario per sapere cosa vuol dire restauro; la definizione non è certo vicina a quanto dichiarato da Scorsese: il digitale "dà la possibilità di utilizzare tecnologie non disponibili quando i film sono stati realizzati."
Dopo gli stupri perpetrati da Steven Spielberg ai danni di E.T. L'extra-terrestre e le release debuggate di Guerre Stellari ad opera di George Lucas, oggi ci siamo persi un altro regista.
Scorsese: Blu-ray Is Incredible, Thomas K. Arnold, Home Media Magazine 03.11.2009
Blu-ray Brings a Smile to Martin Scorsese's Face!, Michael S. Palmer, Hi-Def Digest 04.11.2009
Scorsese Extols Blu-ray, Stephen Silver, Dealerscope 04.11.2009
03 novembre 2009
Tutto LIFE su Google Libri
Le trattative tra la rivista LIFE e Google devono essere andate avanti parecchio nei mesi passati, visto che dopo l'accordo dell'anno scorso per la digitalizzazione e la distribuzione dell'archivio fotografico ora Google Libri può vantare l'acquisizione dell'intero catalogo della rivista: ogni numero mai pubblicato è disponibile per la consultazione online.
Per esempio, tanto per andar subito al sodo, cercando "kubrick" in tutti i numeri di LIFE si ottengono 22 risultati: dal meraviglioso articolo promozionale per l'uscita di 2001: Odissea nello Spazio (Kubrick concesse a LIFE l'esclusiva dei primi fotogrammi a pochi giorni dalla distribuzione nazionale della pellicola), a un profilo dell'allora promettente attrice Virginia Leith, appena scelta da un regista ventiquattrenne di New York per il dramma Fear & Desire. Come non bastasse, l'articolo è corredato da uno scatto di Kubrick alla Leigh, stupendo (e diverso da quello utilizzato per la promozione del film).
Per restare in tema di fotografie, da un articolo dal set di Spartacus spunta poi questa foto di Kubrick che non avevo mai visto: il regista e gli attori danno il benvenuto a Jean Simmons, appena convocata da Kubrick per sostituire Sabina Bethman, la co-protagonista scelta da Kirk Douglas.
O anche quest'altra, con Kubrick in bilico sull'obliquo set di 2001, uno scatto simile, ma inedito, a quello che aveva accompagnato molti memoriali del 1999.
Non mancano poi i numeri con dichiarazioni di Kubrick per rimpinguare la lista delle interviste con ben tre entrate: Two antiwar films, di Tom Prideaux e The Directors, di Robert Coughlan, LIFE #55.25 del 20.12.1963, più Ignore the audience at your peril, di Maurice Rapf, LIFE #64.23 del 07.06.1968.
Chicche assolute. Il sogno del mio mondo perfetto ha definitivamente molto a che fare con i progetti di Google.
Per esempio, tanto per andar subito al sodo, cercando "kubrick" in tutti i numeri di LIFE si ottengono 22 risultati: dal meraviglioso articolo promozionale per l'uscita di 2001: Odissea nello Spazio (Kubrick concesse a LIFE l'esclusiva dei primi fotogrammi a pochi giorni dalla distribuzione nazionale della pellicola), a un profilo dell'allora promettente attrice Virginia Leith, appena scelta da un regista ventiquattrenne di New York per il dramma Fear & Desire. Come non bastasse, l'articolo è corredato da uno scatto di Kubrick alla Leigh, stupendo (e diverso da quello utilizzato per la promozione del film).
Per restare in tema di fotografie, da un articolo dal set di Spartacus spunta poi questa foto di Kubrick che non avevo mai visto: il regista e gli attori danno il benvenuto a Jean Simmons, appena convocata da Kubrick per sostituire Sabina Bethman, la co-protagonista scelta da Kirk Douglas.
O anche quest'altra, con Kubrick in bilico sull'obliquo set di 2001, uno scatto simile, ma inedito, a quello che aveva accompagnato molti memoriali del 1999.
Non mancano poi i numeri con dichiarazioni di Kubrick per rimpinguare la lista delle interviste con ben tre entrate: Two antiwar films, di Tom Prideaux e The Directors, di Robert Coughlan, LIFE #55.25 del 20.12.1963, più Ignore the audience at your peril, di Maurice Rapf, LIFE #64.23 del 07.06.1968.
Chicche assolute. Il sogno del mio mondo perfetto ha definitivamente molto a che fare con i progetti di Google.
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