Nella rivista Filmcritica dell'aprile 1999, in un numero che dava ampio spazio alla commemorazione di Kubrick, Longardi ricorda con una lettera al direttore un paio di aneddoti con Kubrick, che poi riprenderà nelle pagine nel suo Più Stelle che in Cielo pubblicato da Gremese nel 2003.
Kubrick fece chiamare Longardi dalla Warner e i due si incontrarono il 18 maggio 1972 ad Abbots Mead, residenza del regista tra Londra e Elstree. Sotto esame era la traduzione della frase di lancio del film, "Being the adventures of a young man, whose principal interests are rape, ultra-violence and Beethoven", che Kubrick aveva scelto di mantenere invariata per tutti i paesi in cui il film sarebbe stato distribuito. In Italia, la traduzione proposta era: "Le avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l'ultra-violenza e Beethoven."
Ebbene queste poche parole furono la base di una lunga, garbata e un po' surreale discussione perché Stanley, al posto di "giovane" voleva usare il termine "giovanotto". Ascoltandomi con attenzione, volle capire le ragioni per le quali la traduzione "giovanotto" in italiano non funzionava. Dopo due ore si convinse e decise che "giovane" suonava meglio di "giovanotto." Parlammo d'altro, passando in rassegna ogni aspetto della campagna promozionale. Anche in questo caso le sue conoscenze tecniche erano sorprendenti e le sue informazioni sempre precise.Mario Longardi dovette aver fatto una buona impressione a Kubrick perché fu contattato nuovamente a pochi giorni dalla proiezione di Arancia Meccanica alla 33esima Mostra del Cinema di Venezia, dove avrebbe debuttato per il mercato italiano con conseguente primo giro di recensioni sui maggiori quotidiani.
Alcuni giorni prima della proiezione al Lido cominciò ad agitarsi perché aveva saputo che il film sarebbe stato presentato alla stampa in due tempi nella sala dell'albergo Excelsior, allora tecnicamente poco attrezzata. Mi chiamò alle sei del mattino a Venezia e con voce cortese ma supplicante, mi chiese di impedire quell'assurdo intervallo. Con un certo imbarazzo gli feci presente che la mancanza di sale al Lido aveva obbligato gli organizzatori ad adoperare quella dell'Excelsior e che tutti i film venivano proiettati in quelle condizioni e per ovvie ragioni non si potevano fare eccezioni. Ma Kubrick non poteva accettare quella situazione e la sola idea era per lui insopportabile. Non c'era il minimo tono arrogante nella sua richiesta, ma autentica sofferenza.Forse Longardi non sa che per Kubrick non era finita lì: il giorno stesso inviò di nascosto Milena Canonero al Lido per cambiare le lenti del proiettore di quella sala con quelle del proiettore di casa sua per garantire una proiezione pulita.
Alla Mostra dirigevo quell'anno l'Ufficio Autori (ideato da Gian Luigi Rondi) che aveva proprio lo scopo di andare incontro alle varie esigenze dei registi. Parlai con Gian Luigi spiegandogli che non si trattava di un capriccio, ma del sincero attaccamento di un autore alla sua opera. Risolvemmo con molta difficoltà il problema e "Arancia Meccanica" venne eccezionalmente presentato ai giornalisti in un cinema del Lido tutt'altro che accogliente, ma in grado di proiettare il film senza interruzioni. Kubrick mi chiamò ancora, questa volta raggiante per la soluzione adottata.