Intanto che Sulla Luna con Stanley Kubrick è disponibile in anteprima for my fans only (ma non per gli onlyfans) – lo trovate qui – vi racconto un po’ di dietro-le-quinte.
Il libro nasce dalla mia perplessità verso la spiegazione che Kubrick stesso dava della sua bizzarra immagine pubblica. Secondo lui, la figura da genio pazzoide aveva preso forma nel corso degli anni perché lui parlava malvolentieri del proprio lavoro così che i cronisti di costume, con il loro classico debole per il sensazionalismo, avevano dovuto inventarsi storie e storielle da dare in pasto ai lettori. Non gli ho mai creduto. Tanto per cominciare, alcune delle storie sono indubbiamente vere: vero era il perfezionismo, vera l’ossessione, verissima la maniacale cura di ogni aspetto della lavorazione dei suoi film. Mi è così venuta la curiosità di capire quali leggende avessero fondamento e quali fossero delle esagerazioni o invenzioni belle e buone. Se date un’occhiata all’estratto – è qui – vedete che le prime quattro sezioni del libro sono una collezione esaustiva di “Ma è vero che…?” Sono convinto di aver sbrogliato tutte le matasse che erano rimaste ingarbugliate per più di cinquant’anni. (Se vi accorgete che manca qualche diceria, fate come si fa ai matrimoni: tacete per sempre.)
La domanda a cui però volevo trovare risposta era come quella classica dei bambini (e come quella, innocente solo all’apparenza): perché? Perché è nata questa reputazione da megalomane invasato? E perché, nonostante gli sforzi di Kubrick, e dei suoi amici e familiari dopo la sua morte nel 1999, ancora ci crediamo?
Mentre scrivevo avevo l’idea di mettere in piedi un’indagine quasi poliziesca: raccoglievo indizi, interrogavo testimoni oculari, scartabellavo tra vecchi giornali nelle polverose emeroteche di mezzo mondo. (Okay, l’immaginario da film noir crolla col digitale: i database ora sono consultabili da casa.) Alla fine ho portato l’indiziato numero 1 sul banco degli imputati. Ma a processo ci siamo finiti anche noi, con la nostra venerazione (spesso) cieca e tetragona.
Avrete voglia di mettervi in discussione? Lo spero. Io mi ci sono divertito tantissimo. Non vedo l’ora di sentire che ne pensate.
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