Nel luglio 1999 quando Eyes Wide Shut uscì nelle sale americane causò, come sempre succedeva con un film di Kubrick, reazioni molto polarizzate. Ma anche quelli a cui non era piaciuto erano pronti a sostenere che il film appariva come un'opera molto personale per il regista, se non quella più personale in assoluto.
Nessuno però sapeva spiegare il perché.
Andando ad analizzare alcune scene chiave del film e soprattutto intervistando testimoni che conoscevano molto bene Kubrick, nella quinta puntata della serie Cracking the Kube cerco di dare io una risposta.
Eyes Wide Shut è "il film di gelosia" di Kubrick, un tipo di film che il regista voleva realizzare fin dai suoi esordi. L'annuncio per un film tratto da Doppio Sogno di Schnitzler risale agli inizi degli anni '70, ma l'interesse di Kubrick per questa novella era già nato nella metà degli anni '50. Perfino prima, anzi: ho scoperto di recente al Kubrick Archive consultando i suoi scritti giovanili che gran parte delle storie che pensava di girare trattavano di matrimoni in crisi, tradimenti, mogli fedifraghe e mariti libertini.
Come mai – viene quindi da chiedersi – Kubrick era così attratto da storie di infedeltà coniugale? La risposta me l'ha data Gerry Fried, il compositore delle colonne sonore dei primi film e uno dei migliori amici di Kubrick durante gli anni al Greenwich Village, con cui ho chiacchierato a lungo del giovane Kubrick.
Questo episodio è forse il mio preferito dell'intera serie, in parte perché lo studio su Eyes Wide Shut è il più recente che ho fatto. L'avevo preparato per una conferenza tenutasi all'Università delle Arti di Londra nel dicembre 2019. Dovrebbe essere pubblicato alla fine di quest'anno in una versione estesa in un libro accademico a cura di Nathan Abrams e Georgina Orgill, intitolato Eyes Wide Shut: Behind Stanley Kubrick's Masterpiece. Seguitemi per gli aggiornamenti sulla data di uscita.