Il già prezioso Alessio Torreggiani mi avvisa che su The Pirate Bay si trova un torrent in alta qualità di Flying Padre, il secondo cortometraggio di Kubrick girato nel 1950 come lavoro su commissione della RKO Pathé.
Con un budget di 1.500 dollari Kubrick si recò nel New Mexico, girò le riprese seguendo il reverendo Stadtmueller in visita ai fedeli della sua sterminata parrocchia a bordo di un aeroplano a elica, tornò a New York e montò il film, tutto da solo. A differenza di Day of the Fight che gli fruttò 100 dollari, Flying Padre, distribuito dopo un anno dalle riprese, non fece guadagnare a Kubrick neppure un centesimo. Per finanziare il suo primo lungometraggio, Fear and Desire, Kubrick lavorerà come regista della seconda unità per il film Mr Lincoln prodotto da Richard de Rochemont per la CBS.
Tornando a Flying Padre, il video scaricabile con il torrent è un TVRip dal canale satellitare Turner Classic Movies; la copia trasmessa è quella preservata dalla Library of Congress, come indica la schermata iniziale. Precedentemente, erano disponibili file video di bassa qualità rippati da imprecisate VHS o misconosciute trasmissioni televisive (in Italia era stato trasmesso dal solito Enrico Ghezzi di Fuori Orario su Rai3). Le copie erano piene di graffi, poco luminose e con sonoro gracchiante. Ignoravo l'esistenza di una copia in pellicola preservata alla Biblioteca del Congresso: risulta abbastanza stabile, con un buon contrasto e un discreto livello di dettaglio mantenuto nella trasmissione TV. Sfortunatamente, un po' come è avvenuto per The Seafarers in DVD, questa copia infinitamente migliore delle altre è danneggiata in alcuni punti: durante i primi minuti si avvertono dei salti causati da fotogrammi rovinati ed eliminati, e di conseguenza dei buchi nella traccia audio. Davvero un peccato.
Ad ogni modo, guardate qua il corto in tutto il suo splendore. (OK, non è un gran corto, è facile facile, girato un po' di fretta e con un paio di citazioni Eisensteiniane fuori luogo, giusto per far vedere che il nostro affezionatissimo divorava i film europei al MOMA. Ah, è pure un filino lacrimevole, Però è ben fotografato e la carrellata finale che si allontana dal prete mi piace ogni volta che la vedo.)
Tengo per qualche giorno il torrent aperto, così da facilitarvi nel download. Però sbrigatevi ragazzi.
24 settembre 2009
21 settembre 2009
The Sound of Sunforest
La colonna sonora di Arancia Meccanica presenta due brani piuttosto curiosi: la solenne Ouverture to the Sun, composta da Terry Tucker, e la bizzarra I Want to Marry a Lighthouse Keeper, di Erika Eigen. Un amico, Alessio Torreggiani, mi segnala che le due autrici facevano parte, assieme a una certa Freya Hogue, della band Sunforest che ha pubblicato nel 1969 un unico album dal titolo The Sound of Sunforest per la Deram/Nova, sottoetichetta pop della storica Decca.
L'album è un bizzarro misto di country surreale (versi di galline inclusi), ballate in stile anni '30, austero medievalismo in latino e folk all'LSD, in perfetto stile creativo anni '70. Oggi pubblicare un disco tanto eclettico e così difficilmente inquadrabile risulterebbe impossibile. Ma prima di scadere nel solito "o tempora o mores" torniamo a Kubrick che, da incredibile e sorprendente scopritore di misconosciuti talenti qual era, deve aver ascoltato il disco durante la ricerca di musiche per il suo film sul futuro ultraviolento che ci si prospettava innanzi.
Presi i contatti con il gruppo, Kubrick scelse i due brani per le scene in cui Alex, concluso il trattamento Ludovico, viene mostrato sul palcoscenico alla presenza delle autorità e poi quando torna nell'appartamento di famiglia, ormai occupato da Joe l'affittuario. "All'epoca, non avevamo la minima idea di cosa parlasse il film," ha dichiarato nel 2004 Terry Tucker alla rivista Record Collector.
Kubrick ha fatto riarrangiare la Overture to the Sun accentuando la linea ritmica, mentre ha quasi del tutto stravolto I Want To Marry A Lighthouse Keeper, nel disco intitolata semplicemente Lighthouse Keeper: pur mantenendo lo stesso cantato, sono stati eliminati tutti gli strumenti ad eccezione delle percussioni, del sax e del benjo, ed è stato aggiunto l'effetto radiofonico utile alla scena.
L'improvvisa fama dei Sunforest è durata poco: quando Arancia Meccanica uscì nelle sale il gruppo si era già sciolto, tanto che i due brani sono stati accreditati con i nomi delle singole autrici; nessun riferimento ai Sunforest o all'album. Erika Eigen aveva lasciato il gruppo per prima, Terry Tucker era tornata in America e della terza componente si erano perse le tracce.
L'album è un bizzarro misto di country surreale (versi di galline inclusi), ballate in stile anni '30, austero medievalismo in latino e folk all'LSD, in perfetto stile creativo anni '70. Oggi pubblicare un disco tanto eclettico e così difficilmente inquadrabile risulterebbe impossibile. Ma prima di scadere nel solito "o tempora o mores" torniamo a Kubrick che, da incredibile e sorprendente scopritore di misconosciuti talenti qual era, deve aver ascoltato il disco durante la ricerca di musiche per il suo film sul futuro ultraviolento che ci si prospettava innanzi.
Presi i contatti con il gruppo, Kubrick scelse i due brani per le scene in cui Alex, concluso il trattamento Ludovico, viene mostrato sul palcoscenico alla presenza delle autorità e poi quando torna nell'appartamento di famiglia, ormai occupato da Joe l'affittuario. "All'epoca, non avevamo la minima idea di cosa parlasse il film," ha dichiarato nel 2004 Terry Tucker alla rivista Record Collector.
Kubrick ha fatto riarrangiare la Overture to the Sun accentuando la linea ritmica, mentre ha quasi del tutto stravolto I Want To Marry A Lighthouse Keeper, nel disco intitolata semplicemente Lighthouse Keeper: pur mantenendo lo stesso cantato, sono stati eliminati tutti gli strumenti ad eccezione delle percussioni, del sax e del benjo, ed è stato aggiunto l'effetto radiofonico utile alla scena.
L'improvvisa fama dei Sunforest è durata poco: quando Arancia Meccanica uscì nelle sale il gruppo si era già sciolto, tanto che i due brani sono stati accreditati con i nomi delle singole autrici; nessun riferimento ai Sunforest o all'album. Erika Eigen aveva lasciato il gruppo per prima, Terry Tucker era tornata in America e della terza componente si erano perse le tracce.
15 settembre 2009
Tanti auguri a me
Dieci anni fa, il 15 settembre 1999, aggiornavo per la prima volta il mio sito internet, nato probabilmente qualche giorno prima. All'epoca si chiamava Nessuno2001 Web Site e conteneva sei sezioni in cui avevo intenzione di scrivere le mie idee sulla comunicazione mediata da computer, le potenzialità economiche di Internet e il suo valore come enorme biblioteca digitale. A ripensarci ora, facevo quasi tenerezza.
Nell'unica sezione su Stanley Kubrick avevo iniziato a raccogliere (trascrivendole a mano dai quotidiani) le interviste a Tom Cruise, Nicole Kidman, Christiane Kubrick e Jan Harlan, ospiti alla Mostra del Cinema di Venezia per l'anteprima europea di Eyes Wide Shut. Archivista già dal principio.
Il sito era ospitato su Xoom (portale di cui si sono fortunatamente perse le tracce) e aveva un rotolante cubo in java per navigare nelle sei sezioni tematiche. Col tempo divenne chiaro che scrivere le mie elucubrazioni da scienziato della comunicazione non era poi questa mia grande necessità (figuriamoci la vostra di leggerle), così il 22 maggio 2001 inauguravo ArchivioKubrick abbandonando le altre sezioni e acquistando il nome di dominio.
Da lì il sito ne ha attraversate diverse: una inutile partnership con Caltanet (un anno di inserzioni pubblicitarie e una rovinosa gestione a frame del sito, per un guadagno netto di 39€: ecco in effetti cosa potevo scrivere sulle suddette potenzialità economiche di Internet); le interviste esclusive a Mario Maldesi e Phil Davies, comparsa in Eyes Wide Shut; la compilazione della più completa lista di interviste di Kubrick insieme a Matthew Hunt e una segnalazione su Ciak.
Come festeggiare quindi il decimo compleanno di ArchivioKubrick? Con un concorso a premi per vincere uno dei polverosi cimeli d'epoca che ho accumulato negli anni? (Ve lo scordate.) Completando finalmente le sezioni sui primi film, ancora buchi incomprensibili nella completezza del sito? (Avercene il tempo.) Organizzando un festino in stile EWS come continuamente vengono segnalati nei quotidiani italiani? (Sono aperte le prenotazioni.)
Avrei potuto far tutto questo, e invece vi beccate il seguente tuffo nel passato con le fotografie alle vecchie versioni del sito, praticamente una galleria degli orrori.
Prima homepage del sito, 20.07.2001.
Seconda homepage, 06.02.2003. Notare che non si visualizza neppure più in modo corretto con gli attuali browser.
Terza homepage, 13.05.2005. L'immagine in testa cambiava ad ogni accesso, wow.
Fin qui, ossia per quasi sei anni netti, le sezioni interne del sito erano questa cosa improponibile qui sotto.
Chiedo di nuovo perdono di fronte al tribunale di Amnesty International. L'ultimo aggiornamento grafico, del 2007, ha resistito fino all'aprile del 2009.
E' difficile mantenere la convinzione che l'attuale grafica del sito sia piacevole quando si ricorda di aver pensato la stessa cosa per tutti i layout precedenti. A questo punto la domanda è: in quali modi torturerò i vostri occhi nei prossimi dieci anni? Non ci pensate e mangiate un pezzo di torta.
Nell'unica sezione su Stanley Kubrick avevo iniziato a raccogliere (trascrivendole a mano dai quotidiani) le interviste a Tom Cruise, Nicole Kidman, Christiane Kubrick e Jan Harlan, ospiti alla Mostra del Cinema di Venezia per l'anteprima europea di Eyes Wide Shut. Archivista già dal principio.
Il sito era ospitato su Xoom (portale di cui si sono fortunatamente perse le tracce) e aveva un rotolante cubo in java per navigare nelle sei sezioni tematiche. Col tempo divenne chiaro che scrivere le mie elucubrazioni da scienziato della comunicazione non era poi questa mia grande necessità (figuriamoci la vostra di leggerle), così il 22 maggio 2001 inauguravo ArchivioKubrick abbandonando le altre sezioni e acquistando il nome di dominio.
Da lì il sito ne ha attraversate diverse: una inutile partnership con Caltanet (un anno di inserzioni pubblicitarie e una rovinosa gestione a frame del sito, per un guadagno netto di 39€: ecco in effetti cosa potevo scrivere sulle suddette potenzialità economiche di Internet); le interviste esclusive a Mario Maldesi e Phil Davies, comparsa in Eyes Wide Shut; la compilazione della più completa lista di interviste di Kubrick insieme a Matthew Hunt e una segnalazione su Ciak.
Come festeggiare quindi il decimo compleanno di ArchivioKubrick? Con un concorso a premi per vincere uno dei polverosi cimeli d'epoca che ho accumulato negli anni? (Ve lo scordate.) Completando finalmente le sezioni sui primi film, ancora buchi incomprensibili nella completezza del sito? (Avercene il tempo.) Organizzando un festino in stile EWS come continuamente vengono segnalati nei quotidiani italiani? (Sono aperte le prenotazioni.)
Avrei potuto far tutto questo, e invece vi beccate il seguente tuffo nel passato con le fotografie alle vecchie versioni del sito, praticamente una galleria degli orrori.
Prima homepage del sito, 20.07.2001.
Seconda homepage, 06.02.2003. Notare che non si visualizza neppure più in modo corretto con gli attuali browser.
Terza homepage, 13.05.2005. L'immagine in testa cambiava ad ogni accesso, wow.
Fin qui, ossia per quasi sei anni netti, le sezioni interne del sito erano questa cosa improponibile qui sotto.
Chiedo di nuovo perdono di fronte al tribunale di Amnesty International. L'ultimo aggiornamento grafico, del 2007, ha resistito fino all'aprile del 2009.
E' difficile mantenere la convinzione che l'attuale grafica del sito sia piacevole quando si ricorda di aver pensato la stessa cosa per tutti i layout precedenti. A questo punto la domanda è: in quali modi torturerò i vostri occhi nei prossimi dieci anni? Non ci pensate e mangiate un pezzo di torta.
14 settembre 2009
Libro su A.I. in arrivo
C'era da aspettarselo: dopo la Stanley Kubrick Exhibition, lo Stanley Kubrick Archives della Taschen, la mostra collegata all'installazione artistica su Aryan Papers e il libro sul Napoleon, mancava all'appello solo l'altro grande progetto incompiuto di Stanley Kubrick, A.I. Intelligenza Artificiale.
Il libro A.I. - From Stanley Kubrick to Steven Spielberg: The Vision Behind the Film riempie questo vuoto fornendo informazioni sulla genesi del film, dalla mente di Kubrick alle mani di Spielberg passando per il pennello di Chris Baker, designer assunto da Kubrick per collaborare all'aspetto visivo del film.
Dalla descrizione fornita su Amazon si apprende che il libro presenta più di 250 disegni di Baker, in larga parte inediti, accompagnati da appunti di Kubrick e stesure della sceneggiatura, fotogrammi dal film girato da Spielberg e foto dal dietro le quinte con gli animatronics e il virtual studio sviluppato per le riprese dentro la città di Rouge City.
Pubblicato dalla Thames and Hudson e programmato per il prossimo novembre, il libro è a cura di Jane M. Struthers e, per la prima volta dichiaratamente in copertina, Jan "prezzemolo" Harlan. Con 35 sterline come prezzo di copertina ci guadagna meno del solito, quindi spargete la voce per comprarlo in massa.
Il libro A.I. - From Stanley Kubrick to Steven Spielberg: The Vision Behind the Film riempie questo vuoto fornendo informazioni sulla genesi del film, dalla mente di Kubrick alle mani di Spielberg passando per il pennello di Chris Baker, designer assunto da Kubrick per collaborare all'aspetto visivo del film.
Dalla descrizione fornita su Amazon si apprende che il libro presenta più di 250 disegni di Baker, in larga parte inediti, accompagnati da appunti di Kubrick e stesure della sceneggiatura, fotogrammi dal film girato da Spielberg e foto dal dietro le quinte con gli animatronics e il virtual studio sviluppato per le riprese dentro la città di Rouge City.
Pubblicato dalla Thames and Hudson e programmato per il prossimo novembre, il libro è a cura di Jane M. Struthers e, per la prima volta dichiaratamente in copertina, Jan "prezzemolo" Harlan. Con 35 sterline come prezzo di copertina ci guadagna meno del solito, quindi spargete la voce per comprarlo in massa.
12 settembre 2009
Napoleon: venghino venghino
Aggiornato ancora il sito della Taschen con la pagina sull'imminente Napoleon, la cui uscita è stata posticipata di un mese. Le mie prime negative impressioni sono sfortunatamente confermate.
L'archivio iconografico online è stato ultimato ed è possibile visualizzarlo in anteprima, anche se per scaricare le foto occorrono username e password, ottenibili acquistando il libro. Al momento, è possibile scaricare una foto campione.
Le fotografie, le stampe, gli articoli e le diapositive raccolte da Kubrick nei decenni di preparazione del progetto sono state digitalizzate e convertite in TIFF. Il formato è un'ottima scelta rispetto al più comune JPG, per evitare squadrettamenti e perdite di qualità della compressione, specie nel caso di stampa delle foto. Un po' meno soddisfacenti le dimensioni: 800 x 600 pixel, mi auguravo una qualità migliore. Spero che sia così solo il campione e che le vere foto scaricabili abbiano una risoluzione più alta. Altro dubbio: la pagina indica "oltre 1000 foto" ma ne avevano pubblicizzate 17000; l'archivio dichiara "16766 search results" e spero sia affidabile questo numero.
Per promuovere l'acquisto (500€ per l'Italia, con edizione multilingua in inglese, francese e tedesco), la curatrice del volume Alison Castle ha preparato un video intervistando il sempre allegro Jan Harlan e una leggermente perplessa Christiane nella cucina di Childwickbury (ormai trafficata quanto Piccadilly Circus).
"Immortalizing Kubrick's Napoleon" dice senza mezzi termini il titolo del video, inaugurando un'aria pomposa che prosegue con l'altrettanto tracotante sottotitolo "The greatest book ever made about the greatest movie never made." Si continua con la Castle che cela malamente la sua spocchia e Jan Harlan che magnifica il film mai realizzato accarezzando voluttuosamente la copertina in simil-pelle con un entusiasmo involontariamente ridicolo che ricorda certi slanci da MondialCasa. Ti aspetteresti da un momento all'altro di vederlo saltellare verso la credenza sul retro, afferrare un set di affilatissimi coltelli Miracle Blade e includerli nell'offerta.
Il responsabile del design Mathias Augustyniak, dello studio francese M/M Paris, confida la difficoltà di realizzare un libro sul Napoleon: "I think it was an impossibile project, [...] we liked the idea of an impossible project." E' a lui che si deve la brillante idea di rendere il libro un oggetto di mistero, una cassaforte con dentro "as many books as possibile" (ce ne bastano dieci, grazie), o come dice lui stesso con una metafora più ardita "un glory-hole" (parola che gli estimatori di porno sanno chiaramente cosa significa; se la spassano, questi francesi.)
Il video dà anche modo di vedere il libro dal vivo in tre dimensioni, rivelando senza pudore la sua incredibile pacchianeria da buzzurri.
Perla conclusiva della Castle: "Così, dopo anni di lavoro, probabilmente tanti quanti Kubrick stesso ne avrebbe impiegati per realizzare il film, abbiamo completato questo gruppo di libri che probabilmente sono tanto audaci, esaustivi e unici quanto sarebbe stato il Napoleon di Kubrick." Cerco invano parole per commentare e arriva il botto finale: "E' un libro che permette al lettore, forse, di essere in grado di girare questo film." Mentre corro a vomitare, Jan Harlan se la ride con gli occhi a dollaro come Zio Paperone.
L'archivio iconografico online è stato ultimato ed è possibile visualizzarlo in anteprima, anche se per scaricare le foto occorrono username e password, ottenibili acquistando il libro. Al momento, è possibile scaricare una foto campione.
Le fotografie, le stampe, gli articoli e le diapositive raccolte da Kubrick nei decenni di preparazione del progetto sono state digitalizzate e convertite in TIFF. Il formato è un'ottima scelta rispetto al più comune JPG, per evitare squadrettamenti e perdite di qualità della compressione, specie nel caso di stampa delle foto. Un po' meno soddisfacenti le dimensioni: 800 x 600 pixel, mi auguravo una qualità migliore. Spero che sia così solo il campione e che le vere foto scaricabili abbiano una risoluzione più alta. Altro dubbio: la pagina indica "oltre 1000 foto" ma ne avevano pubblicizzate 17000; l'archivio dichiara "16766 search results" e spero sia affidabile questo numero.
Per promuovere l'acquisto (500€ per l'Italia, con edizione multilingua in inglese, francese e tedesco), la curatrice del volume Alison Castle ha preparato un video intervistando il sempre allegro Jan Harlan e una leggermente perplessa Christiane nella cucina di Childwickbury (ormai trafficata quanto Piccadilly Circus).
"Immortalizing Kubrick's Napoleon" dice senza mezzi termini il titolo del video, inaugurando un'aria pomposa che prosegue con l'altrettanto tracotante sottotitolo "The greatest book ever made about the greatest movie never made." Si continua con la Castle che cela malamente la sua spocchia e Jan Harlan che magnifica il film mai realizzato accarezzando voluttuosamente la copertina in simil-pelle con un entusiasmo involontariamente ridicolo che ricorda certi slanci da MondialCasa. Ti aspetteresti da un momento all'altro di vederlo saltellare verso la credenza sul retro, afferrare un set di affilatissimi coltelli Miracle Blade e includerli nell'offerta.
Il responsabile del design Mathias Augustyniak, dello studio francese M/M Paris, confida la difficoltà di realizzare un libro sul Napoleon: "I think it was an impossibile project, [...] we liked the idea of an impossible project." E' a lui che si deve la brillante idea di rendere il libro un oggetto di mistero, una cassaforte con dentro "as many books as possibile" (ce ne bastano dieci, grazie), o come dice lui stesso con una metafora più ardita "un glory-hole" (parola che gli estimatori di porno sanno chiaramente cosa significa; se la spassano, questi francesi.)
Il video dà anche modo di vedere il libro dal vivo in tre dimensioni, rivelando senza pudore la sua incredibile pacchianeria da buzzurri.
Perla conclusiva della Castle: "Così, dopo anni di lavoro, probabilmente tanti quanti Kubrick stesso ne avrebbe impiegati per realizzare il film, abbiamo completato questo gruppo di libri che probabilmente sono tanto audaci, esaustivi e unici quanto sarebbe stato il Napoleon di Kubrick." Cerco invano parole per commentare e arriva il botto finale: "E' un libro che permette al lettore, forse, di essere in grado di girare questo film." Mentre corro a vomitare, Jan Harlan se la ride con gli occhi a dollaro come Zio Paperone.
07 settembre 2009
Interviste per Ken Adam Designs the Movies
In occasione dell'uscita del libro fotografico Ken Adam Designs the Movies nel settembre 2008, l'autore Christopher Frayling ha intervistato in varie occasioni lo scenografo due volte premio oscar (una per Barry Lyndon).
Per il Telegraph di Londra, Frayling ha discusso con Ken Adam il ruolo creativo del "production designer", la sua decennale carriera e l'esperienza con Kubrick per Dr. Stranamore. Ken Adam inizia a parlare di Kubrick dal minuto 13 dell'intervista, fino alla fine. Per chi avesse fretta, è disponibile un estratto kubrickiano di tre minuti.
Alla fine del 2008, Ken Adam si è concesso nuovamente per un'intervista filmata in occasione della mostra Cold War Modern tenutasi al Victoria and Albert Museum. Ken Adam inizia il racconto dalla sua giovinezza come pilota della Royal Air Force durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi passare a descrivere il suo stile espressionista sviluppato nei film di James Bond e infine raccontare l'incontro con Kubrick per il set di Dr. Stranamore. Disposto ad abbandonarsi all'onda dei ricordi, lo scenografo descrive dettagliatamente il suo lavoro per il film e ricorda le discussioni con Kubrick, sempre pronto a cambiare idea fino a un attimo prima delle riprese. Il video contiene gli sketch preparatori per la War Room e un paio di fotografie scattate da Kubrick stesso.
Nell'incontro condotto da Frayling, Ken Adam ricorda di nuovo il primo incontro con Kubrick e le discussioni per trovare il design migliore per la War Room, in una profusione di aneddoti che non mancano di divertire il pubblico.
Ken Adam Designs the Movies: James Bond and Beyond è il secondo libro scritto dallo scenografo con Frayling, dopo The Art of Production Design, che sostanzialmente era una lunghissima intervista stampata con alcune fotografie e disegni a mano di Adam. Questa seconda pubblicazione è una sorta di "aggiunta grafica" che presenta molti più schizzi a carboncino, disegni e foto di scena dai film a cui lo scenografo ha preso parte. In particolare, come suggerisce il titolo, sono presenti gli studi per i fantasmagorici set della serie James Bond, anche se non mancano alcune pagine con i disegni per Dr. Stranamore.
La vera chicca per i cinefili kubrickiani è tuttavia custodita nell'ultima pagina del libro: l'argutissima lettera che Kubrick spedì a Ken Adam per convincerlo a lavorare con lui una seconda volta. Adam non aveva infatti accettato subito l'incarico per Barry Lyndon, memore del duro lavoro ai tempi di Stranamore; Kubrick non si rassegnò al rifiuto e scrisse: "Il fatto che tu sia diventato una star non dovrebbe spingerti a comportarti di conseguenza." Ken Adam cedette e guadagnò il suo primo Oscar, oltre che un esaurimento nervoso.
Per il Telegraph di Londra, Frayling ha discusso con Ken Adam il ruolo creativo del "production designer", la sua decennale carriera e l'esperienza con Kubrick per Dr. Stranamore. Ken Adam inizia a parlare di Kubrick dal minuto 13 dell'intervista, fino alla fine. Per chi avesse fretta, è disponibile un estratto kubrickiano di tre minuti.
Alla fine del 2008, Ken Adam si è concesso nuovamente per un'intervista filmata in occasione della mostra Cold War Modern tenutasi al Victoria and Albert Museum. Ken Adam inizia il racconto dalla sua giovinezza come pilota della Royal Air Force durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi passare a descrivere il suo stile espressionista sviluppato nei film di James Bond e infine raccontare l'incontro con Kubrick per il set di Dr. Stranamore. Disposto ad abbandonarsi all'onda dei ricordi, lo scenografo descrive dettagliatamente il suo lavoro per il film e ricorda le discussioni con Kubrick, sempre pronto a cambiare idea fino a un attimo prima delle riprese. Il video contiene gli sketch preparatori per la War Room e un paio di fotografie scattate da Kubrick stesso.
Nell'incontro condotto da Frayling, Ken Adam ricorda di nuovo il primo incontro con Kubrick e le discussioni per trovare il design migliore per la War Room, in una profusione di aneddoti che non mancano di divertire il pubblico.
Ken Adam Designs the Movies: James Bond and Beyond è il secondo libro scritto dallo scenografo con Frayling, dopo The Art of Production Design, che sostanzialmente era una lunghissima intervista stampata con alcune fotografie e disegni a mano di Adam. Questa seconda pubblicazione è una sorta di "aggiunta grafica" che presenta molti più schizzi a carboncino, disegni e foto di scena dai film a cui lo scenografo ha preso parte. In particolare, come suggerisce il titolo, sono presenti gli studi per i fantasmagorici set della serie James Bond, anche se non mancano alcune pagine con i disegni per Dr. Stranamore.
La vera chicca per i cinefili kubrickiani è tuttavia custodita nell'ultima pagina del libro: l'argutissima lettera che Kubrick spedì a Ken Adam per convincerlo a lavorare con lui una seconda volta. Adam non aveva infatti accettato subito l'incarico per Barry Lyndon, memore del duro lavoro ai tempi di Stranamore; Kubrick non si rassegnò al rifiuto e scrisse: "Il fatto che tu sia diventato una star non dovrebbe spingerti a comportarti di conseguenza." Ken Adam cedette e guadagnò il suo primo Oscar, oltre che un esaurimento nervoso.
03 settembre 2009
Malcolm McDowell su Arancia Meccanica
Malcolm McDowell, indimenticabile interprete di Alex, il protagonista di Arancia Meccanica, è tornato alla ribalta in questi giorni grazie al suo ruolo in Halloween 2, sequel/remake di Rob Zombie della saga iniziata da Carpenter alla fine degli anni '70.
Nelle interviste promozionali per l'horror appena uscito nelle sale statunitensi, McDowell non ha potuto tirasi indietro di fronte alle inevitabili domande sul ruolo che lo ha reso immortale e sul film epocale di Kubrick.
Come aveva fatto per il commento audio al film, registrato per l'Edizione Speciale in due dischi, McDowell afferma che all'epoca dell'uscita Arancia Meccanica, essenzialmente una commedia nera, era stato preso troppo sul serio e trascinato nella ridda di polemiche sulla violenza: oggi, a distanza di trent'anni, il pubblico riesce a vederne l'aspetto grottesco da parabola satirica.
Più interessante — e nuova — è la sua idea che Arancia Meccanica fosse, per molti versi, un film profetico: l'uso pervasivo di droghe, le gang violente, lo stato che prende il controllo e impone terapie correttive, il Patriot Act americano che è quasi in perfetto "stile Clockwork"...
Proprio vero: più passa il tempo e più anche Malcolm, come il vino buono e Arancia Meccanica stesso, migliora.
Malcolm McDowell has a laugh in 'Halloween II', Susan King, Los Angeles Times 29.08.2009
Malcolm McDowell: "We've become immune to violence", Jeanne Wolf, Parade 01.09.2009
McDowell on the prophecies of A Clockwork Orange, Hollywood Outbreak 03.09.2009
Nell'ultima pagina è presente anche un estratto audio dall'intervista, che può essere scaricata in due file mp3 da questi link diretti: parte 1, parte 2.
Nelle interviste promozionali per l'horror appena uscito nelle sale statunitensi, McDowell non ha potuto tirasi indietro di fronte alle inevitabili domande sul ruolo che lo ha reso immortale e sul film epocale di Kubrick.
Come aveva fatto per il commento audio al film, registrato per l'Edizione Speciale in due dischi, McDowell afferma che all'epoca dell'uscita Arancia Meccanica, essenzialmente una commedia nera, era stato preso troppo sul serio e trascinato nella ridda di polemiche sulla violenza: oggi, a distanza di trent'anni, il pubblico riesce a vederne l'aspetto grottesco da parabola satirica.
Più interessante — e nuova — è la sua idea che Arancia Meccanica fosse, per molti versi, un film profetico: l'uso pervasivo di droghe, le gang violente, lo stato che prende il controllo e impone terapie correttive, il Patriot Act americano che è quasi in perfetto "stile Clockwork"...
Proprio vero: più passa il tempo e più anche Malcolm, come il vino buono e Arancia Meccanica stesso, migliora.
Malcolm McDowell has a laugh in 'Halloween II', Susan King, Los Angeles Times 29.08.2009
Malcolm McDowell: "We've become immune to violence", Jeanne Wolf, Parade 01.09.2009
McDowell on the prophecies of A Clockwork Orange, Hollywood Outbreak 03.09.2009
Nell'ultima pagina è presente anche un estratto audio dall'intervista, che può essere scaricata in due file mp3 da questi link diretti: parte 1, parte 2.
02 settembre 2009
Le location di Shining
Uno splendido video scovato su YouTube presenta un montaggio incrociato delle location di Shining con le immagini del film.
Hervé Attia, cinefilo statunitense, viaggia per tutto il mondo alla ricerca dei luoghi di ripresa dei suoi film preferiti. Per il capolavoro horror di Kubrick, Attia si è recato sulla "Going to the Sun road" nel Glacier National Park del Montana per ripercorrere il viaggio di Jack Torrance verso l'Overlook Hotel, costeggiando il St. Mary Lake e il suo curioso isolotto alberato. Per far le cose per bene, Attia è andato nel parco due volte, per beccarlo prima d'autunno e dopo coperto di neve.
Tappa obbligata poi nell'Oregon, alle pendici del maestoso Mount Hood, dove si trova il Timberline Lodge, sperduto hotel di montagna che è servito come esterno dell'Overlook nei campi lunghi e la cui facciata è stata meticolosamente ricostruita nel terreno dietro gli EMI Studios di Elstree.
In California e più precisamente nello Yosemite National Park si trova l'Ahwahnee Hotel, l'albergo che ha fornito ispirazione per gli interni dell'Overlook: nessuna scena del film è stata girata qui, ma resta sbalorditivo osservare come i corridoi, le stanze e perfino gli oggetti di arredamento o le decorazioni sui pavimenti di questo hotel siano stati fedelmente copiati e riprodotti in Inghilterra dai carpentieri dello studio guidati dallo scenografo Roy Walker. Deve essere un'esperienza surreale camminare dentro questo hotel.
Di seguito il video, tra l'altro montato con notevole arguzia.
Hervé Attia, cinefilo statunitense, viaggia per tutto il mondo alla ricerca dei luoghi di ripresa dei suoi film preferiti. Per il capolavoro horror di Kubrick, Attia si è recato sulla "Going to the Sun road" nel Glacier National Park del Montana per ripercorrere il viaggio di Jack Torrance verso l'Overlook Hotel, costeggiando il St. Mary Lake e il suo curioso isolotto alberato. Per far le cose per bene, Attia è andato nel parco due volte, per beccarlo prima d'autunno e dopo coperto di neve.
Tappa obbligata poi nell'Oregon, alle pendici del maestoso Mount Hood, dove si trova il Timberline Lodge, sperduto hotel di montagna che è servito come esterno dell'Overlook nei campi lunghi e la cui facciata è stata meticolosamente ricostruita nel terreno dietro gli EMI Studios di Elstree.
In California e più precisamente nello Yosemite National Park si trova l'Ahwahnee Hotel, l'albergo che ha fornito ispirazione per gli interni dell'Overlook: nessuna scena del film è stata girata qui, ma resta sbalorditivo osservare come i corridoi, le stanze e perfino gli oggetti di arredamento o le decorazioni sui pavimenti di questo hotel siano stati fedelmente copiati e riprodotti in Inghilterra dai carpentieri dello studio guidati dallo scenografo Roy Walker. Deve essere un'esperienza surreale camminare dentro questo hotel.
Di seguito il video, tra l'altro montato con notevole arguzia.
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