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26 dicembre 2012

Stanley Kubrick e il Dolby Stereo

La rivista Film Journal ha pubblicato in due puntate, nel numero di dicembre e in quello di gennaio, uno straordinario documento: uno scritto di Ioan Allen, tecnico del suono tra i responsabili dello sviluppo del sistema Dolby.

Nei 28 anni di collaborazione, da Arancia Meccanica ad Eyes Wide Shut, Ioan Allen ha tentato di convertire Stanley Kubrick alla stereofonia, fallendo miseramente ma collezionando una serie di bellissimi aneddoti e insegnamenti sull'arte cinematografica eseguita ai massimi livelli.

Alcuni esempi:
Stanley ha sempre creduto nei mix "stretti", con un'ampiezza dinamica limitata. Mentre Barry Lyndon attraversa i boschi verso Captain Feeny, il borseggiatore, si sente il suono di un corvo. Alza il volume del corvo. Alzalo di più. Ray Merrin, l'assistente al missaggio, è un disegnatore piuttosto bravo e tratteggia un corvo appollaiato su un albero. Il corvo è più grosso dell'albero. E' un corvo di quindici metri, è così che suona nel film.
Aveva diverse versioni della stessa scena sui banchi delle moviole. Te le mostrava una per una. Quale preferisci? Piuttosto facile, diciamo "la prima." Stanley: "Ok, ma perché?" E qui iniziava la parte difficile.
Stanley e la sua segretaria Margaret Adams avevano dei walkie-talkie così lui poteva chiamarla direttamente dal set senza andare nel suo ufficio. Dopo averle dettato una lettera perché la battesse a macchina, Stanley continua a chiamarla per apportare dei cambiamenti, e ancora per apportare altri cambiamenti. Al colmo della frustrazione, Margaret lancia il suo walkie-talkie nel cestino dei rifiuti. Per mezz'ora si ode un lamento uscire dal cestino: "Margaret? Dove sei Margaret? Margaret? Margaret? Dove sei Margaret?"
Cosa ho imparato. Chiedi il perché. Fallo bene. Come trattare gli studios. Oh, e sì, un sacco di altre cose, tipo: Quando ricevi da un laboratorio un rullo che ha un difetto di stampa (diciamo, cattiva densità), prendi un cacciavite e graffia la pellicola da cima a fondo mentre la riavvolgi. Altrimenti, quando rimandi il rullo indietro, il laboratorio lo spedirà semplicemente a qualcun altro meno rompiscatole.

A Movie Odyssey: Three decades of conversation with Stanley Kubrick, Ioan Allen, Film Journal 03.12.2012

A Movie Odyssey: Three decades of conversation with Stanley Kubrick, part 2, Ioan Allen, Film Journal 26.12.2012

23 dicembre 2012

Stanley Kubrick e Hardy Amies: quando la moda e il futuro si incontrano

Sul sito internet della casa di moda del designer inglese Hardy Amies è stato presentato qualche giorno fa in anteprima il documentario Stanley Kubrick e Hardy Amies: When Fashion and Future Collide.

Hardy Amies ha disegnato i costumi per 2001: Odissea nello Spazio, fondendo lo stile londinese degli anni '60 con una personale visione del futuro. Questo documentario di circa 15 minuti presenta interviste a Jan Harlan e a colleghi di Sir Amies per raccontare come la collaborazione col regista ebbe luogo, l'impatto dei costumi sul film e l'influenza che continuano ad avere non solo per il design cinematografico ma sulla moda contemporanea.

Il contributo più interessante non è certo quello di Harlan ma dell'attrice Heather Downham che interpreta la hostess che raccoglie la penna fluttuante: un piccolo ruolo, ma i suoi racconti dal set sono molto interessanti. Ugualmente gustosa la testimonianza del costumista Frederic Fox, responsabile del design dei cappelli a forma di uovo.

Maggiori informazioni sul sito della casa di produzione, Present Plus.






16 dicembre 2012

La Stanley Kubrick Exhibition alla Cinématèque di Parigi

Ho appena messo online il video promozionale della tappa parigina della Stanley Kubrick Exhibition che adesso è al LACMA di Los Angeles.

In questo video, girato nel marzo 2012 da Katia DeVidas, ci sono contributi di tutti i partecipanti all'inaugurazione dell'evento: membri della famiglia Kubrick come Christiane, Katharina e suo figlio Alex, Jonathan Finney e suo figlio Sam, Jan Harlan e altri collaboratori ai vari film, come Ken Adam, Milena Canonero, Marisa Berenson e Nigel Galt, nonché una serie di registi francesi e non.

Buona visione.

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