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07 marzo 2007

Rapina a Mano Armata di Roberto Curti

Roberto Curti ha scritto un saggio compatto, di piacevole lettura ed estremamente accurato nell'impostazione. Lo sguardo dell'autore spazia dal contesto di produzione dell'opera fino all'accoglienza degli spettatori, tanto negli Stati Uniti che in Europa, e il testo situa il vero debutto nel cinema da parte di Kubrick in relazione sia alla cinematografia dell'epoca sia alla successiva produzione del regista.

Il primo merito dell'autore è infatti quello di individuare in Rapina a Mano Armata i prodromi delle idee e degli obiettivi del futuro cinema di Kubrick, senza per questo arrivare a una forzata rilettura del film in funzione della successiva produzione del regista. Raccontando la scelta del soggetto e il processo di adattamento del romanzo di White da parte di Kubrick con Jim Thompson, abile scrittore hard-boiled, ed illustrando le differenze tra romanzo e film ultimato, Curti riesce a evidenziare gli aspetti del romanzo che potrebbero aver attratto Kubrick e gli spazi in cui il regista ha inserito frammenti della propria nascente visione del mondo.

Naturalmente gran parte delle pagine sono dedicate all'analisi della particolare struttura narrativa del film, densa di flashback, riavvolgimenti, incastri e differenti punti di vista per ciascun evento dell'intreccio. Questa "decronologia" - come ebbe a chiamarla Godard - fu l'aspetto che più impattò sul pubblico e sulla critica all'uscita del film ed è l'elemento che nel corso del tempo è rimasto più di altri ad identificare Rapina a Mano Armata, tanto da generare un consistente numero di omaggi, citazioni, variazioni sul tema.

L'analisi di Curti non si limita a descrivere la narrazione a incastro degli eventi ma scende in profondità per individuare sottili contraddizioni insite nell'apparentemente perfetto meccanismo di frammentazione temporale. Questi scostamenti dalla perfezione sono secondo l'autore opera del regista che richiama nella struttura logica di Rapina a Mano Armata i piccoli imprevisti che, all'interno del preciso piano di rapina dell'ippodromo, minano la bellezza del progetto criminale preannunciandone il definitivo fallimento.

L'autore indaga i contenuti del film senza dimenticare che esso vede la luce nel periodo finale del noir americano: attraverso la descrizione del carattere dei personaggi e dei dialoghi che esprimono le rispettive psicologie, Curti mostra come la soggiacente filosofia permeata di disillusione attinga sì dagli stilemi del noir ma presenti al contempo una serie di importanti prese di distanza da parte del giovane regista.

La personale lettura del film è supportata da un approccio antologico che comprende numerosi estratti da recensioni d'epoca e da lavori più recenti di altri critici kubrickiani, coprendo con buona approssimazione tutto quanto di importante è stato scritto su Rapina a Mano Armata ed esaurendo virtualmente qualunque altro tentativo di parlare di questo film.

In linea con la collana Universale Film della Lindau, a fine libro sono riportati estratti da recensioni e scritti di altri autori. Il capitolo introduttivo è disponibile in esclusiva per ArchivioKubrick.

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