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19 dicembre 2011

Il vero censore furono i media

Nel quarantesimo anniversario dell'uscita di Arancia Meccanica nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, una trasmissione radiofonica della BBC ricorda il clima di pressione contro il film e riflette su quanto sia cambiata la percezione della violenza cinematografica.

Intitolata "Il mito dei crimini alla Arancia Meccanica" la trasmissione inizia con il contributo di Andreas Whittam Smith, ex presidente della British Board of Censorship, il quale senza mezzi termini asserisce che il vero censore per il destino inglese di Arancia Meccanica non furono né la censura né Kubrick, ma i media.

I giornali iniziarono a parlare di "crimini alla Arancia Meccanica" ben prima che il film uscisse nelle sale, cosa che inevitabilmente causò l'effettiva presenza di atti barbarici "ispirati" dal film. E ancor più colpevolmente, nei giorni in cui nessun fatto di cronaca risultava riconducibile alla tendenza mediatica, i giornalisti stessi andarono a caccia di notizie da associare al film, spesso palesemente artefatte.

A discutere della supposta influenza dei film sulla violenza sociale interviene anche Julian Petley, professore di giornalismo e cinema alla Brunel University, l'università che Kubrick utilizzò come esterni della Clinica Ludovico del film.

La conclusione del dibattito è ovvia: nessun legame è mai stato provato tra un film violento e un atto violento. Con buona pace dei moralisti e dei moralizzatori.

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