Dopo un commento all'inevitabile domanda sul perfezionismo e il lavoro preparatorio per documentarsi sul soggetto – "L'estenuante ricerca aveva un fine preciso. Stanley diceva 'Dio è nei dettagli.' Però sapeva quando farla finita, quando fermarsi" – Frewin racconta la passione di Kubrick per i gadget tecnologici:
Diceva sempre che qualsiasi cosa permettesse di risparmiare tempo valeva il suo peso in oro. Tutti noi eravamo una specie di luddisti, ma lui no. Nel 1980 comprò i computer IBM a tutti, quegli schermi verdi da 12 pollici, i primi PC in commercio. Non avevano neppure un hard disc, avevano due floppy. E Stanley diceva, "Questo è il futuro, questo è quello che useremo." E io rispondevo, "No, mi piace battere a macchina quel che scrivo, tirare via il foglio e vedere come è venuto," e lui ribatteva, "No, senti, devi sbarazzarti di quella roba, questo è il futuro, è già arrivato." Non era affatto conservatore in questo senso. Avevamo il fax prima di tutti gli altri; la gente diceva, "A che cazzo ti serve un fax?" Ma lui adottava subito qualsiasi cosa facesse risparmiare tempo e rendesse tutto più ordinato.Chiude questa bella immagine: "La gente mi chiedeva 'Qual è la struttura del personale alla Hawk Films?' e io rispondevo 'Beh, c'è Stanley in cima, e poi tutti gli altri.' Non c'erano schiere di dirigenti di medio livello, c'era solo Stanley all'apice e tutti noi allineati sotto."
A lot of work, very little actual movie, Alex Godfrey, Viceland 10.02.2010
1 commento:
bel post
matteo
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