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17 gennaio 2010

Jim Thompson: una biografia selvaggia

E' uscita alla fine di novembre 2009 la traduzione di Savage Art, biografia di Jim Thompson scritta nel 1995 da Robert Polito: Jim Thompson - Una biografia selvaggia, questo il titolo italiano, è stata pubblicata dalla Alet nella traduzione di Sebastiano Pezzani.

Thompson, scrittore noir americano abile nella cinica caratterizzazione di personaggi sociopatici, è stato il co-sceneggiatore di Rapina a Mano Armata con Kubrick e di Orizzonti di Gloria con Kubrick e Calder Willingham, altro scrittore e sceneggiatore di successo.

Trenta pagine delle 640 della biografia sono dedicate al rapporto tra Thompson e la Harris-Kubrick Pictures, la società cinematografica che il regista aveva formato con l'amico James B. Harris per produrre film in maniera indipendente.

Chiamato per adattare il romanzo Clean Break di Lionel White, trasformato con Kubrick in Rapina a Mano Armata, Thompson – definito da Kubrick "Uno scrittore formidabile che ha scritto cose che adoro" – si trovò coinvolto in una serie di altri progetti, alcuni realizzati, come Orizzonti di Gloria, e altri solo avviati come il thriller Lunatic at Large, arenatosi alla fase di trattamento di una settantina di pagine, e I Stole $ 16,000,000, adattamento della autobiografia del "re degli scassinatori" Herbert Emerson Wilson accantonato dopo due stesure per le troppe somiglianze con Rapina a Mano Armata.

Ci sono alcuni aneddoti gustosi in queste trenta pagine e il lavoro di ricerca di Polito contribuisce a fare non poca chiarezza nelle vicende della Harris-Kubrick degli anni 1955-1960. Le interviste a Harris, ad Alexander Singer, ai familiari di Thompson e allo scrittore "avversario" Willingham, portano perfino a un paio di informazioni inedite.

Si scopre ad esempio dalla voce di James Harris che il motivo per cui il progetto su Bruciante Segreto di Stephan Zweig venne abbandonato dalla MGM non fu il cambio dei vertici dell'azienda:
La MGM ci licenziò perché avevamo ingaggiato Jim Thompson. Avevamo un contratto in esclusiva per la realizzazione di Bruciante Segreto e loro decisero di impuntarsi. La MGM scoprì che stavamo lavorando anche a Orizzonti di Gloria e annullò il progetto. Bruciante Segreto andò in malora e così potemmo concentrarci unicamente su Orizzonti di Gloria insieme a Jim.
Molto divertenti risultano le controversie sull'attribuzione dei crediti di sceneggiatore, sia per Rapina a Mano Armata che per Orizzonti di Gloria: ascoltando le testimonianze della moglie di Thompson e riportando una piccatissima lettera di Calder Willingham, Polito tratteggia un ritratto di Kubrick non esattamente generoso: il regista, sempre pronto a circondarsi di collaboratori eccellenti per succhiare da loro le migliori idee, non era altrettanto propenso a condividere con loro la gloria del prodotto finito. Non saranno le ultime due volte in cui Kubrick verrà chiamato in giudizio dal sindacato degli sceneggiatori americani.

La suddetta lettera di Willingham è anche fonte di un'interessante rivelazione sul finale di Orizzonti di Gloria.
Anni fa, Stanley Kubrick quasi si rifiutò di leggere il mio promemoria sulla scena finale di Orizzonti di Gloria, in cui sostenevo che la brutalità assoluta del finale del film con l'esecuzione dei soldati sarebbe risultata insopportabile al pubblico e avrebbe inoltre rappresentato una presa di posizione filosoficamente sterile (e questo era il suo intento), tanto che la scena che io avevo concepito (in cui la ragazza tedesca canta in modo dilettantistico e patetico Der Treuer Hussar e fa commuovere i soldati francesi, spingendoli a cantare con lei e a versare lacrime) era essenziale se si voleva che la storia, o la verità sulla natura umana, risultasse tollerabile. Stanley disse: "Non riesco ad oppormi alle tue argomentazioni quando le metti per iscritto, i miei circuiti vanno in sovraccarico e mi salta un fusibile e non posso fare a meno di dichiararmi d'accordo con tutto quello che dici, come fossi ipnotizzato." A cantare fu la ragazza tedesca che in seguito avrebbe sposato, e con lei cantarono delle comparse tedesche in uniformi francesi della Grande Guerra e piansero – in cambio di una magra paga – lacrime di comprensione per la tragedia della vita umana, e grazie a quel momento il film svettò al di sopra di qualunque altra cosa Kubrick abbia realizzato.
James Harris aveva al contrario dichiarato che l'idea del finale con la ragazza tedesca era venuta a Kubrick dopo aver conosciuto Christiane Harlan ed essersene innamorato.

A minare la certezza dell'aneddoto di Willingham contribuisce tuttavia la sua manifesta intenzione di attribuirsi più meriti del dovuto, annullando quelli di Kubrick ("Stanley scrisse letteralmente due frasi di quella sceneggiatura") e di Thompson ("non scrisse una sola parola di dialoghi che appaiono nel film"); le bozze di sceneggiature rintracciate da Polito negli archivi di Jim Thompson provano inequivocabilmente l'essenziale contributo di quest'ultimo alle scene e ai dialoghi. A chi credere, dunque? Il fatto che Polito faccia notare come la scena della ragazza in lacrime appaia per la prima volta in un manoscritto di Willingham non è sufficiente a chiudere la questione: potrebbe essere stata scritta su suggerimento di Kubrick.

Lo studio dei materiali cartacei nell'archivio di Thompson fornisce a Polito altre notevoli chicche, come un finale alternativo di Rapina a Mano Armata in cui Johnny Clay (Sterling Hayden) "muore per cercare di recuperare i soldi, venendo risucchiato dal propulsore di un aereo in fase di rullaggio" o una descrizione particolareggiata del famoso finale buonista di Orizzonti di Gloria che aveva fatto infuriare Kirk Douglas. Polito rivela anche come fu organizzato il lavoro per adattare I Stole $ 16,000,000, con un primo ingaggio a Lionel White, autore di Clean Break, che produsse un trattamento e una scaletta, una riscrittura di Kubrick in forma di sceneggiatura nel 1959 e una sceneggiatura di 135 pagine per le riprese scritta interamente da Thompson.

Trenta pagine utili alle ricerche kubrickiane e spesso godibili che, se non giustificano da sole la lettura dell'intera biografia, invitano almeno a fare un salto in biblioteca per prenderla in prestito. A dare una notevole soddisfazione basterebbe la sola lettera di Willingham: due pagine così meravigliosamente scritte che comprovano la prostrazione confessata da Kubrick.
L'interpretazione [di Orizzonti di Gloria], ovviamente, era quella di Kubrick, e io la trovai spesso antagonistica o contraddittoria rispetto all'intento della mia sceneggiatura, ma su questo potei fare poco, se non, con disappunto, far notare a Stanley i suoi difetti, che nel complesso erano una conseguenza della sua indifferenza e della sua freddezza quasi psicotiche nei confronti degli esseri umani della storia; difetti che, mi sento di aggiungere, hanno limitato l'opera di Kubrick per tutta la sua carriera; non gli piacciono particolarmente le persone, gli interessano soprattutto quando sono protagoniste di cose indicibilmente orribili oppure quando la loro idiozia è talmente malevola da farle risultare orribilmente buffe. Stanley Kubrick, con il quale da anni mantengo un rapporto personale amichevole ma distaccato, è un curioso caso contemporaneo di artista-psicopatico. Non intendo definire Stanley uno psicopatico, si badi bene, o qualcosa del genere; sono le sue preoccupazioni estetiche e artistiche a risultare psicotiche. [...] Si tratta di un grave limite, come ho scoperto per esperienza personale. [...] Non mi sono mai preoccupato di rivelare l'infondatezza delle asserzioni di Kubrick riguardo a quella pellicola, anche se un esperto cinefilo può risalire a tale infondatezza alla luce dell'incapacità di Kubrick di realizzare un altro film di quel livello. Per quanto Orizzonti di Gloria fosse un ottimo film, se si elimina una sapiente direzione della fotografia, fu un ottimo film grazie all'ispirazione e agli sforzi del
                                              suo
                                              Calder Willingham
Ho i circuiti in sovraccarico, quasi quasi convince anche me.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Thompson dovrebbe essere oggetto di studio nelle Università occidentali (e non solo). L'autore dell'Oklahoma, infatti, ha saputo materializzare come pochi altri ansie, fobie e ossessioni degli americani in un periodo cruciale per lo sviluppo di quel sistema economico-finanziario che ha modificato per sempre il volto degli States e del resto del mondo. Tematica che, secondo me, è ancora tutta da approfondire. Suggerisco a questo proposito anche il bell'articolo su Persinsala (è diviso in due parti) Jim Thompson al cinema con tutti i colori del nero di Chiariglione Giancarlo http://www.persinsala.it/web/personaggi/jim-thompson-al-cinema-con-tutti-i-colori-del-nero-1601.html

Filippo Ulivieri ha detto...

Grazie mille del commento e del link verso l'articolo!

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