Io questo articolo non lo volevo scrivere, giuro. Non volevo dare contro a Giuseppe Rotunno, un novantenne simpatico e gentile, quasi delicato nel ricordare i tanti anni di carriera e gli innumerevoli capolavori del passato illuminati sotto la guida di Luchino Visconti e Federico Fellini, volevo lasciar perdere, stanco di interpretare sempre il ruolo della maestrina con la penna rossa che corregge la vulgata su Kubrick, davvero. Nonostante mi avessero segnalato l'intervista a Rotunno apparsa ieri su
La Repubblica, in cui il direttore della fotografia liquida come leggenda il fatto che Kubrick avesse illuminato le scene di
Barry Lyndon a lume di candela, avevo deciso che sarebbe stato tutto sommato solo antipatico puntualizzare che sì, invece sì che Kubrick aveva usato solo e soltanto le candele e aveva perfino fatto modificare le sue macchine da presa per accomodare gli obiettivi f0.7 della Zeiss e riprendere senza luci artificiali le scene per farcele vedere come fossimo anche noi nel Settecento, è tutto vero, ci sono decine di articoli sulle riviste tecniche a comprovarlo, ci sono interviste a John Alcott, ci sono documentari e pagine web. E avevo anche gestito piuttosto bene la seccatura di leggere uno che parla di Kubrick senza mai averci avuto a che fare tirando in ballo lui per primo delle leggende come quella delle tavole di legno su cui impalare gli attori per farli star fermi sennò venivano mossi. E soprattutto avevo bloccato sul nascere l'irritazione di vedere l'occhiello dell'articolo che strillava "Illuminare con le candele è impossibile, che Kubrick ci sia riuscito è leggenda" in un testo dove il nostro occupava tre righe su due pagine, così da fare danno anche a chi avesse solo dato un'occhiata di sfuggita, tanto si sa, Kubrick vende sempre e i giornalisti stanno lì solo a cercare l'effetto facile e il clamore e lo strillone. E pur con il fastidio che una nuova cazzata stesse prendendo piede dalla grancassa di
Repubblica, di certo più letta di questo blogghettino nonché delle riviste di cinema in inglese, me ne ero andato a dormire pensando a tutt'altro. Poi stamani ecco le prime reazioni,
ecco Italo Moscati, uno che insomma di cinema se ne dovrebbe intendere, che dice di Rotunno "un uomo di cui Dio, e noi, abbiamo avuto bisogno e abbiamo per fortuna ancora ricordo. Ecco uno che sfata le leggende," quella di Kubrick appunto, "Grazie Giuseppe, punta i riflettori sui sepolcri imbiancati che camminano nel nostro cinema, un cinema che ha sempre più bisogno di uomini seri e veri", leggo questo di lunedì mattina d'agosto ed ecco, come dire, io mi incazzo. Voi no?
Per completezza, la citazione dall'articolo di ieri dice:
E' vero che, molto prima di Kubrick, nel Gattopardo Lei usò la luce della candele?
E' una leggenda. E non so neanche come sia nata. Era impossibile che con la sola luce delle candele si illuminasse la scena del ballo. Perciò feci mettere un faro fuori campo sopra i candelabri. Visconti apprezzò la trovata.
Eppure, in Barry Lyndon Kubrick ci riuscì.
Altra leggenda. La fiamma di una candela sovraesposta cancella l'immagine, la imbianca. C'è un aspetto tecnico che va osservato: con quel tipo di luce il massimo che si può diaframmare è 0,1, il che significa assenza di profondità di campo. Per ottenere qualche risultato Kubrick fu costretto a fissare gli attori con delle tavole, in modo che fossero rigidi. Ma l'effetto non fu soddisfacente e so che il resto delle scene richiese l'uso delle lampade. Il che non toglie che fosse un genio.
Ringrazio, nonostante l'incazzatura causatami, Marco Vitelli che mi ha segnalato l'articolo e Gianni Denaro che me l'ha passato a edicole chiuse.
Giuseppe Rotunno: il direttore della fotografia racconta la sua vita coi grandi del cinema, Antonio Gnoli,
La Repubblica 25.08.2013
16 commenti:
sbuff... che poveracci
Si! Mi incazzo!
Che stronzo! Siccome non ci è riuscito lui, non ci deve riuscire nessuno!
Innanzitutto massimo rispetto per il maestro Kubrick, ma nformatevi prima di rispondere. Il maestro Rotunno ha ragione. non so se voi avete conoscenze di cinematografia o fotografia cinematografica, ma quello che dice è vero. Barry Lindon non è girato solo con le luci delle candele, se non alcune inquadrature tipo 2. Quando accendi una candela hai bisogno di una luce aggiuntiva altrimenti non vede l'ambiente che c'è intorno. Per non scendere troppo nel particolare, invito voi prima di fare sparate da classici saputelli, a fare delle ricerche più approfondite e non basarsi semplicemente su letture di miti.
un saluto
Giuseppe
Grazie del commento, Giuseppe, ma sei in errore. Magari capiti su questo sito per la prima volta e non sai che sono più di dieci anni che mi informo sul cinema di Stanley Kubrick, principalmente per divertimento ma anche per (in senso molto lato) lavoro. Posso sicuramente esser preso per un saputello, alla fine con i matti che girano attorno a Kubrick è anche la meno, ma posso garantirti che mi sono per lo meno informato prima di scrivere qualsiasi articolo di questo blog.
L'innovazione tecnico-stilistica della fotografia di Barry Lyndon sta proprio nell'essere riusciti, per la prima volta nella storia, a fotografare con la sola luce delle candele grazie a due speciali obiettivi in grado di catturare perfino più luce di quella visibile all'occhio umano. Hai infatti perfettamente ragione a dire che "non vedi l'ambiente che c'è intorno" alla candela accesa: tu non lo vedi, la pellicola sì, grazie a quei due speciali obiettivi che erano stati sviluppati per la NASA in modo che potessero fotografare la Luna nelle spedizioni Apollo.
Ti potrei citare veramente una dozzina di articoli tecnici, testimonianze dirette di chi ha lavorato sul film, attori che descrivono quanto laborioso fosse il processo di messa a fuoco e quanto fermi dovessero restare per non compromettere le riprese (ma senza tavole), documentari e quant'altro. Mi limito per mancanza di tempo a segnalarti due articoli della rivista specializzata American Cinematographer, sostanzialmente la Bibbia dei direttori della fotografia, uno a John Alcott, DP, e l'altro a Ed Di Giulio responsabile delle modifiche richieste da Kubrick sulle macchine da presa per adattarci i due speciali obiettivi. Se non fossi in grado di leggere l'inglese, di questo secondo articolo ti segnalo una traduzione in italiano che feci fare anni fa.
Faccio notare che questi due articoli sono del marzo 1976, a ridosso dell'uscita del film, quindi al di fuori di sospetti di leggende e mitomanie. Basterebbe comunque il prestigio della rivista, scritta da direttori della fotografia per direttori della fotografia, a fugare simili dubbi.
Come curiosità accessoria, ti posso anche dire che Kubrick aveva iniziato a fare test per riprendere a lume di candela già nel 1969 per la preparazione del Napoleon (altro film d'epoca, se pur successiva a BL), accantonando il tutto per la scarsa riuscita – come appunto dice Rotunno, che non deve minimamente giustificarsi o sentirsi in difetto se dieci anni prima di Kubrick aveva trovato impossibile riprendere con le sole candele, semplicemente non esistevano obiettivi così veloci.
Migliori risultati Kubrick li ottenne solo a partire dal 1973, e ancora non ottimali: puoi vedere alcuni di questi provini nel mio libro Stanley Kubrick e me. (Non ho resistito, mi perdonerete.)
Per chiudere, ed evitare che si facciano ancora danni con luoghi comuni e leggende che non hanno alcun fondamento, in Barry Lyndon le scene a lume di candela non "sono tipo 2" ma tutte quelle in cui vedi candele e candelabri in scena. L'uso di luci artificiali è stato molto limitato, riservato esclusivamente a illuminare da dietro le finestre nelle scene diurne di interni. I notturni d'interno sono tutti a lume di candela.
Ah, m'è venuta in mente anche un'altra cosa, che se ti preme puoi usare per difendere Rotunno. Uno dei motivi per cui forse qualcuno pensa ancora che l'illuminazione di Barry Lyndon a lume di candela sia una leggenda senza fondamento è che non solo prima ma anche dopo il film nessun altro è riuscito a replicare quell'effetto, e questo molto banalmente perché Kubrick aveva comprato tutti gli obiettivi prodotti in modo da garantirsi l'esclusiva tecnica e artistica. Alcuni di questi obiettivi sono in esposizione presso la mostra itinerante che toccò anche Roma nel 2006, altri (quelli presumo in possesso di Ed Di Giulio) possono essere noleggiati da questo sito.
Caro Giuseppe, se hai prove, fatti, documenti che dimostrino che tutta ma proprio tutta la sterminata documentazione esistente sull'argomento è falsa bene, vediamola e diascutiamone, altrimenti mi chiedo: di cosa stiamo parlando? Della parola di Rotunno e basta?
Ah, neanche a farlo apposta, mezz'ora fa mi appare su feedly questa notizia: http://www.fotografidigitali.it/news/noleggiare-uno-degli-zeiss-f07-progettati-per-la-nasa-ed-utilizzati-da- kubrick -e-possibile_48395.html
Ciao
Marco
come faceva quella canzone...?
http://www.youtube.com/watch?v=2-ZGst-k9xk
:-)
Simone
Ciao Filippo, sono Umberto ci siamo conosciuti parecchi mesi fa' riguardo alle foto di 2001 su Life, per quanto riguarda la fotografia di Barry Lindon anche io sapevo molte cose di quelle che hai segnalato tu.
Per quanto riguarda Rotunno non ci fare caso, o e' rincoglionito o rosica ancora, io lavoro nel cinema da molti anni (mi sono diplomato al Cine-Tv Rossellini di Roma)e ti dico che ho visto e sentito cose da far accapponare la pelle...
Ciao Umberto, piacere di ritrovarti. Immagino che se ne sentano delle belle, ogni ambiente è carico di storielle e pettegolezzi che danno sugo al lavoro quotidiano.
Resto comunque perplesso non tanto dalle cavolate che qualcuno ogni tanto spara per il gusto di mettersi in mostra – vedi Lee Ermey qualche anno fa con la sua storia che Kubrick avrebbe odiato Eyes Wide Shut per colpa di Tom Cruise e Nicole Kidman – ma piuttosto dal fatto che Rotunno non conosca una delle informazioni tecniche più importanti per chi come lavoro fa il direttore della fotografia: mi rimane inspiegabile che uno del settore, e non proprio l'ultimo arrivato né uno dei mediocri, non sappia il salto qualitativo e storico che BL ha rappresentato. Mi paiono proprio le basi, una cosa che si impara nella prima elementare del corso di studi di fotografia cinematografica. Mah.
Sì, certo c'è da incazzarsi; eccome ! Ma l'ebete peggiore non è l'ultranovantenne Rotunno, ma l'infelice Moscati che parla di sepolcri imbiancati e stupidaggini simili.
Quanto a questo Giuseppe, magari è lo stesso Moscati oppure un parente.
Per inciso, qualcuno di voi ha una spiegazione razionale sul perchè la figura di Stanley continua ad essere intorbidita da falsità di ogni genere ?
Per quel che vale hai tutta la mia stima ed approvazione.
Grazie del commento Raffaele. Riguardo la tua ultima domanda, credo che sia l'importanza e la costante visibilità di Kubrick, nonché questa aura di mitologia che ormai lo circonda, a fomentare la nascita di leggende e cavolate varie. Servirebbe un saggio di sociologia per spiegare come mai la gente si inventi cose sui personaggi pubblici famosi e importanti. Se qualcuno l'avesse letto o scritto, mi farebbe un enorme favore a segnalarmelo :)
Caro Nessuno2001,
sul quesito da me posto penso che pesino anche due fattori:
a) La scarsa considerazione che, generalmente, aveva Stanley verso la stampa. Molti di costoro, per lo più comari da pianerottolo, non glielo hanno mai perdonato.
b) La disarmante lucidità che traspare dal suo cinema che molto spesso non lascia scampo a chi, solitamente, cerca giustificazioni alla propria inettitudine o mediocrità.
Te invece eri li con kubrick mentre girava o giravate barry lindon?
Io credo che lei di fotografia non ne sa nulla, poi se lei e' un professionista conoscera molto bene la filmografia di rotunno, e ammettera che nonostante tutti i suoi sforzi sara per lei impossibile arrivare a 1/100 di quello che ha fatto lui. Quindi la prego di riflettere molto seriamente
Non c'era manco Kubrick mentre giravano Barry Lindon perché era impegnato a girare Barry Lyndon.
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